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Petrassi: «Piano Monello-Linze è la nuova discarica di Rende»

di Carlo Petrassi* In più occasioni sui mezzi di informazione e soprattutto in Consiglio Comunale abbiamo avuto modo di denunciare il danno ambientale che si sta perpetrando su molte strade periferiche e di campagna della città di Rende. Cumuli di rifiuti di ogni genere abbandonati lungo i margini delle strade spesso buttati nelle scarpate adiacenti,

Petrassi: «Piano Monello-Linze è la nuova discarica di Rende»

di Carlo Petrassi*

In più occasioni sui mezzi di informazione e soprattutto in Consiglio Comunale abbiamo avuto modo di denunciare il danno ambientale che si sta perpetrando su molte strade periferiche e di campagna della città di Rende. Cumuli di rifiuti di ogni genere abbandonati lungo i margini delle strade spesso buttati nelle scarpate adiacenti, nei boschi e nelle radure che le costeggiano.

Un danno ambientale di proporzioni gigantesche che si sta consumando nel silenzio e nella indifferenza dell’attuale amministrazione comunale che nonostante le numerose sollecitazioni pervenutegli da più parti nulla ha fatto di concreto per cercare di risolvere o arginare questo scempio ambientale. Anche i cittadini spesso sono poco informati e non hanno l’immediata percezione della situazione anche perché si tratta di un fenomeno che riguarda le periferie e le campagne e non il centro città.

 

Manna, presidente tra l’altro dell’Ato rifiuti Cosenza, spesso pubblicizza le performance raggiunte nella raccolta differenziata, ma qualcosa non torna se è vero come è vero che il nuovo sistema di raccolta dei rifiuti così come è stato concepito nei fatti ha prodotto un considerevole e visibile aumento del fenomeno dell’abbandono dei rifiuti nelle periferie e nelle campagne: si potrebbe azzardare a dire che abbiamo levato i cumuli di spazzatura dai cassonetti del centro città e li abbiamo sparsi nelle campagne. Bel guadagno abbiamo fatto!

E’ evidente che il sistema così concepito non regge e quindi andrebbe rivisto o integrato, ma se si vuole continuare su questa strada andrebbero per lo meno potenziati i controlli e le sanzioni oltre a promuovere una meticolosa campagna educativa e di informazione che faccia comprendere ai cittadini incivili che scaricare i rifiuti per strada è un comportamento ignobile che distrugge il futuro di tutti oltre a costituire un grave reato perseguibile penalmente. Nei casi più gravi sarebbe opportuno interessare anche le forze dell’ordine con denunce circostanziate per danno ambientale.

E’ questo il caso della strada comunale Piano Monello-Linze, diventata ormai a tutti gli effetti la terza discarica di Rende dopo la chiusura speriamo definitiva di quelle di S. Agostino. La strada, seppur ufficialmente chiusa al traffico veicolare, è percorsa da mezzi di ogni genere e da qualche anno è divenuta meta di delinquenti che scaricano impunemente rifiuti di ogni genere.

Una strada che andrebbe salvaguardata anche per il suo grande valore naturalistico e paesaggistico e che invece è completamente abbandonata. Percorrerla a piedi rende possibile apprezzare le bellezze straordinarie della campagna collinare rendese: distese di alberi di ulivo si alternano a boschi di quercia e di acacia; alberi da frutto come il noce, il castagno, il pero, il melo e il mandorlo si mescolano a cespugli di ginestre, di rosmarino e di finocchio selvatico; il tutto condito da un esplosione di colori e di odori cangianti a seconda delle stagioni.

I panorami sono mozzafiato, passeggiando lungo la strada è possibile ammirare a nord le colline di Arcavacata e il massiccio del Pollino, a ovest il passo Crocetta, a sud il monte Cocuzzo e ad est la Sila grande; lungo il percorso ci si imbatte in alcune case contadine abbandonate e diroccate che costituiscono a tutti gli effetti degli esempi di archeologia contadina; infine segnaliamo che lungo la strada esistono dei siti dove è possibile rinvenire facilmente fossili di conchiglie e pesci che potrebbero essere oggetto di studi più approfonditi.

Un’amministrazione comunale attenta non solo non avrebbe consentito questo scempio ambientale, ma si sarebbe adoperata per favorire la trasformazione del sito da discarica abusiva in risorsa per la collettività. Si potrebbe per esempio costruire un percorso naturalistico e paesaggistico attrezzato che diventerebbe meta degli amanti della natura e dello sport. In questo un ruolo importate potrebbe essere svolto dalle associazioni di promozione sociale.

Nei prossimi giorni, visto l’assordante silenzio sull’argomento, valuteremo se recarci in caserma per sporgere denuncia contro ignoti per danno ambientale.

*Capogruppo de “La Terza Rende”

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