INTERVISTA Pippo Callipo: «Ecco la mia rivoluzione per la Calabria»
Cosenza Channel ha posto 15 domande, uguali per tutti, ai quattro candidati alla carica di presidente della Regione Calabria. Qui l’intervista integrale di Pippo Callipo, candidato presidente del Pd e di altre due liste a sostegno. Partiamo dalla sua candidatura. Cosa l’ha spinta a mettersi in prima linea per la guida della Regione Calabria? Il
Cosenza Channel ha posto 15 domande, uguali per tutti, ai quattro candidati alla carica di presidente della Regione Calabria. Qui l’intervista integrale di Pippo Callipo, candidato presidente del Pd e di altre due liste a sostegno.
Partiamo dalla sua candidatura. Cosa l’ha spinta a mettersi in prima linea per la guida della Regione Calabria?
Il desiderio forte di fermare il dissennato succedersi alla guida della Regione del “partito unico della spesa pubblica” che in 50 anni di regionalismo ha strangolato la Calabria. La Regione, che dovrebbe progettare lo sviluppo e dare speranza ai calabresi, è diventato un Ente in cui la mano destra non sa quel che fa la sinistra. Frattanto la Calabria soccombe in ogni classifica economica e della qualità della vita. Non si può assistere allo scempio dell’Istituzione regionale e alla dispersione di ingenti risorse pubbliche che non creano sviluppo ed occupazione.
La Regione Calabria è in esercizio provvisorio di bilancio. Qual è la sua strategia per dare sostanza all’azione di Governo?
La mia strategia, mi verrebbe da rispondere, sono io e la mia storia e siamo tutti noi che con entusiasmo e passione ci esponiamo per sconfiggere la vecchia politica che si ripropone alla guida della Regione assemblata nel centrodestra. Il nodo da sciogliere il 26 gennaio è questo. L’esercizio provvisorio del bilancio è indubbiamente una sconfitta politica, perché se non approvi per tempo il bilancio è segno che non hai nessuna idea progettuale e dunque stai procedendo a tentoni, quando oggi come mai una regione del Mezzogiorno dovrebbe avere idee chiare sul da farsi. Noi le abbiamo e siamo stati i primi a rendere pubblico un programma politico di governo. Il centrodestra del programma può fare anche a meno, gli basta, come al solito, qualora vincesse, accomodarsi sulle poltrone che si spartiranno e iniziare a saldare i “debiti” contratti con i capielettori.
Un punto centralissimo dei problemi della Calabria è l’educazione, ad iniziare dall’asilo nido. In Calabria, secondo un rapporto di “Save the Children” dello scorso settembre 2019, solo il 2,6% dei bambini frequenta un asilo nido. Cosa farà?
Ha centrato uno dei punti che più mi preoccupano e su cui riverserò da subito attenzione e impegno. E’ deplorevole che verso i servizi sociali, a incominciare dagli asili ma aggiungerei tutta la parte che concerne gli anziani, ci sia così tanta indifferenza da parte della politica. La nostra rivoluzione mette al centro la persona umana e i suoi bisogni, basta con la spesa pubblica distribuita a pioggia per fare clientela, ogni posta del bilancio deve avere una connessione con la strategia mirante allo sviluppo per creare ricchezza e dunque nuovo lavoro.
Nel territorio regionale esistono tre Università. Con quali misure si può garantire la copertura totale delle borse di studio?
Nell’incontro con i Rettori ho espresso la mia posizione. L’Università è un bene comune indispensabile per qualsivoglia progettualità di crescita economica e civile, per cui ci adopereremo per trovare le risorse necessarie a colmare lacune vistose come quella da lei segnalata. L’Italia tutta, purtroppo, su questo tema è in forte ritardo: spendiamo la metà della media europea. In Calabria occorre anzitutto potenziare il dialogo Università-società civile in ogni articolazione. L’investimento in ricerca e innovazione è la precondizione per inserirci nelle dinamiche dello sviluppo nazionale ed europeo.
Secondo un report della Banca d’Italia tra il 2005 e il 2017 il settore agricolo ha visto diminuire il numero di fondi e di produttività. Come agire in senso contrario?
Anzitutto indicando un assessore al ramo di grande competenza. Le nostre produzioni non hanno nulla da invidiare, per quantità e qualità, a quelle di altre regioni e di altri Paesi. Poi, facendo interagire immediatamente la Regione con gli attori del settore, perché solo dal dialogo e dalla concertazione proficua pubblico-privato possiamo ritrovare la forza che ci serve per confrontarci sia con le autorità politiche ed economiche nazionali e internazionali che con il mercato.
Quali politiche proporrà per sostenere l’artigianato calabrese?
Con la gente che lavora io parlo la stessa lingua. Ho condiviso le proposte e gli obiettivi che mi sono stati presentati dai vertici regionali di Confartigianato e confrontandomi con loro ho evidenziato il ruolo delle associazioni rappresentative del mondo produttivo e sociale. È importante che queste categorie abbiano la possibilità di esprimere le proprie proposte. La capacità di ascolto è fondamentale, com’è importante intervenire sulla burocrazia e sull’accesso al credito. L’artigianato è strategico per la crescita e lo sviluppo economico della Calabria.
Da chi sarà composta la sua Giunta?
