venerdì,Gennaio 17 2025

Sibari, commerciante accusato di peculato: assolto in appello

Assolto per non aver commesso il fatto. È questa la sentenza emessa nei giorni scorsi dalla prima sezione della corte d’Appello di Catanzaro nei confronti di S. Z., di Sibari, condannato, in primo grado, alla pena di due anni dal Tribunale Collegiale di Castrovillari per il reato di peculato. L’uomo, che all’epoca dei fatti gestiva

Sibari, commerciante accusato di peculato: assolto in appello

Assolto per non aver commesso il fatto. È questa la sentenza emessa nei giorni scorsi dalla prima sezione della corte d’Appello di Catanzaro nei confronti di S. Z., di Sibari, condannato, in primo grado, alla pena di due anni dal Tribunale Collegiale di Castrovillari per il reato di peculato.

L’uomo, che all’epoca dei fatti gestiva una ricevitoria del lotto nel comune ionico, era infatti accusato del grave reato perché, secondo l’ipotesi accusatoria, aveva trattenuto per sé la rilevante somma di 48mila derivante dalle giocate emesse dalla sua ricevitoria. La lottomatica s.p.a., concessionaria dello Stato per la riscossione delle giocate, aveva richiesto la somma all’imputato, revocando, infine, allo stesso, la licenza all’esercizio delle giocate del lotto ed inoltrando una denuncia alla Procura della Repubblica di Castrovillari.

Dal giudizio di primo grado all’assoluzione

All’esito del giudizio di primo grado, il Tribunale collegiale di Castrovillari, aveva condannato l’imputato alla pena di due anni, riconoscendolo responsabile dell’appropriazione delle somme di danaro proventi delle giocate. L’uomo, però, ha impugnato la sentenza e ha presentato appello, tramite l’avvocato Raffaele Brunetti, mettendo in discussione ogni punto della ricostruzione dei fatti posti a fondamento della sentenza a cagione della quale si era pervenuti alla condanna dell’uomo.

In particolare, il legale cosentino ha criticato, in punto di diritto, il modo in cui la sentenza di primo grado aveva accertato l’esistenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero l’intenzionalità dell’imputato di appropriarsi della cospicua somma vantata dalla Lottomatica s.p.a. Critiche condivise dalla prima sezione della Corte d’Appello di Catanzaro che, all’esito dell’udienza del 14 maggio scorso, ha accolto i motivi d’appello dedotti dall’avvocato Brunetti, assolvendo l’imputato per non aver commesso il fatto.

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