giovedì,Marzo 28 2024

Nicola Gratteri nel mirino delle cosche: «Farà la fine di Giovanni Falcone»

Le cosche di ‘ndrangheta temono il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri. Ecco l’ultima scoperta investigativa. L’operazione contro le cosche mafiose del Crotonese riaccende i riflettori su uno dei rischi che corrono i magistrati, mentre svolgono il proprio lavoro: essere nel mirino della ‘ndrangheta. E’ successo a tanti in Calabria e, com’è noto,

Nicola Gratteri nel mirino delle cosche: «Farà la fine di Giovanni Falcone»

Le cosche di ‘ndrangheta temono il procuratore capo della Dda di Catanzaro, Nicola Gratteri. Ecco l’ultima scoperta investigativa.

L’operazione contro le cosche mafiose del Crotonese riaccende i riflettori su uno dei rischi che corrono i magistrati, mentre svolgono il proprio lavoro: essere nel mirino della ‘ndrangheta. E’ successo a tanti in Calabria e, com’è noto, tra i più impegnati nella lotta antimafia c’è il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri.

Nel corso delle intercettazioni, infatti, alcuni componenti della presunta cosca di San Leonardo di Cutro, hanno paragonato la vita distrutta di Giovanni Falcone con quella di Gratteri, spiegando che se dovesse continuare ad indagare sui politici locali, potrebbe fare una brutta fine.

In effetti, l’azione repressiva dell’ufficio antimafia di Catanzaro negli ultimi anni è andata in questa direzione, con numerose inchieste sugli intrecci tra politica e ‘ndrangheta. Accordi di potere che creano altri danni al tessuto economico-sociale della nostra terra, piegata dalla corruzione nella pubblica amministrazione, dal traffico di droga e dalla capacità persuasiva dei clan di farsi pagare il “pizzo” da imprenditori e commercianti.

Le parole intercettate dalle forze dell’ordine, in riferimento alla posizione di Nicola Gratteri, suonano come un campanello d’allarme per il magistrato reggino che, tuttavia, prosegue per la sua strada e senza dubbio la politica, così come le ‘ndrine, fa bene a temerlo. Da Crotone a Vibo e da Catanzaro a Cosenza, le inchieste non sono finite.

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