martedì,Marzo 19 2024

Bortolo Mutti: «Cosenza, guai a lasciare qualcosa di intentato»

Il tecnico Mutti: «Verrò a Cosenza in estate per salutare i miei amici: il patron Pagliuso, Caligiuri, Guido. Con Pasquale Grandinetti…» Bortolo Mutti e quelle stagioni sulla cresta dell’onda. Il tecnico bergamasco ha scritto la storia di Palermo e Cosenza, allenando due squadre che fecero innamorare le rispettive tifoserie. Per lui, pertanto, la sfida di

Bortolo Mutti: «Cosenza, guai a lasciare qualcosa di intentato»

Il tecnico Mutti: «Verrò a Cosenza in estate per salutare i miei amici: il patron Pagliuso, Caligiuri, Guido. Con Pasquale Grandinetti…»

Bortolo Mutti e quelle stagioni sulla cresta dell’onda. Il tecnico bergamasco ha scritto la storia di Palermo e Cosenza, allenando due squadre che fecero innamorare le rispettive tifoserie. Per lui, pertanto, la sfida di sabato sarà come un derby. «Pensando a Cosenza e Palermo si risvegliano in me i sentimenti di un tempo, che sono tutt’ora molto forti – ammette dalle colonne di Gazzetta del Sud – Ho trascorso tanti anni sulle panchine delle due squadre e sabato seguirò la partita, anche se non dal vivo. Nella città dei Bruzi penso che verrò più in là, in estate, per salutare vecchi amici di un tempo come il patron Paolo Fabiano Pagliuso, il team manager Eugenio Caligiuri o il preparatore dei portieri Maurizion Guido. Per fortuna ho la possibilità di vedere all’opera i Lupi in tv e seguo la Serie B con grande attenzione»

«Cosenza, guarda sempre più su»

Mutti, nel ricordare la rincorsa alla Serie A che svanì nel finale di stagione, dà un suggerimento a Piero Braglia. «Guai a lasciare qualcosa di intentato – evidenzia – Se c’è uno spiraglio, i rossoblù hanno il dovere di provarci. Ricordo che all’epoca svolgemmo un grande lavoro, pur non essendo additati da molti come squadra candidata al salto di categoria. A lungo andare qualcosa andò storto, ma per oltre un girone il Cosenza condusse un campionato esemplare. E’ giusto ancora oggi andarne fieri».

Il terreno del Marulla

L’amicizia che lega Bortolo Mutti allo storico giardiniere Pasquale Grandinetti è solida e l’allenatore non può raccontare un aneddoto. «Quando ho visto in che condizioni era il terreno del Marulla, sono rimasto quasi basito – dice – Ai miei tempi era sempre un gioiellino. Ricordo le discussioni con lo storico Pasquale Grandinetti perché il suo scopo principale era preservarlo in vista delle gare, mentre noi spingevamo per allenarci lì. Devo ammettere che, però, al fischio d’inizio, in qualsiasi condizioni atmosferiche, giocare su un biliardo del genere era un lusso anche per squadre di Serie A. A causa dello dello 0-3 incassato contro il Verona, inoltre, i rossoblù hanno gettato alle ortiche una grossa chance: i tre punti, in caso di vittoria, avrebbero cambiato il volto dell’attuale classifica e forse dell’intera stagione».

Due gioielli nel Cosenza

Per chiudere l’intervista, Mutti si sofferma sulle individualità delle due compagni. «Il Cosenza è ben allenato e ha un ottimo organico, ma ha due giocatori forti e determinanti. Il primo è, senza ombra di dubbio, Gennaro Tutino, mentre l’altro è Sciaudone, centrocampista col vizio del gol che è stato e continuerà ad essere decisivo. Quanto al Palermo, c’è da tenere a bada un giocatore con la personalità di Rispoli mentre Trajkovski e Nestrorovski sono una coppia-gol da paura».

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