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L’INTERCETTAZIONE | Cosenza e Vibo Valentia, due modi di vivere il carcere

Il carcere è il luogo dove i detenuti scontano le condanne definitive o il luogo dove vengono associati coloro i quali sono raggiunti da misure cautelari emesse dai giudici (in caso di ordinanza) o magistrati (in caso di decreto di fermo). La vita in carcere è regolamentata dall’ordinamento penitenziario. A far rispettare le regole sono

L’INTERCETTAZIONE | Cosenza e Vibo Valentia, due modi di vivere il carcere

Il carcere è il luogo dove i detenuti scontano le condanne definitive o il luogo dove vengono associati coloro i quali sono raggiunti da misure cautelari emesse dai giudici (in caso di ordinanza) o magistrati (in caso di decreto di fermo). La vita in carcere è regolamentata dall’ordinamento penitenziario. A far rispettare le regole sono gli agenti penitenziari che, in alcuni casi, sono nel mirino dei carcerati. Minacce e aggressioni sono ormai all’ordine del giorno. Il carcere, però, dovrebbe essere anche il luogo dove il detenuto può rieducarsi, lasciandosi alle spalle la carriera criminale per iniziarne una tutta nuova. Non è il luogo, ovviamente, preferito dai boss che, quando ricevono in anticipo “notizie coperte dal segreto d’ufficio”, preferiscono sparire. La vita in carcere, dunque, non è facile. Ma funziona così in tutti gli istituti di pena? C’è un’intercettazione contenuta nelle carte dell’inchiesta “Rinascita-Scott” che spiega le differenze, ad esempio, tra il carcere di Cosenza e quello di Vibo Valentia.

Cosenza e Vibo Valentia, le differenze dopo il delitto Cosmai

Il 15 maggio 2017 i magistrati intercettano un colloquio a due tra Antonio Giovanni Accorinti e Nicola Fusca. La conversazione è significativa – secondo i carabinieri – perché dimostra come anche in carcere i presunti mafiosi riescono a gestire gli affari illeciti. L’argomento principale rimane la vita in carcere e Accorinti spiega che a Cosenza, dopo l’omicidio di Sergio Cosmai, l’istituto di pena di via Popilia «sia una favola», mentre Nicola Fusca risponde che «è difficile qua», riferendosi a Vibo Valentia. Per avvalorare la tesi, secondo la quale il carcere vibonese sia impermeabile e duro, gli investigatori fanno riferimento ad alcuni titoli di giornali, apparsi negli anni sulla Gazzetta del Sud.

Dopo il delitto Cosmai nel carcere di Cosenza la situazione cambia radicalmente. Lo dice proprio Accorinti, riferendosi al nuovo direttore dell’istituto di pena dell’epoca. «Dopo una quindicina di giorni, venti, passano questi, ne arriva un altro, ha chiamato e disse che ci vuole, che vuole tre persone, tre, quattro persone che ci voleva parlare». L’obiettivo era quello di “gestire” il carcere di Cosenza nel migliore dei modi, facendolo diventare un luogo tranquillo e non un posto dove rispettare le regole imposte ai carcerati. A Vibo Valentia, tuttavia, la vita in carcere non cambierà.

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