Colpa medica a Cosenza, inchiesta chiusa: 12 archiviazioni
Archiviate le posizioni di 12 medici, accusati in origine dalla procura di Cosenza di omicidio colposo. Si tratta del caso di un decesso avvenuto all’ospedale di Cosenza che vedeva coinvolti sia il reparto di gastroenterologia sia quello di cardiologia. I fatti risalgono al 5 gennaio 2019, allorquando si è verificata la morte di un paziente
Archiviate le posizioni di 12 medici, accusati in origine dalla procura di Cosenza di omicidio colposo. Si tratta del caso di un decesso avvenuto all’ospedale di Cosenza che vedeva coinvolti sia il reparto di gastroenterologia sia quello di cardiologia. I fatti risalgono al 5 gennaio 2019, allorquando si è verificata la morte di un paziente sottoposto, qualche giorno prima, ad intervento endoscopico denominato ERCP in quanto affetto da ittero ostruttivo delle vie biliari. Tale diagnosi era già stata effettuata dall’Azienda ospedaliera di Vibo Valentia che, proprio per consentire l’intervento chirurgico suddetto, aveva richiesto il trasferimento presso il nosocomio cosentino dove il paziente era arrivato il 20 dicembre del 2019.
Le indagini svolte per accertare o meno le responsabilità dei 12 medici
Il quadro clinico del deceduto era abbastanza complesso in quanto, oltre alla patologia diagnosticata alle vie biliari, era altresì affetto da patologie cardiache che, come correttamente individuato ab origine in sede diagnostica, lo esponevano ad alto rischio trombotico. Motivo per il quale, una volta ricoverato nel reparto di gastroenterologia dell’ospedale di Cosenza, prima di procedere all’intervento era stato costantemente monitorato per diversi giorni e, d’accordo con l’unità operativa di cardiologia, trasferito in tale ultimo reparto cinque giorni prima dell’operazione per la rimodulazione della terapia cardiaca in preparazione dell’intervento chirurgico alle vie biliari, programmato per giorno 3 gennaio 2019.
Colpa medica a Cosenza, la denuncia presentata dai parenti della vittima
Nondimeno, due giorni dopo l’intervento le condizioni del paziente peggioravano repentinamente ed in maniera irreversibile, conducendo all’exitus. I familiari hanno così sporto querela nella convinzione che la condotta dei sanitari che ebbero in cura il parente nelle varie fasi del ricovero nell’ospedale cosentino, avesse una correlazione diretta con l’evento mortale occorso. Tuttavia, nel corso dell’accertamento fu constatato che la causa del decesso fu un «infarto acuto del miocardio […] con edema polmonare acuto in soggetto affetto da arteriosclerosi sottoposto ad intervento di ERCP per calcolosi biliare».
I 12 medici esenti da responsabilità penali
Nello specifico, la condotta degli indagati è stata ritenuta esente da censure ed è stato escluso qualsivoglia nesso causale tra la procedura interventistica e il decesso del paziente che, come poc’anzi specificato, era stato causato da un infarto acuto del miocardio. Il quadro così delineato non poteva che condurre l’Ufficio di Procura, anche su impulso delle difese e dei consulenti di parte, a richiedere l’archiviazione del procedimento.
Richiesta di archiviazione accolta dal gip del tribunale di Cosenza, in quanto la condotta degli indagati «è stata diligente, prudente e perita ed in linea con la leges artis vigenti e che, in ogni caso, di fronte a un quadro cardiologico acuto, non può stabilirsi con criterio di ragionevole certezza ovvero di elevata probabilitá se l’esecuzione di trattamenti alternativi avrebbe potuto garantire la sopravvivenza del paziente». Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Angela Algieri, Maria Manna, Andrea Nudi, Claudio Nigro, Santo Manes, Emilia Francesca Aceto, Rossella Nigro, Franco e Paolo Sammarco e Saverio Spadafora.
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