Non terrò per me alcuna delega, le deleghe saranno assegnate a esponenti di elevata competenza e professionalità. Il mio obiettivo è sconvolgere l’abituale modalità di spartizione politica delle deleghe. Ho una storia imprenditoriale di successo internazionale che mi porta a non cedere su questi aspetti, avremo dunque una task force di primissimo piano che partendo dai bisogni del territorio dovrà raccordare la Calabria con il resto del Paese e con le politiche europee. Su questo ho carta bianca.
Parlando di grandi opere pubbliche, nei prossimi cinque anni su cosa punterà?
Innanzitutto la velocizzazione di tutte le opere in corso. È incomprensibile avere cantieri aperti da mezzo secolo, pensi alla Trasversale delle Serre per esempio: uno scandalo che non possiamo più tollerare. Ferrovie, aeroporti, la famigerata 106 su cui proprio in queste ore sono arrivate risposte concrete dalla ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture: sulle opere pubbliche ci giochiamo moltissimo. Con la ministra Paola De Micheli ho un rapporto diretto e mi sono già assicurato la sua massima attenzione alle nostre esigenze. Più che alle parole io penso ai fatti!
Ogni anno migliaia di giovani lasciano la Calabria per lavorare fuori. Siamo una regione destinata allo spopolamento. Qual è la sua proposta?
Bisogna sostenere l’imprenditoria giovanile con atti concreti, a partire da contributi per l’accesso al credito e da azioni per favorire la transizione scuola-lavoro con politiche di supporto all’apprendistato. Una volta esportavamo braccia, ora intelletto. La “fuga di cervelli” si può arginare sostenendo la nascita di imprese innovative attraverso spin-off con le Università. E non dimentichiamo l’agricoltura: abbiamo previsto di recuperare i terreni incolti nella disponibilità di Calabria Verde, Arssa e Arsac e darli ai giovani a condizioni agevolate. Tutte misure che però rischiano di essere vane se non si rende più efficiente la burocrazia regionale.
Da oltre dieci anni la sanità calabrese è commissariata. I numeri dicono che i servizi sono peggiorati e curarsi non è più un diritto ma un privilegio, perché i cittadini sono costretti a rivolgersi alle strutture private. Chiederà al Governo nazionale di chiudere la fase commissariale?
Lei sa che c’è un disavanzo enorme che dobbiamo coprire. Naturalmente occorre superare il commissariamento e io l’ho detto chiaramente al ministro Roberto Speranza. La sanità rappresenta il fallimento della vecchia politica che l’ha usata sempre come serbatoio clientelare e perciò, preferendo le appartenenze alle competenze, l’ha sbrindellata.
Legalità, trasparenza ed efficienza: proprio sulla sanità queste tre categorie dovranno avere immediata applicazione. Ognuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità e a rendere conto del proprio operato: dai commissari ai singoli dirigenti. Ringrazio sempre i tantissimi operatori che nella sanità, a costo di sacrifici, fanno di tutto per stare accanto ai bisogni dei cittadini, a costoro occorrerà stare accanto e dar loro fiducia.
La ‘ndrangheta dimostra di essere persuasiva e infiltrata nella pubblica amministrazione. Metterà mano alla burocrazia regionale?
E’ la prima cosa che sarà fatta. Non guarderò in faccia a nessuno perché non ho debiti elettorali con nessuno. La Regione deve smettere di essere un ostacolo per chi fa impresa e per i cittadini e diventare un facilitatore di sviluppo. Abbiamo bisogno di una burocrazia intelligente, aperta, democratica ed efficiente. La Cittadella deve essere la casa dei calabresi.
La Calabria dal punto di vista idrogeologico è sempre una regione a rischio frane e alluvioni. Quali sono gli interventi da fare per mettere al sicuro i calabresi?
Ci raccorderemo col Governo per fronteggiare la piaga storica del dissesto idrogeologico che tocca la maggior parte dei comuni calabresi e del nostro territorio. Se ne discute da anni ormai, soprattutto a ridosso di qualche disgrazia, ma finora abbiamo avuto solo promesse e chiacchiere.
Uno dei settori trainanti della nostra regione dovrebbe essere il Turismo. La “Calabria bellissima” rimarrà solo uno slogan o darà vita a un progetto serio per rilanciare la nostra terra?
Ho numerose idee per trarre da un turismo finalmente sganciato da speculazione e improvvisazione, ricchezza generale attraverso la valorizzazione dell’enorme patrimonio ambientale, storico, artistico e culturale. Con me Presidente si apre una pagina nuova anche in questo comparto che considero formidabile e cruciale. È assurdo che da dieci anni non abbiamo un assessore al Turismo.
Dai tirocinanti ai precari della sanità. In tanti attendono di conoscere il proprio futuro lavorativo. Come intende muoversi?
Totale disponibilità al confronto e massimo rispetto per chi ha diritto a realizzare, attraverso il lavoro, il proprio progetto di vita rendendo un servizio alla collettività. Sul precariato in generale che tiene appese migliaia di vita imbastiremo subito un confronto con le forze sociali e col Governo.
Ultima domanda: la prima cosa che farà una volta eletto presidente della Regione Calabria.
Tante, ma per stare al gioco: prenderò un caffè con i dipendenti della Regione. Voglio guardarli tutti negli occhi e instaurare un dialogo diretto: se staremo assieme per la nuova consiliatura, io avrò, verso chi ha intenzione di rendersi utile alla Calabria, la più totale fiducia. Nello sforzo per ridare dignità alla Regione al cospetto dell’Italia e del mondo è decisivo che chi è retribuito per svolgere una funzione pubblica lo faccia con decoro ed onore.