Perché Sanremo (non) è Sanremo: polemiche e aspettative
Una cosa che non capirò mai è che vi ha fatto di male il Festival di Sanremo. Ogni anno la stessa storia: e mo il conduttore, e mo le vallette, e mo le gaffe, e mo i giovani, e mo quel testo, e mo i comici, e mo i fiori sul palco, e mo le
Una cosa che non capirò mai è che vi ha fatto di male il Festival di Sanremo. Ogni anno la stessa storia: e mo il conduttore, e mo le vallette, e mo le gaffe, e mo i giovani, e mo quel testo, e mo i comici, e mo i fiori sul palco, e mo le bacchette di Beppe Vessicchio. Ormai non è più la kermesse della canzone italiana ma è: “Che bello finalmente siamo a febbraio così ce la prendiamo con Sanremo per le bollette, per l’umidità che increspa i capelli e per tutti i mali del mondo”. Se avete davvero una valanga di stress da sfogare io ne approfitterei per farvi un elenco di bersagli più meritevoli. E ce ne sono. Il Festival di Sanremo personalmente lo amo o, meglio, lo seguo e lo accetto per quello che è, ovvero il governo più stabile che da 70 anni abbiamo in Italia, l’unica nostra intramontabile monarchia, la migliore nazionale di pallone che mai uscirebbe dai gironi di qualificazione.
Festival di Sanremo, la “gaffe” di Amadeus
Amadeus, conduttore dell’edizione venti-venti, darà il via alla puntata d’esordio del 4 febbraio bisestile. Poche settimane fa, buttandosi la zappa sui piedi da solo, aveva dato il via alle tradizionali polemiche con l’infelice frase sulla fidanzata di Valentino Rossi, Sofia Francesca Novello, scelta tra le donne che scenderanno le famose scale perché, aveva dichiarato in conferenza stampa, è bella sì ma soprattutto ha dimostrato di avere il “talento” di sapere stare un passo indietro al campione di motociclismo.
Poi si era spiegato meglio, Amadeus. Ormai crocifisso da mezza Italia che, in effetti, ci aveva ragione ma il problema non era questo, il problema era ed è che spesso sopravvalutiamo questi signori della tv come se fossero usciti dalla Bocconi o da un viaggio esistenziale in India e crediamo che sappiano comportarsi in ogni occasione, che sappiano argomentare, filosofeggiare alla perfezione nell’attimo in cui escono da quei “soliti ignoti” contenitori che sono le trasmissioni nelle quali respirano per la maggior parte del loro tempo.
A Sanremo le canzoni vengono dopo…
Piano piano Sanremo è diventato come il calcio, che se quello è la metafora della vita, il Festival è la metafora del Paese, un termometro sociale, il nazional popolare oltre ogni immaginazione politica. In attesa della prossima querelle sanremese che giungerà puntuale come l’allergia col polline e ci farà dimenticare sia la frase di Amadeus che la citofonata di Salvini, sono state trascurate le notizie di un certo rilievo. Per me le canzoni vengono dopo. Mi interessano i meravigliosi abiti Gucci di Achille Lauro che non mi faranno proprio pensare a come si (s)vestirà Diletta Leotta, e ancora mi aspetto la conferma della genialità di Fiorello, poi se Tiziano Ferro è stato accompagnato dal marito, non vedo l’ora di sapere se Levante darà un grammo di confidenza al suo ex fidanzato Diodato che lei ha lasciato qualche mese fa, e voglio sapere se, di conseguenza, Diodato si è ripreso dopo la batosta di essere stato lasciato da Levante qualche mese fa.
Poi mi aspetto che Francesco Sarcina lanci il microfono ai giornalisti che per l’intera settimana non gli chiederanno nulla sul brano delle Vibrazioni ma assai invece sul “percorso” nella casa del “Grande fratello” dell’ex moglie Clizia che Sarcina in persona da gran signore ha spubblicato sui giornali la scorsa estate dichiarando di essere stato tradito con il testimone di nozze Scamarcio. E sarebbe inoltre meraviglioso se beccassero Elodie e Morgan a bere un margarita mentre Marracash la aspetta da ore rintanato in albergo. Che questo Sanremo 70 abbia tutte le premesse per essere una specie di “Live, Non è la D’Urso” non c’è dubbio.
Prendete infatti la reunion dei Ricchi e poveri che si rivedono di nuovo insieme sul palcoscenico, dopo ben 39 anni, in versione quartetto. Rientra la bionda del gruppo finalmente perdonata dalla brunetta del medesimo gruppo per essere stata all’epoca l’amante del marito. Se sia una “nobile operazione sentimentale”, come l’ha definita il loro manager, oppure una strategia di marketing a scoppio ritardato anche se non è mai troppo tardi (vedi Rita Pavone che è attualmente in gara ed è nata prima del Festival), è un elemento irrilevante.
Sarà stupendo osservare i ritrovati sorrisi, gli sguardi e gli abbracci fra Angela e Marina. Ragazze, c’è speranza oltre le corna. Infine, per il momento, non mi sento di commentare Junior Cally e il suo passato. Sul caso basta la sintesi di Donatella Rettore che a “Domenica in” da Mara Venier con sorprendente saggezza ha detto: «Il Festival non è un riformatorio. Uno di solito va prima a Sanremo e dopo dallo psichiatra». Nel 2020, edizione numero 70, può succedere il contrario.