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Savoldi e quella doppietta al Venezia: «Era un Cosenza che valeva le big»

Gianluca Savoldi, ex calciatore del Cosenza con il Venezia ha siglato una doppietta al Penzo in un mercoledì di Serie B nel 2000. In vista della trasferta dei Lupi nella Laguna, ricorda quel grande match. «Arrivai da poco a Cosenza ed esordii con il Pescara – ricorda Savoldi – A Venezia giocammo in un turno infrasettimanale, nelle

Savoldi e quella doppietta al Venezia: «Era un Cosenza che valeva le big»

Gianluca Savoldi, ex calciatore del Cosenza con il Venezia ha siglato una doppietta al Penzo in un mercoledì di Serie B nel 2000. In vista della trasferta dei Lupi nella Laguna, ricorda quel grande match.

«Arrivai da poco a Cosenza ed esordii con il Pescara – ricorda Savoldi – A Venezia giocammo in un turno infrasettimanale, nelle prime giornate del campionato. La squadra era in ottima salute. Passammo in vantaggio con un mio goal, dopo una sponda di testa di Pisano, battendo il portiere sul secondo palo. Loro pareggiarono, ripassammo in vantaggio sempre con una mia marcatura su assist di Stefano de Angelis. Al ritorno in casa li battemmo grazie ad un mio assist per il goal di Giandebiaggi. In quel Venezia c’era Prandelli, mio maestro nelle giovanili dell’Atalanta. Sono felice che sia tornato ad allenare in A. Per me resta una delle figure più importanti della mia formazione. Oggi mi rifaccio molto al suo modello». Esordice così Dumbo-gol, tutto d’un fiato, nel ricordare un match che lo pose all’attenzione dei fan dei Lupi in una delle stagioni più belle di sempre.

Com’era quel Cosenza?
«Paradossalmente facemmo più punti di tutte le altre squadre nel girone di andata. Non fu la stessa cosa al ritorno. Le altre squadre come Piacenza, Torino si ripresero. Nella prima parte eravamo molto entusiasti, ma il campionato era tosto e agguerrito. Noi eravamo forti, ma c’erano tante corazzate organizzate per sfondare e vincere il campionato. Forse nelle due partite contro il ChievoVerona ci siamo giocati la possibilità di accedere ai playoff. Sarebbe stata una cosa diversa, in caso di doppio successo. Negli ultimi cinque minuti al “Bentegodi” fummo recuperati minuti. Tuttavia, le altre avevano gli occhi puntati su di noi, ma si era creato un bel rapporto con la piazza».

savoldi spalle

Savoldi, parliamo della squadra.
«Il gruppo era stupendo e avevo un rapporto diversamente bello con ognuno dei compagni. Tutti mi coccolavano, perché ero tra i più giovani. Ultimamente mi sono sentito con Pisano e Altomare. Ognuno di loro, come Strada, Lentini, Imbriani, mi diedero tanto in termini di sicurezza. Loro riuscirono a darmi quella forza, quel qualcosa in più necessario ai giovani calciatori: incoraggiarti quando le cose andavano male e  spronarti a fare sempre meglio. Valoti, per esempio, ti consolava quando l’allenatore ti sgridava , invece se ricevevi complimenti, era pronto a darti degli appunti. L’umiltà di Nello Parisi, mio compagno di stanza. Ho trovato una grande continuità di gioco, rafforzato dal rapporto con il pubblico. Non va esclusa la competenza di quello staff. Marulla era di una sensibilità incredibile. I calciatori storici mostravano quell’attaccamento con la maglia rossoblù. Fuori dal campo andavamo a cena insieme. I compagni mi contendevano, perché ero single senza famiglia. Il gruppo era davvero affiatato. eravamo tutti fratelli. Quando le cose vanno bene è perché ci sono valori umani importanti. Porterò con me la loro capacità e professionalità».

