giovedì,Marzo 28 2024

Apa e il suo “mondo fantastico”: «Vai Cosenza, fai come in quel derby»

Pasquale Apa è stato un calciatore autoctono, calabrese doc, che il Cosenza ha saputo valorizzare lanciandolo sui campi della Serie B. A cavallo dei due secoli, Apa, crotonese di Rocca di Neto, ha fatto le sue fortune calcistiche con la maglia del Cosenza calcio. Diventò per la sua semplicità e dedizione alla causa uno dei

Apa e il suo “mondo fantastico”: «Vai Cosenza, fai come in quel derby»

Pasquale Apa è stato un calciatore autoctono, calabrese doc, che il Cosenza ha saputo valorizzare lanciandolo sui campi della Serie B. A cavallo dei due secoli, Apa, crotonese di Rocca di Neto, ha fatto le sue fortune calcistiche con la maglia del Cosenza calcio. Diventò per la sua semplicità e dedizione alla causa uno dei beniamini della Curva Sud. Il coro del “mondo fantastico” riecheggia ancora nelle menti di chi visse quegli anni con la sciarpa al collo. In vista del derby di lunedì lo abbiamo raggiunto telefonicamente perché il primo della storia in B lo risolse lui. Primo gol su assist di Pisano, 3-0 finale con un pallonetto meraviglioso.

Apa, lunedì Cosenza e Crotone si affrontano nuovamente nel derby. Il 17 settembre 2000 segnò una doppietta e i Lupi vinsero 3-0…
«Sono passati tanti anni, ma è sempre piacevole ricordare quei tempi. Ci furono momenti davvero belli che abbiamo condiviso insieme ai tifosi e alla società di allora. Mi ricordo quella doppietta al primo derby in Serie B. Ora mi aspetto una bella partita lunedì sera». 

Lei è di Rocca di Neto, un paese ad un passo da Crotone. Tuttavia, le sue fortune calcistiche le fece nel Cosenza dopo delle parentesi tra i dilettanti.
«Il mio cuore dice Cosenza. Con i Lupi ho frequentato le giovanili, prima ancora del passaggio in prima squadra in Serie B e la parentesi in Serie C. Non me ne vogliano quelli di Crotone, ma il mio cuore è cosentino. Spero che il Cosenza possa realizzare i suoi obiettivi».

Di quegli anni che ricordo ha della squadra? Anche con gli allenatori di allora, Sonzogni, Bortolo Mutti…
«Gli allenatori sono stati dei padri per me. Ero ancora un ragazzo quando vestii la casacca rossoblù. Menzione particolare per Mutti. Abitavamo nello stesso hotel di Casole Bruzio. Sonzogni mi insegnò tanto a livello tattico, come stare in campo. Non ho avuto molto tempo per conoscere invece Mondonico. Dicasi lo stesso per Scoglio e De Biasi.

Conserva qualche ricordo di quei gruppi? 
«Eravamo tutti amici. Marulla, De Rosa, Zunico, Napoletano, De Paola, Riccio, Tatti e tanti altri. Ci sentiamo spesso». 

Ma c’è un aneddoto che ricorda ancora bene?
«Intanto dico che ne abbiamo combinate tante. Specialmente quando c’ero di mezzo io. Ricordo una partita nel secondo anno di Serie B. Affrontavamo in casa il Bari. Feci una scommessa. Allora avevo i capelli lunghi. Dissi alla squadra: “Ragazzi, se vinciamo domenica vado a rasarmi”. Dopo la partita andai dal parrucchiere accompagnato da tutti i compagni. Da quel momento ho avuto sempre i capelli corti».

Di Pasquale Apa ancora qualcuno ne porta la maglia allo stadio durante le partite del Cosenza. Lei era un esterno, preferiva di più il 4-3-3 o il 4-4-2?
«Io nacqui addirittura terzino. Giocai a centrocampo nel 3-5-2 di Mutti. Con Sonzogni giocavamo 4-4-2, 4-2-4, con tagli, inserimenti da dietro. Lui mi ha insegnato davvero tanto. Preferisco il 4-4-2, perché mantieni di più la copertura e le azioni vanno molto meglio rispetto agli altri dispiegamenti tattici». 

Torniamo al derby. Cosenza e Crotone sono dove li avete lasciati, a scontrarsi in Serie B. Li continua a seguire? Cosa ne pensa?
«Da premettere che li seguo poco. Trovandomi vicino a Crotone, guardo qualche partita in più dei pitagorici. Il Crotone, devo dire la verità, mi ha impressionato molto. Come gioco credo che sia una delle migliori squadre della cadetteria. Il Cosenza è tosto, difficile da affrontare. Ha avuto problemi di risultato, non tanto di gioco. Prevedo una partita abbastanza combattuta, anche se le statistiche parlano a favore dei Lupi». 

Apa lei è un tipo non troppo attivo sui social networks. Dopo la carriera da calciatore, cosa fa adesso?
«Non sono molto social. Su Facebook ci siamo sia io che mia moglie, ma è più lei a bazzicarci. Adesso vivo a Rocca di Neto. Qua gestisco un bar e ho una scuola calcio da quasi 10 anni. Si chiama “Real Neto” e la porto avanti insieme a Giuseppe Montesano che ha giocato con i Lupi in Interregionale. Sono appassionato di calcio e mi fa piacere allenare i bambini. Lo faccio con molta serenità».