giovedì,Marzo 28 2024

Piazza di spaccio, i nomi degli arrestati. I pm: «Cosenza naviga sulla droga»

Si chiama “Sette note” l’indagine condotta dalla Polizia di Cosenza, che all’alba di oggi ha portato all’arresto di 7 persone, di cui 3 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 1 con obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, ritenute responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti. Una persona, al momento, risulta irreperibile ed è ricercata dagli

Piazza di spaccio, i nomi degli arrestati. I pm: «Cosenza naviga sulla droga»

Si chiama “Sette note” l’indagine condotta dalla Polizia di Cosenza, che all’alba di oggi ha portato all’arresto di 7 persone, di cui 3 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 1 con obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria, ritenute responsabili di spaccio di sostanze stupefacenti. Una persona, al momento, risulta irreperibile ed è ricercata dagli agenti.

I NOMI. In carcere sono finiti Dimitri Bruno, Maria De Rose, Riccardo Gaglianese, mentre sono stati posti ai domiciliari Marcello Bernnardo, Giuseppe Cristaldi e Manuel Esposito. Tra questi ci sono soggetti coinvolti nell’indagine “Apocalisse”, che nei mesi scorsi ha portato alla condanna del gruppo con a capo Marco Perna. Irreperibile Maurizio Cairo, al quale il gip ha applicato la misura degli arresti domiciliari.

«Si tratta di un’indagine che segue ormai un cliché ripetuto nel tempo e che dimostra che questa, purtroppo, è una città che naviga sulla droga» ha dichiarato procuratore capo di Cosenza Mario Spagnuolo.

Dalle indagini, secondo quanto riferito dagli inquirenti, è emerso che uno degli spacciatori lavorava all’interno di una clinica privata per il recupero dei tossicodipendenti, ma questo non gli ha impedito di spacciare la cocaina. «Si avvalevano di soggetti terzi per portare a termine il loro programma criminoso» ha detto il pm Domenico Frascino, titolare delle indagini.

«Si entra negli ospedali, nelle scuole, dappertutto pur di vendere la droga – ha poi aggiunto Spagnuolo – e in molti casi per procacciarsi il denaro per poi fare uso della droga stessa. È una catena di Sant’Antonio anomala che determina dei guasti importanti sul tessuto sociale della città. La denuncia parte da una madre, ma ce ne sono tante in città e allora l’indicazione è quella di non aspettare che si arrivi al momento di scontro patologico».

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