Csm nella bufera, procedimento disciplinare per due magistrati calabresi
Csm nella bufera, procedimento disciplinare per due magistrati calabresi. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ora fa sul serio. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ha avviato l’iter del provvedimento disciplinare nei confronti dei magistrati coinvolti nella bufera del Csm, collegata dall’inchiesta della procura di Perugia sulla presunta corruzione contestata al pm di Roma, Luca
Csm nella bufera, procedimento disciplinare per due magistrati calabresi. Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ora fa sul serio.
Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede ha avviato l’iter del provvedimento disciplinare nei confronti dei magistrati coinvolti nella bufera del Csm, collegata dall’inchiesta della procura di Perugia sulla presunta corruzione contestata al pm di Roma, Luca Palamara. Un caso che ha fatto irritare, per usare un eufemismo, anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, capo del Consiglio Superiore della Magistratura. Le vari correnti lottano tra di loro. L’Associazione nazionale magistrati chiede le dimissioni di tutti i togati che hanno parlato con Luca Lotti, altri hanno una linea più moderata, come magistratura indipendente, mentre Unicost, il gruppo a cui sono iscritti Luigi Spina, Luca Palamara ed altri magistrati, non vuole che nessuna faccia un passo indietro.
I magistrati calabresi coinvolti
I magistrati calabresi finiti nel mirino del Csm e del ministero di Grazia e Giustizia sono Antonio Lepre, in servizio presso la procura di Paola, e il pubblico ministero Luigi Spina, in servizio presso la procura di Castrovillari. Quest’ultimo è indagato anche per rivelazione del segreto d’ufficio dalla procura di Perugia, avendo divulgato – secondo gli inquirenti – notizie coperte dal segreto istruttorio, quale l’indagine su Luca Palamara.
Le “manovre” di Lotti e Palamara contro Creazzo
L’inchiesta interna al Csm e quella della procura di Perugia mettono a nudo le fragilità di un mondo, quello dei magistrati, che spesso si fa “condizionare” dal potere politico per ottenere in cambio qualcosa, come dimostrano le intercettazioni sulla nomina del nuovo procuratore di Roma. E nel mirino, essendo un “nemico” di Luca Lotti e Luca Palamara, è finito anche il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, che secondo le intenzioni dell’uomo del Pd e del magistrato che in passato aveva lavorato al fascicolo di “Calciopoli”, sarebbe dovuto finire alla procura di Reggio Calabria, liberando quella di Firenze. Alla fine, però, in riva allo Stretto finirà Giovanni Bombardieri.
Palamara “spiato” con Exodus
Tutto ciò crea un notevole danno di immagine alla categoria dei magistrati che, lo ricordiamo, vivono un periodo non fortunato dal punto di vista giudiziario. Ci sono indagini in corso alla procura di Salerno su altri pm calabresi e, forse, altri pubblici ministeri potrebbero essere stati “spiati” dal spyware “Exodus”, lo stesso che la Finanza ha utilizzato per intercettare Palamara, il software non sicuro progettato da Esurv e utilizzato da società come Stm e altre nazionali, al centro di una complessa indagine coordinata dalla procura di Napoli. (a. a.)