domenica,Ottobre 13 2024

«Il vero Parco Acquatico sono le “piscine” dell’ex Legnochimica»

«Il vero Parco Acquatico sono le “piscine” dell’ex Legnochimica». La nota del comitato #DecidiamoNOI. Il vero Parco Acquatico sono le “piscine” della Legnochimica e gli altri ecomostri dell’Area industriale di Rende L’attività della Legnochimica, nell’area industriale di Rende, inizia nel 1969 con la produzione di pannelli in fibra di legno e di tannino. Nel 2002

«Il vero Parco Acquatico sono le “piscine” dell’ex Legnochimica»

«Il vero Parco Acquatico sono le “piscine” dell’ex Legnochimica». La nota del comitato #DecidiamoNOI.

Il vero Parco Acquatico sono le “piscine” della Legnochimica e gli altri ecomostri dell’Area industriale di Rende L’attività della Legnochimica, nell’area industriale di Rende, inizia nel 1969 con la produzione di pannelli in fibra di legno e di tannino. Nel 2002 tutte le attività si fermano e nel 2006 la Legnochimica è posta in liquidazione lasciando come frutto dei suoi 33 anni di attività disoccupazione e inquinamento. Le acque sature di elementi chimici miste agli scarti di lavorazione del legno, non sono mai state smaltite secondo criteri consoni alla salvaguardia dell’ambiente e della salute, ma raccolte, nel tempo in alcuni bacini artificiali scavati nella terra.

Questi “laghetti” negli anni hanno causato un disastro ambientale interessando falde acquifere e corsi d’acqua, Crati compreso. Nessun responsabile è stato individuato e costretto a porre rimedio. La stessa proprietà responsabile dell’inquinamento, il gruppo che fa riferimento alla famiglia Battaglia, ha ancora stabilimenti aperti ed in piena attività nella Zona Industriale. Ma se quello della ex Legnochimica pare essere il “disastro più alla moda” di cui per forza ci si deve occupare, non sono da passare sotto silenzio gli altri ecomostri che inquinano la zona industriale di Rende che come sappiamo è praticamente integrata nel centro cittadino e nelle cui immediate vicinanze sorgono frazioni densamente popolate.

Nella stessa area insistono infatti il depuratore consortile, la centrale a Biomasse, e la Calabra Maceri, una delle più grosse ed importanti aziende calabresi impegnate nella raccolta e nel trattamento dei rifiuti solidi urbani oggi anche attraverso il biodigestore per la produzione di metano dalla frazione organica della spazzatura. Tutto questo rende l’aria irrespirabile per tanti giorni all’anno, con odori nauseabondi che ripugnano e gettano allarme sulle possibili implicazioni per la salute dei cittadini. Le tante promesse fatte dalle diverse amministrazioni che si sono succedute non si sono tradotte in soluzioni concrete ed è per questo che crediamo che solo una rete orizzontale e coordinata di associazioni, comitati, movimenti e singoli cittadini possa, al di fuori di ogni strumentalizzazione dei partiti, essere capace di difendere i beni comuni quali l’ambiente, la salute, la nostra stessa vita.

IL CASO GIUDIZIARIO DELL’EX LEGNOCHIMICA

Oggi facciamo questa azione comunicativa in solidarietà con le associazioni e gli abitanti di questo territorio aggredito e per riaprire un dibattito concreto in città. Per noi è fondamentale che le associazioni siano unite nelle campagne di informazione, negli incontri collettivi, nelle manifestazioni e ai sit-in. In una fase storica in cui numerosi studi convergono sul fatto che non c’è più tanto tempo per invertire la rotta che ci sta conducendo verso il baratro di un forte cambiamento climatico affermiamo la necessità di tessere una tela di nuove relazioni che partono dal basso, le sole capaci di incidere sul nostro futuro e su quello dei nostri figli.

Come primo passo riteniamo di dover chiedere tutti insieme l’apertura immediata di un tavolo permanente sull’ambiente e l’adozione della dichiarazione di emergenza climatica nel Comune di Rende. A questa prima rivendicazione faremo seguire – nei prossimi mesi – una serie di iniziative pubbliche con l’intento di rimettere al centro del dibattito politico cittadino l’oramai impellente necessità dell’avvio dei lavori di messa in sicurezza e bonifica del sito della Legnochimica e contemporaneamente per chiedere una radicale rimodulazione del ciclo integrato dei rifiuti e dell’acqua in chiave pubblica e partecipativa, affinché nessun profitto e nessuna speculazione possa essere, in futuro, perpetrata ai danni dei nostri figli e dell’intera comunità e delle nostre vite. (#DecidiamoNOI)

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