Stalking, assolto in appello dopo condanna in primo grado
Angelo Spanò è stato assolto per il reato di stalking dalla Corte d’appello di Catanzaro lo scorso 5 dicembre. Fu condannato a 9 mesi di reclusione dal tribunale monocratico di Paola per fatti avvenuti nell’aprile del 2009. Secondo l’accusa «minacciava e molestava B. L., in modo da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia
Angelo Spanò è stato assolto per il reato di stalking dalla Corte d’appello di Catanzaro lo scorso 5 dicembre.
Fu condannato a 9 mesi di reclusione dal tribunale monocratico di Paola per fatti avvenuti nell’aprile del 2009.
Secondo l’accusa «minacciava e molestava B. L., in modo da cagionarle un perdurante e grave stato di ansia e di paura, ingenerando un fondato timore per l’incolumità propria, minacciandola e ingiuriandola in più occasioni [..]».
La sentenza di primo grado
La difesa dell’imputato riteneva che il giudice di primo grado aveva completamente omesso di contestualizzare i fatti per cui si procedeva, e cioè, nell’ambito dei delicatissimi rapporti personali che legavano l’imputato e la persona offesa costituitasi parte civile.
Secondo la difesa, il tribunale di Paola aveva enfatizzato il comportamento insistente dello Spanò nei confronti della persona offesa, senza tenere in debito conto che lo stesso, da un giorno all’altro, era stato cacciato di casa da quest’ultima e, soprattutto, che dalla loro relazione era nata una figlia, che all’epoca dei fatti aveva appena quattro anni.
Proprio la denunciante, escussa in dibattimento, ha confermato che l’unico motivo per cui lo Spanò voleva incontrarla era solo ed esclusivamente quello di poterle parlare e cercare di recuperare il loro rapporto.
L’imputato non aveva mai usato violenza nei confronti della persona offesa, come confermato da diversi testimoni, né era mai stato violento con nessuno. Dall’istruttoria dibattimentale erano emersi sostanzialmente solo due episodi, in uno dei quali, la querelante riferiva di aver visto l’ex coniuge davanti ad un bar del borgo di Cetraro, e di aver chiesto all’ex marito dove fosse la propria figlia.
L’ultima discussione avvenuta tra imputato e parte civile
E’ in questo contesto che è nata un’ultima discussione, in quanto la bambina, una volta uscita dal bar, avrebbe chiesto di andar via con la mamma. Il giovane sposo, si è fortemente adirato per l’intervento della ex moglie, dal momento che quel giorno spettava a lui avere in affido la bambina.
Era stata proprio la parte civile a rivolgersi a lui per controllare se, e come, stesse controllando la figlia, innescando, in tal modo, l’ennesima lite. Di fatto, la discussione terminava quando la persona offesa si allontanava in macchina con i propri amici portando via con sé anche la minore sottratta al padre, apostrofato con espressioni offensive in presenza di più persone.
L’Avvocato Angelo Nicotera, difensore di Angelo Spanò, ha dichiarato: «Esprimo soddisfazione per la decisione della Corte d’appello che ha assolto il mio assistito, un giovane papà, che aveva sofferto tantissimo per questa situazione, soprattutto perché aveva perso l’opportunità di vedere tutti i giorni sua figlia».