Metroleggera Cosenza-Rende-Unical, “e non finisce qui…”
La storia politico-giudiziaria del nostro Paese insegna che dietro i grandi appalti c’è sempre un interesse delle organizzazioni criminali. Le mafie s’infiltrano nel tessuto sociale ed economico, attraverso società apparentemente pulite, ma che nascondono in realtà fiumi di denari illeciti, riciclati ad arte per conto dei vari clan. Le grandi opere pubbliche in Calabria E’
La storia politico-giudiziaria del nostro Paese insegna che dietro i grandi appalti c’è sempre un interesse delle organizzazioni criminali.
Le mafie s’infiltrano nel tessuto sociale ed economico, attraverso società apparentemente pulite, ma che nascondono in realtà fiumi di denari illeciti, riciclati ad arte per conto dei vari clan.
Le grandi opere pubbliche in Calabria
E’ notizia di pochi giorni fa, infatti, l’interdittiva antimafia a una società vicina alla Camorra che aveva in subappalto una parte della ricostruzione del ponte di Genova. Questo è solo uno dei tanti casi in cui i “potentati” mafiosi cercano di fare affari, avendo la faccia pulita. A volte, però, il filo che collega mafia e politica diventa sempre più stretto. In Calabria, per esempio, ci sono rapporti consolidati tra le istituzioni e la ‘ndrangheta. In alcuni casi, invece, è direttamente il politico a trattare con le grandi aziende che lavorano negli appalti pubblici. Sono quelle società interessate a costruire opere maestose che spesso non trovano consenso nell’opinione pubblica.
La costruzione di piazza Bilotti
A Cosenza, la realizzazione di piazza Bilotti ha avuto ripercussioni sia politiche sia giudiziarie. E’ stata per anni al centro del dibattito tra maggioranza e opposizione. Tra chi sosteneva, e lo fa tutt’ora, Mario Occhiuto e tra chi invece sta nei banchi della minoranza, vedi il Pd. La magistratura, inoltre, dal 2017 in poi ha acceso i riflettori sull’opera pubblica. Dall’arresto del costruttore Giorgio Ottavio Barbieri, ritenuto referente del clan Muto di Cetraro, fino all’inchiesta del dicembre scorso contro il governatore della Calabria, Mario Oliverio.
Ora la Metroleggera
Oggi tocca alla Metroleggera, il collegamento ferroviario che dovrebbe unire Cosenza, Rende e l’Unical. I cittadini non la vogliono, mentre la politica (a modo suo) spinge per averla in tempi brevi. Anche qui, i magistrati di Catanzaro hanno svelato intrecci nel mondo politico, molto interessato alla sua costruzione per favorire le aziende che hanno vinto l’appalto di gara. E cosa c’è dietro questa pressante richiesta di farla a tutti i costi, nonostante i benefici sarebbero pochi, quasi pari a zero vista la scarsa utenza che ne usufruirebbe ogni giorno? Se lo chiedono gli stessi magistrati che hanno indagato fino all’altro giorno su Nicola Adamo, Mario Oliverio e Mario Occhiuto.
Spunti investigativi
Se per piazza Bilotti, i clan avrebbero cercato di imporre il “pizzo” a Barbieri, cosa potrebbe essere successo per la Metroleggera? Domanda, allo stato attuale, senza una risposta valida. Dipenderà molto dagli elementi indiziari in possesso della magistratura antimafia di Catanzaro che, nella sua continua ricerca della verità processuale, potrebbe riscrivere la storia anche di questo appalto con spunti investigativi raccontati da chi il Crimine lo conosceva bene. Della Metroleggera, dunque, ne sentiremo ancora parlare. Per dirla alla Corrado “e non finisce qui…”. (alan)