Hristov e gli allenamenti in inglese: «A Cosenza la mia grande opportunità»
Hristov aspetta la sua chance e spera nel riscatto del Cosenza. «Capela e Dermaku mi aiutano in allenamento. I tifosi sono impressionanti». – di Antonio Clausi – Andrea Hristov è un investimento per il futuro e Braglia ha intenzione di valutarlo a fondo nel finale di stagione. Il difensore bulgaro è arrivato in Italia, in
Hristov aspetta la sua chance e spera nel riscatto del Cosenza. «Capela e Dermaku mi aiutano in allenamento. I tifosi sono impressionanti».
– di Antonio Clausi –
Andrea Hristov è un investimento per il futuro e Braglia ha intenzione di valutarlo a fondo nel finale di stagione. Il difensore bulgaro è arrivato in Italia, in prestito, con grandi motivazioni e aspetta di essere messo alla prova dal suo allenatore, che già domani a Padova valuta se dargli una chance come fatto a Pescara. Con la salvezza in tasca, invece, tutto sarà più semplice e il Cosenza potrebbe scoprire di avere in casa uno stopper affidabile da valorizzare e soprattutto da riscattare a giugno. «E’ ciò che mi auguro – dice il ragazzo esprimendosi fluidamente in inglese e cimentandosi in qualche saluto in italiano – sono animato da grandi ambizioni e sono consapevole che questo è il primo step della mia carriera. Vedremo a fine stagione cosa succederà».
Cosenza è ciò che lei cercava?
«Sì, cercavo un’opportunità per esprimermi fuori dalla Bulgaria e Cosenza è stata la migliore di queste. Mi trovo bene in città, pertanto ritengo di aver fatto la scelta giusta, specialmente perché milito in un club importante per la Serie B».
Finora due gettoni di presenza, si aspettava di giocare un po’ di più?
«E’ il tecnico a decidere quando e come utilizzarmi oppure se mandarmi in panchina. Io sto lavorando per farmi trovare pronto e sono a disposizione: aspetto la mia occasione. Braglia è uno specialista».
Il Cosenza vanta ottimi difensori, a chi si ritiene più simile?
«Mi piace Dermaku, ha una grande forza e durante la settimana seguo molto il suo modo di preparare le partite. Le mie caratteristiche? Giocare pulito e con semplicità».
Si era mai ritrovato in una retroguardia a tre?
«No, a Pescara è stata la prima volta: in precedenza ho sempre giostrato in una linea a quattro e mai nel 3-5-2. Sto cercando di imparare in allenamento i movimenti giusti e credo che il ruolo che possa fare al caso mio sia sul centrodestra. Ma se il mister decidesse di utilizzarmi al centro, non direi certamente di no».
Quanto è diversa Cosenza da Sofia?
«Molto, Sofia è la capitale della Bulgaria e la vita è diversa sotto ogni aspetto. Anche a livello di cibo è così. Noi abbiamo diversi piatti tipici, ma i ristoranti italiani dalle mie parti si trovano praticamente ovunque: per questo motivo conoscevo già prima la vostra cucina. Il peperoncino? Certo che l’ho provato!».
Come è stato l’impatto con il calcio italiano?
«Il calcio in Italia è veloce, non hai tempo per fermarti a ragionare, devi pensare celermente a cosa fare e a chi passare il pallone. Nel mio paese è tutto meno complicato, specialmente quando una grande squadra ne affronta un’altra di rango minore».
Cosa hai pensato quando ti hanno detto che saresti venuto a Cosenza?
«Ero in Turchia con lo Slavia Sofia ed è arrivata la chiamata dei Lupi. Sono tornato in Bulgaria di corsa, ho fatto le valigie e sono partito».
Hai un fratello gemello che gioca alla Ternana. Cosa ti ha risposto quando gli hai confidato che lo stavi per raggiungere in Italia?
«Mi ha parlato bene del Cosenza, dicendomi che era una buon società, che l’anno scorso giocava in Serie C e che ha vinto i playoff per la promozione in B».
Ritieni di essere più forte di lui?
«Certamente».
Come fai con la lingua durante gli allenamenti?
«Capisco il 50% di ciò che ci dice il tecnico, per il resto mi aiutano Capela e Dermaku così da recepire ogni indicazione di Braglia».
Soltanto loro due parlano inglese nello spogliatoio?
«Sì, mi fanno da traduttori e per questo li ringrazio davvero molto. Ogni tanto c’è Kevin Marulla che parla un po’ di inglese con me, con Trovato invece viviamo insieme a Rende».
E con lui come parli?
«Semplice, c’è Google Translate! Inoltre faccio pratica con mio fratello che invece sta imparando velocemente».
Come sfruttate il tempo libero?
«Stiamo quasi sempre in albergo, in camera a guardare la tv e non usciamo praticamente mai se non per qualche passeggiata o giro in macchina. Non è facile, specialmente perché non parlo italiano. Sono stato però a Terni da Petko, a Roma e a Firenze»
Quanto calcio guardate in tv?
«Io seguo la Liga, la Ligue 1 francese e la Serie A. In Spagna la mia squadra preferita è il Barcellona, in Italia invece mi piace il gioco della Juventus. Spero che sia proprio questa la finale della Champions Leauge, anche se reputo Messi superiore a Cristiano Ronaldo per la sua grande qualità».
Il Cosenza può considerarsi salvo?
«No, non ancora. Ci manca ancora qualche punto, al massimo quattro. Pensiamo per il momento a vincere a Padova, poi magari vinciamo tutte le gare da qui alla fine e ci ritroveremo a parlare di altro».
Hristov, lei è il terzo bulgaro della storia del Cosenza. Conosce gli altri due?
«Sì, prima di me ci sono stati Jabov e Vutov. Con Vutov siamo amici e ci siamo sentiti prima che firmassi. Mi ha parlato bene del club e della città, ora lui ha scelto di tornare a giocare in patria».
Le piace il tifo del Cosenza?
«E’ spettacolare. Non ho incontrato altre squadre con la passione dei nostri supporter, ci seguono in gran numero anche quando giochiamo in trasferta. E’ davvero fantastico».
Ti mancano gli amici e i tuoi genitori?
«Sì, ma sanno che sono lontano da loro per una crescita professionale. Il prossimo anno, però, potrebbero trasferirsi qui».
Cosa succederà a fine stagione?
«Decideranno Trinchera e il presidente, ma se il direttore mi chiamasse adesso chiedendomi di recarmi al Marulla per firmare… non ci penserei due volte».