Cosenza, persa una battaglia. Ma la salvezza è sempre lì dietro l’angolo
Il Lecce ha vinto la partita a centrocampo, ma il Cosenza resta a +5 sui playout. Da rivedere difesa e mediana: Palmiero e Sciaudone insostituibili. Il Cosenza a Lecce ha giocato bene soltanto la parte iniziale del primo tempo. Man mano si è sgretolato e, incassata la zuccata imperiosa di La Mantia ad inizio ripresa,
Il Lecce ha vinto la partita a centrocampo, ma il Cosenza resta a +5 sui playout. Da rivedere difesa e mediana: Palmiero e Sciaudone insostituibili.
Il Cosenza a Lecce ha giocato bene soltanto la parte iniziale del primo tempo. Man mano si è sgretolato e, incassata la zuccata imperiosa di La Mantia ad inizio ripresa, si è dissolto completamente al Via del Mare. I giallorossi hanno dimostrato di essere in palla e che la qualità del loro centrocampo è superiore a quella della mediana rossoblù proposta da Braglia.
Confronti persi
Garritano e Mungo sono riusciti una volta a testa ad entrare in area avversaria sfoderando la sciabola: un gol e una rete fallita da posizione invitante sarebbero stati un buon bottino se il resto della partita non li avesse visti soccombere al cospetto dei loro dirimpettai. E’ nella zona nevralgica che Liverani ha vinto la partita,è lì che Tachsidis più di Arrigoni e il fantastico duo Tabanelli-Petriccione riusciva ad interscambiarsi con Mancosu, generando pericolosi vortici sulla trequarti. Esaurite le ripartenze, il Cosenza è stato risucchiato a protezione dell’area di rigore dove, forse più del Brescia e sicuramente più del Pescara, il Lecce ha gente che salta l’uomo e serve cioccolatini in mezzo all’area. Bruccini play basso non dà geometrie, Mungo non sta vivendo la sua migliore stagione, Garritano (1-0 a parte) si è visto poco. Per farla breve, Palmiero e Sciaudone (anche da diffidati) ad oggi non sono sostituibili.
Rimonte subite e scricchiolii in difesa
Anche al Via del Mare il Cosenza non è riuscito a mantenere il vantaggio conquistato grazie ad un’invenzione di Tutino. E’ la terza volta che accade nelle ultime quattro partite. Col Brescia è stato dilapidato un 2-0, a Pescara è costato caro un calcio piazzato, ieri invece c’è stata la sensazione che i padroni di casa fossero una spanna sopra ai rossoblù. E non è accaduto spesso in stagione. Altra nota negativa? Il rendimento in netto calo di Dermaku, colpevole almeno su un gol e mezzo, e dell’intero pacchetto arretrato. Braglia ha costruito una promozione e una quasi-salvezza sulla solidità della retroguardia, ma evidentemente alcuni uomini stanno vivendo un periodo di forma poco smagliante.A questo si aggiunge la mancanza di un bomber in squadra ed ecco spiegato il periodo recente di difficoltà collettiva.
Vantaggio immutato
Ok: il Cosenza ha perso male a Lecce, ma non c’è da fare drammi. Il cuscinetto sulla zona playout permette di affrontare con grande serenità il resto del campionato a partire dal derby col Crotone. La cura Stroppa ha rivitalizzato i pitagorici, ma i Lupi hanno già ampiamente dimostrato di saper rialzare la testa quando la situazione sembra ingarbugliarsi. Dei match residui, soltanto la trasferta di Benevento sulla carta appare proibitiva. Crotone, Padova, Spezia, Venezia e Salernitana sono tutte ampiamente alla portata: quota 41 è già stata avvistata da Embalo e compagni, fermo restando che i numerosi scontri diretti potrebbero addirittura far abbassare la quota-salvezza. Insomma, su con la vita che domenica al Marulla è in programma un’altra festa di tifo! (Antonio Clausi)