I 36 giorni di Baclet: da punta a Semidio. Ciao Allan, semBrava impossiBile
Il saluto di Cosenza Channel ad Allan Pierre Baclet, da oggi un nuovo attaccante della Reggina. Ricordiamo insieme il mese che ha cambiato la storia dell’attaccante francese e quella recente del Cosenza. Il 20 luglio del 2006, pochi giorni dopo la vittoria dell’Italia al mondiale, sul network Fox Sport, allora presente solo in USA, venne
Il saluto di Cosenza Channel ad Allan Pierre Baclet, da oggi un nuovo attaccante della Reggina. Ricordiamo insieme il mese che ha cambiato la storia dell’attaccante francese e quella recente del Cosenza.
Il 20 luglio del 2006, pochi giorni dopo la vittoria dell’Italia al mondiale, sul network Fox Sport, allora presente solo in USA, venne stilata la classifica delle 10 migliori prestazioni individuali nella storia dello sport fino a quel momento. Fu pensata per celebrare i trent’anni dall’esercizio perfetto di Nadia Comaneci alle Olimpiadi di Montreal 1976. Un esercizio immacolato, ripetuto altre sei volte. Un dieci dopo l’altro. Con quel pizzico di genio che fa sballare le macchine: i computer dei giudici erano tarati solo fino a 9,99. In Italia la notizia ebbe un certo risalto perchè gli americani, in mezzo al lanciatore Don Larsen degli Yankes, capace di elminare tutti e 27 i battitori nelle World Series del 1956 in Mlb, a Marc Spitz, capace di raccogliere 7 ori e 7 record del mondo alle Olimpiadi di Monaco 1972 in 7 specialità diverse del nuoto, o Scott Wedman dei Celtics con 11 su 11 al tiro in gara 1 della finali Nba del 1985, tra i magnifici 10 inserirono anche il nostro Fabio Grosso. Il suo Mondiale vittorioso fu celebrato così anche negli Stati Uniti che da sempre considerano il calcio uno sport di secondo piano. Il rigore procurato contro l’Australia, il gol con la Germania ed il rigore decisivo contro la Francia. Quello di Grosso fu veramente un mese perfetto.
Se però Fox Sport avesse pensato di fare lo stesso tipo di graduatoria dodici anni dopo, avrebbe avuto il legittimo dubbio se inserire Allan Pierre Baclet in classifica. Magari subito dopo questi mostri sacri dello sport mondiale. Ovviamente stiamo scherzando. Il 36 giorni che trasformarono il calciatore francese da buon centravanti di Serie C a Semidio cosentino meriterebbero quanto meno il podio.
Eh sì. Perchè quello che è successo dallo scorso 11 maggio allo scorso 16 giugno è qualcosa di inspiegabile per chi non lo ha vissuto. Fateci caso e fermatevi un attimo. Tutti ricordiamo perfettamente cosa stavamo facendo, con chi eravamo, quello che pensavamo durante quell’esaltante mese abbondante. Nel momento in cui facevamo lo scalpo a Sicula Leonzio, Casertana, Trapani, Sambenedettese, Sudtirol e Siena. I play-off del Cosenza sono stati un’esperienza metafisica. Resi magici da un attaccante francese.
Baclet, se in quei 36 giorni avesse deciso di camminare sulle acque, molto probabilmente ci sarebbe riuscito. Il momento perfetto nel posto perfetto. Come se fosse stato baciato da una grazia divina. A memoria, forse, solo Totò Schillaci ad Italia ’90 fece qualcosa di paragonabile. Ogni palla toccata un gol. Ogni occasione sfruttata. Il rigore scaccia incubi con la Sicula è solo l’antipasto perchè dai Quarti in poi è spettacolo pure ed adrenalina nelle vene. Sambenedettese punita andata e ritorno. Di rapina a Cosenza e di rigore nelle Marche. E poi l’apoteosi con il Sudtirol davanti ai 20.000 del “Marulla”. Cosenza che ha paura ma si affida a Baclet per scalare la montagna. Il più è stato fatto. A Pescara col Siena il sigillo che chiude la partita e dà la sicurezza al Cosenza: sarà di nuovo Serie B. Dopo quindici anni. Cinque gol. Tutti dalla panchina. Il coro dei mojito che da scherno diventa la colonna sonora di un mese bellissimo. Emozioni. Brividi. Lacrime. Gioia. Baclet. Anche tra 100 anni in città si parlerà delle sue gesta. Il suo nome rimarrà nel mito.
Oggi pensarlo con un’altra maglia fa un pò male. E’ vero che nel calcio il passato conta poco. Ma il francese meriterebbe per sempre un posto nella rosa del Cosenza “honoris causa” o almeno per l’affetto che ogni tifoso tifoso ha nei suoi confronti. Quel posto che è già suo di diritto nella storia e che nessuno potrà mai portargli via. Grazie Allan. Grazie per quei 36 giorni e per aver reso possibile ciò che sembrava impossibile. Cosenza ti ama e ti amerà per sempre. (Alessandro Storino)