Bimba autistica, diritto a cure specifiche: sentenza del tribunale di Cosenza
Importante decisione del tribunale di Cosenza in merito al diritto di una bimba autistica di ricevere cure specifiche con metodo Aba. Una recente sentenza del tribunale di Cosenza ha riconosciuto il diritto di una bambina affetta dallasindrome del “Disturbo dello Spettro Autistico” a ricevere la somministrazione, anche in via indiretta, da parte dell’ASP di Cosenza
Importante decisione del tribunale di Cosenza in merito al diritto di una bimba autistica di ricevere cure specifiche con metodo Aba.
Una recente sentenza del tribunale di Cosenza ha riconosciuto il diritto di una bambina affetta dallasindrome del “Disturbo dello Spettro Autistico” a ricevere la somministrazione, anche in via indiretta, da parte dell’ASP di Cosenza del trattamento terapeutico basato sulla metodologia ABA, indicata dalle linee guida per il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti.
Le motivazioni della sentenza
La sentenza (tra le poche in Italia) cristallizza infatti l’obbligo in capo all’ASP all’erogazione delle prestazioni ad ella dovute, condannando l’Ente al pagamento delle spese fino a quel momento sostenute e riconoscendo – soprattutto – a favore della minore il pieno diritto alla somministrazione delle cure mediante la suddetta metodologia ABA.
La ricostruzione dei fatti
La vicenda in esame vedeva una minore, all’epoca del ricorso di soli 4 anni e mezzo, versare in gravi condizioni di salute. In particolare, a seguito di plurimi esami clinici effettuati presso decine di strutture sanitarie sparse in diverse Regioni, veniva diagnosticato sulla bimba la presenza delle caratteristiche tipiche del disturbo dello spettro dell’autismo.
A fronte degli scoraggianti ed infausti esiti, la forza di volontà dei genitori ha portato gli stessi ad affrontare la problematica ricercando piuttosto le metodologie, cure e pratiche mediche più adatte per poter migliorare la qualità della vita della propria bimba e poterle così regalare un futuro più roseo.
Il metodo Aba (a pagamento)
Sottoposta ad ulteriori accertamenti clinici, era prescritto alla stessa il compimento di un percorso specifico di trattamento innovativo basato su modelli comportamentali evolutivi ad insegnamento strutturato meglio denominato “metodo ABA”.
Il metodo ABA è l’acronimo di “Applied Behavioral Analysis” che tradotto in maniera letterale significa “analisi applicata del comportamento”. Ciò che rende efficace l’ABA è la presenza dicentinaia di procedure – già testate sul campo – che sono state validate scientificamente a livello internazionale e che è possibile personalizzare sul bambino per avere la certezza di ottenere un miglioramento.
Miglioramenti dopo le cure specifiche
Difatti, a seguito delle prime attività comportamentali, tutte svolte a pagamento e presso strutture private (in quanto l’ASP di Cosenza non erogava il servizio), la bambina registrava miglioramenti soprattutto nell’attenzione ed esplorazione dell’ambiente.
Considerati i vistosi ed oggettivi sviluppi, se da un lato le strutture sanitarie consigliavano “di proseguire il trattamento” per progredire nel miglioramento delle condizioni di salute dall’altro, il grave carico economico sopportato dai genitori per il pagamento delle suddette pratiche presso strutture private e la contestuale assenza del medesimo servizio presso le strutture ASP, comportava l’impossibilità per i genitori di garantire alla minore tali cure dunque, quel “miglior avvenire” che glistessi avevano inteso promettere alla propria bambina.
La decisione di fare ricorso per via giudiziale
I genitori decidono di rivolgersi ai propri legali di fiducia, gli avvocati Salvatore Francesco Panza e Marco Giovanni Caraffa del foro di Cosenza, i quali dopo aver sollecitato, bonariamente ma invano, l’ASP di Cosenza a provvedere all’erogazione (diretta o a mezzo rimborso) delle prestazioni sanitarie con trattamento ABA, gli stessi si vedevano costretti a depositare dapprima un ricorso per provvedimento d’urgenza presso il tribunale di Cosenza (conclusosi con condanna dell’ASP al rimborso di quanto fino a quel momento sostenuto dai genitori della minore) e successivamente a ricorrere al giudice di merito per vedersi riconosciuto questa volta il pieno diritto della loro piccola assistita ad ottenere le suddette cure da parte dell’ASP.
L’opposizione dell’Asp di Cosenza
Ad impedire il pieno riconoscimento del diritto si ponevano le difese espresse dall’Ente incentratesi sulla ritenuta inefficacia del trattamento sanitario prescritto sulla minore, sui dubbi relativi alla novità del metodo scientifico e soprattutto sulla ritenuta adeguatezza degli altri e diversi metodi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale.
L’efficacia delle cure specifiche
Di diverso avviso erano i legali della famiglia secondo i quali, in tema di diritto alla salute, la posizione della minore si sarebbe posta in una posizione di diritto soggettivo perfetto e giammai in una posizione di interesse legittimo, di tal guisa difettando un qualunque potere della Pubblica Amministrazione a compiere scelte o valutazioni proprie della discrezionalità amministrativa.
Nonostante le difficoltà riscontrate dai legali nel ricostruire l’intera materia – in quanto sono ancoraoggi pochissime le sentenze che riconoscono a favore delle persone affette dal “disturbo dello spettro autistico” il diritto a vedersi riconosciute le prestazioni sanitarie con il suddetto metodo – gli stessi insistevano per il riconoscimento delle loro richieste, evidenziando al tribunale di Cosenza come, a parere loro, è proprio la legge a stabilire l’obbligo per il Servizio Sanitario di assicurare tramite strutture proprie, ovvero convenzionate, non solo la cura e la riabilitazione della persona affette da tali difficoltà, ma anche l’ulteriore obbligo, a carico del servizio pubblico, di garantire specifiche tipologie di prestazioni che, per condizioni cliniche, di rischio o per evidente importanza scientifica, comportino un significativo beneficio in termini di salute, a livello individuale o collettivo, a fronte delle risorse impiegate.
Sul tema, risultava infatti dirimente la novella legislativa (Legge 134/2015) che in tema di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e diassistenza alle famiglie, pone all’art. 3 un’importante novità, considerato che inserisce la patologiadel disturbo dello Spettro dell’Autismo nei cosiddetti LEA (livelli essenziali di assistenza), ed in particolare sancisce che gli enti preposti si dovranno far carico delle prestazioni relative alla diagnosi precoce, alla cura e al trattamento individualizzato, impiegando metodologie e strumenti basati sulle più avanzate evidenze scientifiche.
La condanna dell’Asp di Cosenza
Assunzioni queste che hanno convinto in toto il tribunale di Cosenza che, nel ragionare conformemente agli assunti espressi dagli Avvocati della bimba, ha ulteriormente statuito come l’appropriatezza della terapia ABA non potesse ritenersi esclusa ed elusa dalla mera carenza di evidenze scientifiche disponibili, posto che dette evidenze possono venire in rilievo allorquando essa sia scientificamente dichiarata inefficacia e non già come nel caso in esame sia soltanto dubbia.
Così motivata il tribunale di Cosenza non solo ha riconosciuto l’esistenza del diritto a ricevere la prestazione sanitaria specialistica con metodo scientifico ABA, ma anche ha disposto la condanna dell’Asp al pagamento di tutte le spese sanitarie fino ad oggi sostenute da quei genitori che tanto hanno lottato e lotteranno per tutto ciò che riguarderà il loro piccolo grande dono.