lunedì,Dicembre 2 2024

Misure di conservazione delle Zsc in Calabria, Ferrara interroga la Commissione Europea

«La Rete Natura 2000 è uno dei principali strumenti dell’Unione europea per il mantenimento della biodiversità. Tra siti marini e terrestri, in Calabria sono stati istituiti 184 siti Natura 2000, di cui 6 Zone di protezione speciale (ZPS) e 178 Siti di interesse comunitario (SIC) pari al 19% circa del territorio regionale». L’eurodeputata del Movimento

Misure di conservazione delle Zsc in Calabria, Ferrara interroga la Commissione Europea

«La Rete Natura 2000 è uno dei principali strumenti dell’Unione europea per il mantenimento della biodiversità. Tra siti marini e terrestri, in Calabria sono stati istituiti 184 siti Natura 2000, di cui 6 Zone di protezione speciale (ZPS) e 178 Siti di interesse comunitario (SIC) pari al 19% circa del territorio regionale». L’eurodeputata del Movimento 5 stelle, Laura Ferrara, interroga la Commissione europea sulla mancata applicazione delle misure di conservazione delle Zone speciali di conservazione (ZSC) in Calabria.«Nel 2016 – scrive la Ferrara – la Regione Calabria predisponeva specifiche misure di conservazione volte alla salvaguardia ed alla tutela degli habitat e delle specie insistenti nei 178 siti di interesse comunitario, designati nel 2017, come Zone Speciali di Conservazione». 

«Tanto nel mio precedente mandato, quanto in quello in corso, mi sono occupata spesso di siti in cui queste misure, benché individuate, non vengono applicate e rispettate. Da ultimo l’Isola di Dino a Praia a Mare e le Dune dell’Angitola del litorale vibonese». 

«La mia interrogazione alla Commissione europea è finalizzata a capire lo stato dell’arte circa la piena esecuzione delle misure di conservazione nelle 178 aree designate quali Zone Speciali di Conservazione nel territorio calabrese. Tenere alta l’attenzione su questo tema è decisamente importante. Si tratta, infatti, di tutelare e valorizzare in maniera sostenibile aree uniche del nostro territorio e nello stesso tempo, evitare il rischio dell’apertura di una nuova  procedura d’infrazione analogamente a quanto avvenuto nella procedura 2015/2163 per violazione, appunto, della Direttiva Habitat» conclude l’eurodeputata.

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