giovedì,Marzo 28 2024

Cosenza, box incendiati: arrestato presunto autore

Arresti domiciliari per il presunto autore dei box incendiati nei pressi del tribunale di Cosenza. L’ordinanza è stata notificata dalla Squadra Mobile di Cosenza. La procura di Cosenza ha individuato in F. R., 29enne di Cosenza, l’uomo accusato di tentata estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza e danneggiamento seguito da incendio I fatti ricostruiti

Cosenza, box incendiati: arrestato presunto autore

Arresti domiciliari per il presunto autore dei box incendiati nei pressi del tribunale di Cosenza. L’ordinanza è stata notificata dalla Squadra Mobile di Cosenza.

La procura di Cosenza ha individuato in F. R., 29enne di Cosenza, l’uomo accusato di tentata estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza e danneggiamento seguito da incendio

I fatti ricostruiti dalla Squadra Mobile di Cosenza

Da un mese a questa parte, due fratelli commercianti nel settore dell’abbigliamento specialistico sono stati ripetutamente vittima di gravi episodi di danneggiamento e di incendio: il primo episodio avveniva la sera del giorno 18 novembre in via Padre Giglio allorquando ignoti dopo aver effettuato un buco nella parete esterna di un box di proprietà di uno dei due fratelli lo davano alle fiamme con liquido infiammabile causandone la completa distruzione. Il danno cagionato ammontava a oltre 40mila euro.

Successivamente, la mattina del giorno 28 novembre, il fratello del proprietario del box di cui sopra, anch’egli commerciante, all’atto di prendere la propria autovettura, carica di indumenti e merce da lavoro, constatava come ignoti avessero tentato di darla alle fiamme senza però riuscirci.

Il giorno dopo, lo stesso commerciante subiva il tentativo di incendio del proprio box adibito alla vendita di prodotti commerciali anch’esso ubicato in via Padre Giglio. La notte tra il 10 e l’11 dicembre scorso lo stesso box era oggetto di un ulteriore tentativo di incendio domato però dai vigili del fuoco. Infine, in una escalation di azioni delittuose, la mattina del giorno 12 dicembre, il proprietario dello stesso box all’atto di aprirlo constatava come ignoti avessero lasciato dei materiali in stoffa verosimilmente per darlo nuovamente alle fiamme.

La conseguente attività, subito effettuata dalla Squadra Mobile si esplicava attraverso una complessa ricostruzione di immagini provenienti da servizi di videosorveglianza e si concentrava sul settore lavorativo delle vittime, quello del commercio di abbigliamento specialistico, e consentiva in breve di accertare come nelle vicinanze dei box delle vittime insistesse un altro box adibito alla vendita di medesimi prodotti, concorrente agli stessi.

E proprio il figlio del proprietario di quest’ultimo box, il soggetto di cui sopra, veniva immortalato dalle telecamere e riconosciuto dagli uomini della Squadra Mobile come l’autore dell’incendio perpetrato la notte tra il 10 e l’11 dicembre scorso.

Il materiale raccolto dalla procura della Repubblica di Cosenza

Le fonti di prova venivano così raccolte e compendiate in un’informativa di reato alla locale Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Capo dott. Mario Spagnuolo, che dopo averle attentamente valutate qualificava l’evento dell’11 dicembre come tentata estorsione e illecita concorrenza con violenza o minaccia, atteso che dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile si rilevava in modo inequivocabile come l’azione delittuosa fosse mossa proprio dall’invidia e dal proposito di impedire la regolare attività di commercio alle due vittime in un atto di concorrenza sleale.

Questo, unitamente agli altri riscontri raccolti nel corso delle investigazioni, ha costituito a carico dell’indagato un quadro indiziario grave ed univoco in ordine alla sua responsabilità per i reati perpetrati, per cui la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cosenza ha richiesto ed ottenuto al Giudice per le Indagini Preliminari un provvedimento di applicazione di misura cautelare che è stato eseguito nel pomeriggio odierno mediante sottoposizione dell’uomo al regime degli arresti domiciliari. Sono in corso indagini per risalire agli altri compici.

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