Cosenza, poche volte tre ko di fila. I più recenti con Cappellacci e Somma
Il Cosenza ha maturato a Benevento la sua terza sconfitta consecutiva e martedì, con il Livorno, si prospetta già una gara molto calda. Andando a ritroso nella storia recente dei rossoblù non sono molti i casi in cui i Lupi hanno inanellato una simile striscia di risultati negativi. Tra i prof sono sostanzialmente tre i casi
Il Cosenza ha maturato a Benevento la sua terza sconfitta consecutiva e martedì, con il Livorno, si prospetta già una gara molto calda. Andando a ritroso nella storia recente dei rossoblù non sono molti i casi in cui i Lupi hanno inanellato una simile striscia di risultati negativi. Tra i prof sono sostanzialmente tre i casi in cui il campanello d’allarme suonò in maniera vigorosa.
Cappellacci e il post-Centenario
Nel 2014/2015 i Lupi tornarono in C unica dopo quattro stagioni dall’ultima partecipazione, quella che poi accompagnò il 1914 alla tomba prima dell’arrivo di Guarascio. Il patron in estate confermò Roberto Cappellacci dopo la promozione. Quello che si preannunciava un avvio molto difficile di campionato, confermò tutte le aspettative. Due punti contro Salernitana e Foggia, poi i tracolli nei confronti con Barletta, Casertana (fuori) e Lupa Roma (dentro). Cappellacci, messo sulla graticola, riuscì a regalare l’1-3 in Coppa Italia contro il Catanzaro, ma non bastò: venne esonerato poco tempo dopo e al suo posto arrivò Giorgio Roselli, che portò in dote ai silani il trofeo inaugurato dall’ex allenatore.
Tra Stringara e Somma
Nel 2010-2011 le aspettative intorno al Cosenza erano molto alte. Renzo Castagnini e il general manager Luca Pagliuso allestirono sulla carta un organico forte, ma il ds si rese conto strada facendo che non c’erano le coperture finanziarie per una squadra del genere. La stessa, presa coscienza della situazione, rese pochissimo. In panchina partì Stringara a cui fu fatale la trasferta di Barletta dopo un avvio con troppi pareggi. Perse 3-0 e venne esonerato. Arrivò in pompa magna Mario Somma. All’esordio col Benevento i Lupi fecero bene ma persero 2-1, stesso risultato maturato sette giorni dopo a Nocera Inferiore. A seguire la squadra ebbe una parentesi positiva, ma non evitò retrocessione e fallimento.
Il traghettatore
Nell’annus horribilis, il 2002/2003, il Cosenza si presenta benissimo andando a vincere al San Paolo contro il Napoli. Solo in un secondo momento si comprese la precarietà di alcune situazioni che, come un bubbone, esplosero e coinvolsero la squadra. Sotto la guida di Sandro Salvioni i Lupi riuscirono a battere di nuovo i partenopei per poi crollare in quattro distinte gare (Ascoli, Siena e Ternana, Cagliari). A seguito del netto 3-0 subito dal Cagliari Salvioni venne sollevato dall’incarico e sostituito da Sala, che non riuscì nell’impresa di salvare i rossoblù e li accompagnò per mano fino alla retrocessione prima e alla cancellazione poi.