Insigne viola il Marulla. Anche il Benevento batte il Cosenza (0-1)
Quando termineranno gli inverni dello scontento del popolo rossoblù? Il Benevento allunga a 5 le sconfitte consecutive (ultima volta in B stagione ’98-’99, ndr), ma quello che più di tutto fa infuriare gli spalti dei sostenitori di casa è la totale assenza di orgoglio, carattere, di una motivazione reale di rincorrere un obiettivo concreto. In
Quando termineranno gli inverni dello scontento del popolo rossoblù? Il Benevento allunga a 5 le sconfitte consecutive (ultima volta in B stagione ’98-’99, ndr), ma quello che più di tutto fa infuriare gli spalti dei sostenitori di casa è la totale assenza di orgoglio, carattere, di una motivazione reale di rincorrere un obiettivo concreto. In poche parole, i Lupi non hanno mai dato l’idea di poterla vincere o quantomeno invertire la rotta strappando un pareggio. L’unico che ci mette grinta è Lazaar con tiri e traversoni, ma entra solo nella ripresa perché dal primo minuto gioca D’Orazio. Braglia, continuamente sconsolato e con le dita sulle palpebre degli occhi, sembra rassegnato. Guarascio ancora una volta duramente contestato. La situazione è drammatica. La categoria conquistata con tanto entusiasmo lo scorso anno sta scivolando via lentamente. Nonostante le 5mila presenze, nonostante le sconfitte.
Le scelte di Braglia e Inzaghi
Alla fine Braglia decide per il 3-4-3. Fuori Broh, dentro Prezioso e Mirko Bruccini con ai lati Casasola e D’Orazio. Torna il tridente con Pierini-Bàez frecce laterali e Asencio testa d’ariete. In difesa, nulla da fare per Schiavi, Braglia poggia ancora su Monaco affiancato da Idda e Capela, nel reparto che perde Matteo Legittimo e che ritrova in porta Saracco. Cosenza rimaneggiato, che deve fare a meno di 5 calciatori: Perina, Legittimo, Sciaudone, Kanouté e Rivière. La capolista si presenta con il 4-3-3. Moncini supera in attacco Coda, guadagnando il posto da titolare assieme a Insigne e Sau. Schiattarella gestisce il gioco a centrocampo, mentre dinanzi a Montipò ci sono Caldirola, Volta, Barba e Letizia.
Cosenza troppo timido e impacciato
Quella spaccatura che Eugenio Guarascio ha ridimensionato nella conferenza stampa di mercoledì si è riproposta, tuttavia, nel modo più plateale che non si può. Il presidente è sempre convinto di trovarsi davanti una piccola parte del tifo organizzato rossoblù, quando nel settore dirimpetto al suo, gli ultras della Tribuna B hanno esposto uno striscione durissimo “A.A.A. cercasi presidente”, condito da forti e diretti cori di contestazione? La Tribuna B era compatta in questa direzione. Qualche applauso di condivisione lo si è sentito pure nella tribuna blu centrale, il settore vip dove la dirigenza silana segue tutte la partite casalinghe. La Curva Sud, invece, ha rivolto solo cori di incoraggiamento alla squadra. Il campo ha riservato un copione ipotizzabile. Il Benevento di Pippo Inzaghi, in largo vantaggio su Crotone e Frosinone, gestisce ma non forza la mano. Il Cosenza è il solito. Resta in partita solo grazie ai salvataggi di Saracco e agli errori dei giallorossi. Moncini al 13’ tira troppo alto, Letizia al 22’, approfittando di un ulteriore errore di Idda, non supera Saracco. Fino a quando, al 33’ Roberto Insigne realizza un gol da “giù il capello”. Hetemaj soffia il pallone a D’Orazio, il partenopeo lo dribbla pure e insacca sotto il sette dalla fascia di destra. Il Cosenza ha avuto in totale due occasioni (grosse): 23’ Montipò sventa il colpo di testa di Pierini e al 35’ lo stesso esterno (da calcio di punizione nell’area di rigore campana) tira alle stelle.
Benevento in 10, ma il Cosenza non c’è proprio
L’ancora di salvezza del Cosenza l’ha lanciata chi in questi tempi i Lupi vedevano con sospetto, l’arbitro. Passati 8 minuti Serra caccia Volta per “presunto” fallo da ultimo uomo ai danni di Asencio. Il Benevento perde un difensore, Inzaghi è costretto a cambiare modulo riposizionandosi con il centrocampo a 4. Braglia butta dentro Machach e Broh, richiamando Capela e Prezioso. Si cerca di dare una scossa ad un gruppo che dire demotivato è andarci troppo gentili. Il 4-2-3-1 cambia poco le cose. Pierini gira a zonzo, Asencio isolato e una corsia laterale di destra con il cartello rosso “Off”. I Lupi fanno qualcosa solo con l’ingresso di Lazaar, che tira al 33’ da lontano sfiorando il montante alto. Per il resto qualche tiro inerme di Pierini e progressioni fasulle. Certamente davanti c’era il Benevento, ma un Benevento benevolo che non ha messo alle strette là formazioni di Piero Braglia. Machach sullo scarderà ha una palla ghiotta ghiotta davanti all’area di rigore, ma il tiro è centralissimo. Al 46’ su un calcio d’angolo sale pure Saracco, ma Montipò è insuperabile al tiro di Pierini. Illusione, l’ennesima, il gelo avvolge tutto penetrando le carni.