Che ricordo ha di Carmelo Imbriani?
«Quando arrivi dalla C (dice commuovendosi, ndr) e ti approcci in un gruppo fatto da calciatori provenienti, in parte, dalla Serie A, mentre tu sei un signor nessuno. Però vedi questi che ti vengono a salutare facendoti sentire subito casa. Sono rapporti che ti porti dentro. Scusa se mi commuovo, ma avevo con lui un rapporto bellissimo. Mi viene il nodo alla gola pensando ad Imbriani».

Cosa pensa di Venezia e Cosenza?
«
Questo è un campionato in una fase delicatissima. Le ultime partite prima del giro di boa, feste natalizie e mercato, rappresentano momenti importanti. Il Venezia ha sulle spalle un anno in più di cadetteria, mentre il Cosenza è una neopromossa. Paragonando le due realtà, si può dire che il Cosenza abbia avuto un approccio migliore. Tuttavia, non è sempre detto ma di base lo scotto iniziale lo paghi. Certo le eccezioni ci sono eccome. La B ha le sue insidie, le sue difficoltà. Chiedete a Livorno e Padova. Il Lecce è l’eccezione di cui parlavamo prima. In palio, adesso, c’è una grande consapevolezza che ti porti dietro. Le prossime saranno partite decisive in questo senso. I Lagunari non hanno avuto un inizio esaltante cambiando di fatto allenatore».

Com’è cambiata la Serie B?
«Ai miei tempi la maggior parte delle squadre che componevano la B, erano società che facevano un mercato per salire nella massima serie. Ad oggi non siamo in una condizione economica favorevole e molti team non puntano direttamente alla promozione. Ci sono compagini che non hanno l’obbligo di salire in A. Tempo fa era veramente una Serie A2. Oggi la B è sempre un bellissimo campionato, ma è un po’ scemato. Tuttavia, meno importanti sono i campionati, più io li seguo. Sono un sostenitore del calcio di provincia e quindi non posso che essere un appassionato di B e C. Oggi c’è molta confusione. Spero in una schiarita».

Savoldi come ha vissuto la promozione del Cosenza?
«Davvero inaspettata. I playoff sono un argomento su cui batto forte il martello ogni settimana. E’ veramente una follia la composizione dei gironi. Occorre farne 2 da 16, perché ci vuole maggiore rispetto per questa categoria. Lo status quo non può continuare a livello fisiologico. Bello le storie a lieto fine. Il Cosenza sta dimostrando che non era un caso. Sogno una C più competitiva e più equilibrata con una nuova serie intermedia. Ci vuole, anche, un rispetto dei ruoli. Più che la Capotondi avrei preferito Valoti o Altomare per una carica del genere. Giusto per far capire che tipo di persona preferisco. La riforma migliore è una B più corta, 18, 20 o 19. Fare in C due gironi, Nord e Sud, da 16 squadre come negli Stati Uniti. Oppure due misti. Chi ha i soldi partecipa, chi non li ha va a giocare in una super Serie D. Introdurre, inoltre, il merito nella composizione delle formazioni. Chi è bravo gioca, punto. Basta con il minutaggio giovani. Tanto chi è bravo viene fuori alla fine. La C a 60 squadre è ridicola. Non è possibile che salga una sola squadra. Poi i playoff da 28! Assurdo. Il Cosenza ha fatto davvero un’impresa».

Pronostico per Venezia-Cosenza?
«Pronostici non ne faccio, perché non sono bravo. Credo molto nelle chance del Cosenza. I Lupi sono in un buon momento, sono in crescita. Contro il Benevento ho visto una bella squadra in campo. Il Venezia può far male all’avversario, ha potenzialità offensive importanti. Zenga è una guida carismatica, ma Braglia in quanto questo carattere non ha nulla da invidiare. Come allenatore lo conobbi soprattutto al Montevarchi. L’ho incontrato da giocatore ai tempi del Pisa, quando allenava in Toscana». (Giulio Cava)

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