venerdì,Marzo 29 2024

L’arte di Gaudenti, dalle “gallinas” al… toro

L’opera d’arte si chiama “Rocky Bull” ed è una scultura itinerante in Cor-ten con verniciatura d’oro e che misura 3 metri per 3,4. L’autore è Salvador Gaudenti, nato a Buenos Aires da genitori calabresi emigrati in Argentina nel secondo dopoguerra: il padre e la madre erano originari di Saracena, il nonno paterno di Rende. Da

L’arte di Gaudenti, dalle “gallinas” al… toro

L’opera d’arte si chiama “Rocky Bull” ed è una scultura itinerante in Cor-ten con verniciatura d’oro e che misura 3 metri per 3,4. L’autore è Salvador Gaudenti, nato a Buenos Aires da genitori calabresi emigrati in Argentina nel secondo dopoguerra: il padre e la madre erano originari di Saracena, il nonno paterno di Rende. Da stamattina e per il prossimo mese la scultura resterà in piazza Bilotti, dove è stata collocata alla presenza del sindaco. Il toro realizzato da Gaudenti simboleggia, nelle intenzioni dell’autore, la volontà di fare emergere la parte più bella dei calabresi, restituendo, attraverso la magnificenza, la potenza e la lealtà del toro, la fertilità culturale della Calabria e della Magna Grecia. E’, infatti, una rivisitazione, in chiave contemporanea, del Toro cozzante (del V secolo avanti Cristo) conservato al Museo archeoleogico nazionale della Sibaritide. Rocky Bull diventa il presupposto e, insieme, l’auspicio per contaminazioni tra radici e nuove simbologie, una costante della ricerca dell’artista argentino che oggi vive e lavora a Castrovillari.

Un artista… nel pallone: gli anni al River, tra Maradona e Pelè

La formazione artistica di Salvador avviene, invece, a Buenos Aires, dove frequenta la Scuola d’arte. Ma la vena artistica di Salvador è per un po’ soffocata dalla sua incontenibile passione per il calcio che, mista ad uno spirito ribelle, prende il sopravvento fino a farlo entrare nelle giovanili del celeberrimo River Plate, la squadra dei “milionarios” che gli eterni rivali del Boca Junior chiamano però “gallinas”. Nella squadra argentina, giovanissimo, Gaudenti fa incontri straordinari: anzitutto con il suo mentore Luis Ansarda, allenatore dei boys del River, che lo prende a ben volere e ne coltiva il talento. Poi arrivano quelli con Ramon Diaz, Daniel Bertoni e con il mito Diego Armando Maradona, sfidato in una delle tante partite dei campionati giovanili. Tra gli innumerevoli episodi che la sua fervida memoria ricorda sopra ogni cosa c’è, ai tempi in cui faceva il raccattapalle al Monumental di Buenos Aires, l’aver consegnato una palla in uscita dalla linea laterale a Pelè, quando O Rey si recò a giocare in quello stadio con il suo Santos.

La parabola calcistica di Salvador si fermò quando, nel 1978, dopo il mundial di Argentina, si fece strada in lui il desiderio di ritrovare le sue radici. L’idea era quella di contattare un cugino del padre, che viveva a Torino ed era tra i più stretti collaboratori del presidente della squadra granata di calcio, per propiziare un trasferimento nel campionato italiano. Non se ne fece nulla.

Dieci nuove opere d’arte presto sul Mab

Fu allora che Gaudenti decise di dedicarsi di nuovo all’arte. Numerose le sue esposizioni in Italia e all’estero. Nel 2012 collabora anche con l’Ambasciata argentina a Roma per la promozione artistica e culturale del suo Paese. Rocky Bull rappresenta un progetto ambizioso e rivoluzionario e, insieme, un’idea visionaria e spirituale. «Dobbiamo far capire a tutti i calabresi – dice l’artista argentino – e a tutto il mondo quanto sia importante far emergere un’immagine positiva della nostra terra e della nostra gente che ha portato la cultura nel mondo, che ha governato Paesi. Dobbiamo tornare ad essere un albero rigoglioso e pieno di energia». Dopo Cosenza l’opera toccherà altre città della Calabria, Roma, Lucca e andrà poi in Sud America, anzitutto a Buenos Aires.

«Oggi più che mai – ha detto Occhiuto alla collocazione dell’opera – abbiamo bisogno di un simbolo beneaugurante. L’opera si armonizza molto bene con il contesto nel quale è stata collocata. La nostra città – ha aggiunto il sindaco – ha sempre accolto opere d’arte. Il Mab sarà arricchito con altre dieci sculture di cui abbiamo già predisposto l’installazione». Il primo cittadino ha poi ringraziato Gaudenti per l’opera che lascerà esposta per un mese a beneficio dei cosentini «perché – ha concluso Occhiuto – possano sentirsi coinvolti in quest’idea del toro cozzante e della forza che viene sprigionata con determinazione rispetto a situazioni negative che oggi ci sono e che possiamo respingere aspirando alla bellezza ad un futuro migliore per noi e i nostri figli».

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