giovedì,Marzo 28 2024

Iemmello e quell’esultanza: «A Cosenza me la cercai, ma sono giallorosso»

Pietro Iemmello non sarà mai un calciatore amato dalle parti del Marulla. Nè, probabilmente, interessa ai fan rossoblù rivedersi sull’argomento. Questa mattina, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, il centravanti del Perugia è tornato su un episodio che gli fece piovere addosso bordate di fischi. Il gesto dell’Aquila sotto la curva del Cosenza, una sfida

Iemmello e quell’esultanza: «A Cosenza me la cercai, ma sono giallorosso»

Pietro Iemmello non sarà mai un calciatore amato dalle parti del Marulla. Nè, probabilmente, interessa ai fan rossoblù rivedersi sull’argomento. Questa mattina, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, il centravanti del Perugia è tornato su un episodio che gli fece piovere addosso bordate di fischi. Il gesto dell’Aquila sotto la curva del Cosenza, una sfida che la stagione dopo perse inesorabilmente quando Perina gli parò un rigore. E Blondett gli esultò in faccia come uno scatto, divenuto epico, testimonia.

Le parole di Iemmello

«Non dimentico le origini, ho sangue giallorosso. E’ vero, a volte me le vado a cercare». Queste le parole usate da Pietro Iemmello per rispondere ad una domanda su quando nel 2014 gonfiò la rete sotto la Bergamini. Era il 6 settembre del 2014 e da lì a qualche settimana sarebbe ritornato il tanto atteso derby di Calabria. L’allora attaccante del Foggia pensò bene di infiammare la vigilia beffando Ravaglia con un diagonale ed esultando mimando l’aquila. Scoppiò una quasi rissa con l’arbitro di turno che ebbe il suo bel da fare per riportare la calma.

Il pareggio del Cosenza

Lo 0-2 del primo tempo, firmato dai gol di Agnelli e appunto di Iemmello, fu riequilibrato dal Cosenza nella ripresa. A spianare la strada fu un’autorete di Loiacono, poi a metà secondo tempo ci pensò Calderini dal dischetto a fare 2-2. Nella sua intervista, ad ogni modo, il capocannoniere dell’attuale Serie B, evidenzia come siano diverse le piazze in cui viene fischiato. Quali? Benevento per via di un dito medio, a Novara perché militò nella Pro Vercelli, a Spezia perché preferì Sassuolo. Chiusura sulla macchina incendiata a Foggia: «Era un momento particolare. Volevano colpire me e la società. Io ero tra i pochi rimasti in città dopo il derby col Lecce e sapevano dove abitavo. Ero il simbolo, non credo ci fosse niente di personale».