Narcotraffico tra Cosenza, Reggio e Albania: ecco la sentenza
Si conclude il processo “Anya”, l’inchiesta contro il narcotraffico messo in piedi da una presunta associazione a delinquere finalizzata al commercio di cocaina. A giudizio c’era anche l’ex boss Nicola Femia, pentitosi nel corso del processo, e coinvolto anche nell’indagine “Aemila”, quella della Dda di Bologna contro i clan crotonesi in Emilia-Romagna. Ma il narcotrafficante,
Si conclude il processo “Anya”, l’inchiesta contro il narcotraffico messo in piedi da una presunta associazione a delinquere finalizzata al commercio di cocaina.
A giudizio c’era anche l’ex boss Nicola Femia, pentitosi nel corso del processo, e coinvolto anche nell’indagine “Aemila”, quella della Dda di Bologna contro i clan crotonesi in Emilia-Romagna. Ma il narcotrafficante, operante anche nel settore delle slot machine, avrebbe avuto la base operativa tra Scalea e Santa Maria del Cedro, fino ad avere collegamenti con alcuni affiliati reggini, nonché con narcotrafficanti dell’Albania.
Il processo nasce a Bari e arriva fino a Catanzaro, dopo alcune eccezioni di competenza territoriale sollevate nelle fasi processuali. Oggi quindi la sentenza di primo grado emessa dal tribunale collegiale di Catanzaro.
La sentenza di primo grado
I giudici hanno condannato Nicola Femia (3 anni), collaboratore di giustizia, Adriatik Hasa (12 anni), Adrian Kona (11 anni), Nikolin Ikonomi (12 anni), Domenico Chiavazzo (12 anni) e Renato Commisso (10 anni). Assolti invece Domenico Vivone, Massimo Stabilito (difeso dall’avvocato Giorgia Greco), Salvatore Grosso, Luca Mazzaferro, Pietro Panuccio e Vincenzo Roveto, Orest Metaj, Rahman Collaku, Gazmend Collaku, Arben Dule, Gezim Hasa, Alfred Naska, Hidajet Tosuni, Romeo Soto, Bujar Lizi e Arben Sako per non aver commesso il fatto, mentre Rocco Belvedere, Giuseppe Crimini, Domenico Denaro, Gigante Urgo Esposito, Pietro Le Piane (difeso dall’avvocato Antonio Quintieri), Domenico Sannà e Luigi Sarmiento perché il fatto non sussiste. (a. a.)