Evade dai domiciliari: assolto per la minima offensività della condotta
Evade dagli arresti domiciliari per paura di essere ricondotto in carcere. Infatti, alla vista degli agenti penitenziari che si erano recati presso l’abitazione ove si trovava ristretto agli arresti domiciliari per tradurlo in Corte d’Appello a Catanzaro, dove doveva presenziare ad un’udienza, per timore di ritornare nella casa circondariale di via Popilia, il giovane L.
Evade dagli arresti domiciliari per paura di essere ricondotto in carcere. Infatti, alla vista degli agenti penitenziari che si erano recati presso l’abitazione ove si trovava ristretto agli arresti domiciliari per tradurlo in Corte d’Appello a Catanzaro, dove doveva presenziare ad un’udienza, per timore di ritornare nella casa circondariale di via Popilia, il giovane L. P. ha deciso di calarsi dalla finestra del bagno allontanandosi dall’abitazione.
Nell’immediatezza del fatto, però, si è costituito presso la caserma dei carabinieri di Castrolibero. Da qui è nato il procedimento penale.
Oggi, tuttavia, il giudice monocratico del tribunale di Cosenza, Francesca De Vuono, ha assoluto l’imputato ai sensi dell’art. 131bis del codice penale, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Fabio Parise il quale ha fatto espresso riferimento all’orientamento della Corte di Cassazione e delle Sezioni Unite della Suprema Corte sulla minima offensività della condotta. La procura aveva chiesto una condanna a 5 mesi e 10 giorni di reclusione.
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