domenica,Settembre 15 2024

Food craving, ovvero l’irrefrenabile voglia di cibo

Spesso capita di confrontarsi con persone sane in sovrappeso con storia dietetica fai da te alle spalle. Dalle indagini condotte sulle loro abitudini alimentari, spesso emerge che consumano grosse quantità di cibi ipercalorici composti principalmente da carboidrati e grassi, con conseguente aumento del peso. A questa fase di alimentazione errata segue la scelta della dieta fai

Food craving, ovvero l’irrefrenabile voglia di cibo

Spesso capita di confrontarsi con persone sane in sovrappeso con storia dietetica fai da te alle spalle. Dalle indagini condotte sulle loro abitudini alimentari, spesso emerge che consumano grosse quantità di cibi ipercalorici composti principalmente da carboidrati e grassi, con conseguente aumento del peso. A questa fase di alimentazione errata segue la scelta della dieta fai da te, in cui il soggetto decide di dimagrire escludendo volutamente dalla propria alimentazione i carboidrati e preferendo verdura e cibi light, seguiti anche da sporadici periodi di digiuno.

In questo modo il soggetto perde peso, ignaro del fatto che il calo di peso è legato non solo ad una perdita di massa grassa ma anche di massa magra muscolare, conseguenza dell’eccessiva restrizione calorica. In questo modo il soggetto riduce il proprio metabolismo basale, ossia la quantità di energia impiegata dall’organismo in fase di riposo, con tendenza a depositare l’energia introdotta col cibo anziché bruciarla e quindi aumento del peso.

Conseguenze delle diete fai da te

Durante l’eccessiva restrizione calorica legata alla dieta fai da te, l’affaticamento precoce, la debolezza e la fame repressa fungono da campanello di allarme e inducono il soggetto ad una ricerca compulsiva del cibo per rifornirsi delle energie, con il rischio maggiore di riprendere le abitudini alimentari precedenti. Risultato: recupero del peso con gli interessi. La squilibrata dieta fai da te porta come conseguenze anche il successivo consumo incontrollato di alimenti appetibili ad alto contenuto di zuccheri e grassi, creando dipendenza. Questa eliminazione drastica di carboidrati seguita dalla ricerca compulsiva degli stessi prende il nome di carbohydrates craving (desiderio di carboidrati), paragonando il cibo ad una vera e propria droga.

Uno degli elementi che ha catalizzato questa dipendenza è la globalizzazione alimentare, tipica dei paesi industrializzati. Questa ha incentivato il consumo di junk food (cibo spazzatura), ossia di prodotti di scarso valore nutritivo, ipercalorici, composti principalmente da zuccheri raffinati, grassi saturi e idrogenati. Questi prodotti sono altamente appetibili e poco sazianti, innescando il desiderio di consumarne grandi quantità e creare quindi dipendenza. Il soggetto in questo modo ha introdotto migliaia di calorie in modo del tutto inconsapevole. Un consumo continuo e costante di junk food, aumenta il rischio di obesità e di patologie annesse come il diabete di tipo 2 da insulino resistenza e la sindrome metabolica. 

Food craving, come contrastare la voglia irrefrenabile di cibo

Da un punto di vista neurologico, l’ingestione di questi cibi ad alto contenuto di zuccheri provoca il rilascio di neurotrasmettitori serotonina e dopamina e quindi l’allontanamento da questi cibi può provocare i sintomi di astinenza, per una probabile riduzione dei livelli di serotonina. In questi casi è utile l’assunzione di carboidrati non raffinati come quelli contenuti nelle farine integrali, che sono a basso indice glicemico (ossia evitano rapidi innalzamenti della glicemia e quindi minore risposta insulinica), contengono fibre che migliorano la funzionalità intestinale, favoriscono il senso della sazietà e rallentano l’assorbimento intestinale di glucosio.

Quindi, come suggeriscono diversi studi condotti a riguardo, per contrastare il processo di carbohydrates craving bisogna considerare la qualità dei carboidrati nell’alimentazione e preferire i cibi freschi e naturali (frutta e verdura fresca, pane e pasta integrale) a quelli processati e confezionati (patatine, biscotti frollini dolci, snack, bevande dolci e gassate, fast food, piatti pronti), ricchi di zuccheri raffinati e additivi potenzialmente dannosi per la salute come gli esaltatori di sapidità.

Le figure professionali preposte al rilascio di piani alimentari personalizzati

Per correggere nel miglior modo le abitudini alimentari, bisogna garantire l’apporto bilanciato quotidiano di altri nutrienti essenziali quali proteine, grassi essenziali e vitamine attraverso il consumo di legumi, carne, pesce, uova, latte e derivati, frutta secca, olio di oliva extravergine. Al fine di garantire un corretto dimagrimento e una rieducazione alimentare attraverso l’apporto bilanciato di nutrienti e senza il rischio di carenze inutili e dannose, è bene affidarsi a professionisti quali il biologo nutrizionista, il dietista e il medico, che per legge sono le uniche figure professionali abilitate all’elaborazione e al rilascio di piani alimentari personalizzati. 

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