sabato,Settembre 7 2024

Di Marzio: «Il Cosenza è un tatuaggio sulla mia pelle. Occhio al Palermo»

Gianni Di Marzio negli ultimi anni ha coadiuvato Zamparini al Palermo. «Il Cosenza sta pienamente meritando sul campo la salvezza». Il Seminatore d’Oro ha compiuto da poco 79 anni e vivrà Cosenza-Palermo con un occhio particolare. Il passato e il cuore sulla panchina dei rossoblù, l’attualità dietro la scrivania rosanero. «In Sicilia c’è stata una

Di Marzio: «Il Cosenza è un tatuaggio sulla mia pelle. Occhio al Palermo»

Gianni Di Marzio negli ultimi anni ha coadiuvato Zamparini al Palermo. «Il Cosenza sta pienamente meritando sul campo la salvezza».

Il Seminatore d’Oro ha compiuto da poco 79 anni e vivrà Cosenza-Palermo con un occhio particolare. Il passato e il cuore sulla panchina dei rossoblù, l’attualità dietro la scrivania rosanero. «In Sicilia c’è stata una collaborazione fugace, perché sono amico del presidente avendo con lui alla guida condotto il Venezia in A, ma ero ben consapevole che si sarebbe trattato di un volo senza paracadute, come tuffarsi in una piscina senza acqua – racconta Gianni Di Marzio dalle colonne di Gazzetta del Sud– Zamparini avrebbe voluto che proseguissi anche in vesti di direttore generale o presidente, ma rifiutai perché sono al seguito di squadre straniere e ho tante altre mansioni nel mondo del calcio».

L’amore per Cosenza e il caso-Bergamini

«Cosenza è un tatuaggio indelebile sulla mia pelle – continua Di Marzio senza peli sulla lingua – ma va ben oltre la mia parte epidermica: è una questione di sangue e appartenenza. Spesso mi viene voglia di prendere un aereo e passare a salutare gli amici bruzi. Ne conosco parecchi e loro mi riconoscono in tutto il mondo. Ho vissuto anni straordinari in riva al Crati e sono contento che sia tornata la Serie B a prendere la scena. Tengo molto a cuore la questione Bergamini, caso che mi addolora molto ancora oggi. Conosco il magistrato e sono fiducioso: speriamo che la famiglia possa avere presto giustizia».

Embalo e Tutino super

Di Marzio applaude al cammino dei rossoblù e spende parole di elogio per Piero Braglia, uno che gli somiglia davvero tanto. «Ci sono una società seria e un tecnico molto forte come garanzia per il raggiungimento dell’obiettivo che sta pienamente meritando sul campo. La classifica attuale rispecchia perfettamente i valori visti e da quando esiste il calcio è sempre stato così. Il Cosenza, però, quest’anno rappresenta un’eccezione alla regola. Se avesse giocato la partita col Verona, avrebbe potuto far conto su qualche punto in più. Aver perso a tavolino a causa del terreno di gioco ha del clamoroso». Il manager affonda il colpo e parla dei singoli. «Il manto del Marulla, ai miei tempi, era un capolavoro, a mio giudizio secondo solo a quello del San Paolo di Napoli. Un vero peccato, soprattutto perché la squadra dispone di giocatori con determinate caratteristiche come Embalo, che conosco molto bene per averlo avuto con me a Palermo ed è una forza della natura al netto della ricerca ossessiva del dribbling, e Tutino che vidi giocare per la prima volta con le giovanili. Occhio al Palermo, però, se imbrocca la giornata giusta sono dolori».

«Mai sentito Guarascio»

Di Marzio, sull’ipotesi ritorno resta guardingo e non esita a giocare a carte scoperte. «Cosa risponderei se mi chiamasse Guarascio per tornare a Cosenza? Non lo so dire perché in realtà non ci siamo mai sentiti. Bisogna dargli atto che sta agendo bene e i risultati gli danno ragione».

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