giovedì,Maggio 15 2025

Bancarotta fraudolenta, assolto noto imprenditore di Cosenza

La Corte d’Appello di Catanzaro ha assolto Giovanni Giorgio Alfieri dal reato di bancarotta fraudolenta aggravata per la distrazione di rimanenze di magazzino per un importo superiore ad un milione di euro. Il noto imprenditore cosentino, Giovanni Giorgio Alfieri, aveva subito una condanna in primo grado dal tribunale collegiale di Cosenza alla pena di 3 anni

Bancarotta fraudolenta, assolto noto imprenditore di Cosenza

La Corte d’Appello di Catanzaro ha assolto Giovanni Giorgio Alfieri dal reato di bancarotta fraudolenta aggravata per la distrazione di rimanenze di magazzino per un importo superiore ad un milione di euro.

Il noto imprenditore cosentino, Giovanni Giorgio Alfieri, aveva subito una condanna in primo grado dal tribunale collegiale di Cosenza alla pena di 3 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali, nonché alle pene accessorie di cui all’articolo 216 ultimo comma legge fallimentare per la durata di dieci anni e all’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni. Sempre il tribunale bruzio, aveva invece assolto l’Alfieri, con formula poi divenuta irrevocabile, per altra ipotesi di distrazione dalla massa attiva fallimentare per 138.150,00 euro.

Il processo di secondo grado

In appello, l’assoluzione ottenuta dal difensore di Giovanni Giorgio Alfieri, l’avvocato Angelo Nicotera, che ha evidenziato a sostegno del suo assistito, una serie di prove documentali, prima fra tutte un pignoramento da parte di Equitalia di rimanenze di magazzino che erano valorizzate per l’importo di circa 400mila euro, poi vendute all’asta al prezzo di 6700 euro. I beni oggetto di pignoramento da parte di Equitalia, non erano quelli indicati nel capo di imputazione, che sarebbero stati oggetto di distrazione per il valore di oltre un milione di euro.

L'avvocato Angelo Nicotera
L’avvocato Angelo Nicotera

Il lavoro del consulente tecnico

Dal pignoramento dell’ente riscossore, e dalla successiva vendita all’asta, però, la difesa ha dedotto la congruità della tesi da sempre sostenuta in merito all’obsolescenza delle rimanenze di magazzino, e cioè, l’inappetibilità per il mercato di quei beni, che era stata dimostrata anche grazie al prezioso contributo del consulente tecnico della difesa, Alfredo casaula, che ha svolto una rigorosa analisi degli indici di rotazione delle suddette merci, secondo gli insegnamenti della più autorevole letteratura scientifica specialistica del settore (Bubbio, Caramiello, Facchinetti, Giunta, Lo Martire e Teodori).

Le altre questioni sollevate dalla difesa

L’avvocato Angelo Nicotera ha poi dimostrato come quelle rimanenze di magazzino, asseritamente distratte dalla massa attiva fallimentare, erano in realtà oggetto di un’unica procedura di vendita sottocosto che aveva rispettato peraltro tutti i crismi di legge. Dalla svendita ottenuti dei ricavi debitamente dichiarati e dunque non vi stata alcuna vendita senza fatturazione, come sostenuto dal giudice di primo grado.

Inoltre, c’era un errore nel criterio di valutazione utilizzato per la valorizzazione delle rimanenze di magazzino, basato su un valore di costo anziché su quello di mercato. L’avvocato Angelo Nicotera ha espresso grande soddisfazione per l’importante successo ottenuto in favore del suo assistito.