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Anno 2014, così il centrosinistra si “prende” la Regione Calabria

La vittoria del 2014 è l’inizio di un cambiamento radicale alla Regione Calabria. E il centrosinistra vuole prendere tutto. E ci riesce. Quasi tutti gli incarichi dirigenziali passano dal Governo Oliverio-Adamo, così come le nomine per alcuni ruoli fondamentali per la vita del Consiglio regionale. A cominciare dal presidente dell’Assise di via Cardinale Portanova fino

Anno 2014, così il centrosinistra si “prende” la Regione Calabria

La vittoria del 2014 è l’inizio di un cambiamento radicale alla Regione Calabria. E il centrosinistra vuole prendere tutto. E ci riesce.

Quasi tutti gli incarichi dirigenziali passano dal Governo Oliverio-Adamo, così come le nomine per alcuni ruoli fondamentali per la vita del Consiglio regionale. A cominciare dal presidente dell’Assise di via Cardinale Portanova fino alla scelta dei presidenti delle commissioni regionali, senza dimenticare enti quali Calabria Verde o inserimenti di uomini di fiducia nelle varie segreterie. Insomma, c’è di tutto.

Il “poltronificio”, però, era monitorato giorno e notte dai carabinieri del Noe di Roma. La procura di Napoli apre il primo fascicolo, iscrivendo nel registro degli indagati Nicola Adamo. Questo perché gli investigatori ascoltano un’intercettazione tra Giovanni Sanitlli e Giuseppe Di Fuccia, sui risultati elettorali in Calabria del Pd. Poi tocca alla procura di Catanzaro che, a cascata, indaga tutti gli altri finiti nell’avviso di conclusioni delle indagini preliminari.

Il ruolo “occulto” di Nicola Adamo

Ci sono almeno quattro eventi che secondo i carabinieri sono riconducibili all’ex consigliere regionale. Decisioni avallate dal governatore Mario Oliverio, dopo il placet del marito di Enza Bruno Bossio. Nell’elenco stilato dei militari dell’Arma figurano la nomina a presidente del Consiglio regionale di Antonio Scalzo (8 gennaio 2015), quella di Luigi Zinno a dirigente del Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli investimenti pubblici (13 luglio 2015), poi dirigente del settore Infrastrutture, Lavori pubblici, Mobilità della Regione Calabria (27 luglio 2016) e Rup e membro della commissione per la realizzazione del sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza-Rende-Unical dal dicembre del 2015 e infine la scelta di Roberto Musmannoo, assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti dal 9 luglio 2015.

Tutte indicazioni di Nicola Adamo che in quel periodo avrebbe voluto creare, in accordo con Mario Oliverio, «una “struttura ad hoc” per il “controllo dei dirigenti” in modo tale “che tutte le carte devono passare dalle nostre mani”». In sostanza, l’esponente del Pd aveva un ruolo “occulto” nella Giunta regionale, il “registra ombra” di Oliverio. Questo “modus operandi” è alla base dell’accusa di associazione a delinquere finalizzata a competere reati contro la pubblica amministrazione che, ad oner del vero, il gip di Catanzaro ha escluso (in punta di diritto). Rimane, tuttavia, l’impianto accusatorio della procura di Catanzaro, coordinata da Nicola Gratteri, che non intende muoversi di un millimetro rispetto a quanto emerso dalle indagini.

La Metroleggera e gli incarichi governativi

Dal contesto investigativo emerge, in relazione alla Metroleggera, che l’assessore Musmanno non fosse allineato alle “direttive” di Adamo, tanto che la moglie Enza Bruno Bossio interviene nella questione, parlandone con Giuseppe Lo Feudo: «”Gli ho detto fermati fino a giugno a Cosenza!”». Ma questo è solo un aspetto della vicenda politica-giudiziaria.

Si arriva così a parlare, tra i vari indagati, degli incarichi governativi da assegnare a coloro i quali devono stare vicini ad Oliverio che è «alla ricerca non di autisti ma di persone che gli stanno vicino “umanamente e politicamente”». Con i vari consiglieri regionali cercano di capire chi può andare «con Giuseppe» e chi «con Scalzo». I nomi in ballo sono quelli di «Damiano e Feliciano», uno dei quali destinato a Calabria Verde come responsabile amministrativo part-time.

Commissioni Sanità e Bilancio

A fine gennaio 2015, inoltre, si tratta per le commissioni. C’è da assegnare quella della Sanità e del Bilancio. Uno dei nomi più in voga è quello dell’ex sindaco di Cetraro, Giuseppe Aieta che in una intercettazione con Nicola Adamo sonda il terreno per una delle due. L’ex vicepresidente del Consiglio regionale ai tempi della Giunta Loiero, voleva che il neo eletto consigliere regionale scegliesse la Sanità, ma gli sarebbe andato bene anche il Bilancio «dove arriva tutto, compresi i provvedimenti delle altre commissioni per l’approvazione delle finanziarie». Non da meno la scelta del capogruppo. Adamo spiega le ragioni che hanno fatto propendere per Sebi Romeo che «è più politicamente ferrato, mentre Mirabello è deboluccio».

Povertà e “portaborse”

Adamo e Romeo mettono in atto anche una strategia sul reddito minimo. Il “regista occulto” consiglia al consigliere regionale reggino di concentrarsi subito sulla Zes di Gioia Tauro e la povertà, «facendo una sperimentazione sul reddito minimo in Calabria. Prendendo 150mila euro all’anno per 5 anni, riusciranno ad avere una platea di 30mila persone dando circa 5mila euro all’anno» registrano i carabinieri.

Altro argomento delicato è quello dei “portaborse”. Adamo e Romeo contestano la nota del segretario generale del Consiglio regionale, Carlo Calabrò, che disponeva come la scelta dei collaboratori degli organismi politico-istituzionali dovesse essere fatta sui requisiti in possesso dei singoli soggetti scelti dal governo di centrosinistra e non sulla “fedeltà”. «Romeo – sottolineano i carabinieri – lo tranquillizza dicendo che la stanno aggiustando con una bella nota ai revisori e di non preoccuparsi». Verranno scelte, quindi, le persone con competenze, ma la laurea non sarà una delle prerogative. E nel frattempo è prioritario risolvere «il problema» di un stretto collaboratore di Adamo che rischia di non essere pagato per i quattro mesi di lavoro in servizio alla Regione.

Quando Oliverio diceva no alla Metro

Tuttavia, è curioso il fatto che il governatore Oliverio, per bocca di Adamo, il 31 dicembre del 2014, non fosse affatto convinto di realizzare la Metroleggera, preferendo la rettifica del tratto ferroviario Cosenza-Catanzaro. Nei primi giorni di gennaio del 2015, il presidente della Regione era intenzionato a revocare il progetto di Cosenza e Adamo ne parla anche con Guccione, il quale ritiene che se dovesse essere confermato Occhiuto alla guida della città di Cosenza sarebbe meglio non realizzarla. L’accelerazione viene data dopo la formazione della giunta bis, a seguito dell’inchiesta “Rimborsopoli” e dopo la revoca del divieto di dimora in Calabria nei confronti di Nicola Adamo. L’attività investigativa, contenuta nella prima parte, fa riferimento alle indagini condotte dalla procura di Napoli. (alan)

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