venerdì,Marzo 29 2024

La Corte dei Conti condanna “assenteisti” per danno di immagine alla Regione Calabria

La Corte dei Conti, sezione responsabilità della Regione Calabria, ha parzialmente accolto l’atto di citazione proposto dalla Procura contabile Regionale nei confronti di 7 persone, tutte coinvolte in una inchiesta su fenomeni di ingiustificato assenteismo registrati negli uffici di Cosenza della Regione Calabria, da cui era già scaturito un procedimento penale avviato dalla Procura della

La Corte dei Conti condanna “assenteisti” per danno di immagine alla Regione Calabria

La Corte dei Conti, sezione responsabilità della Regione Calabria, ha parzialmente accolto l’atto di citazione proposto dalla Procura contabile Regionale nei confronti di 7 persone, tutte coinvolte in una inchiesta su fenomeni di ingiustificato assenteismo registrati negli uffici di Cosenza della Regione Calabria, da cui era già scaturito un procedimento penale avviato dalla Procura della Repubblica di Cosenza.

Le indagini della procura di Cosenza

I sette soggetti, in particolare, prestavano servizio al Dipartimento 7, Sviluppo, economia, lavoro, formazione e politiche sociali con sede in via Cesare Gabriele, vicino il Tribunale di Cosenza. Gli accertamenti, eseguiti circa 4 anni, sono stati condotti dalla Guardia di Finanza, con il coordinamento del Capo della Procura bruzia Mario Spagnuolo, a seguito di numerose segnalazioni di disservizi e ritardi riconducibili proprio alla latitanza costante degli impiegati.

Tra il mese di maggio ed il mese di giugno 2016, erano state collocate tre videocamere da parte delle fiamme gialle: la prima inquadrava costantemente l’ingresso principale dell’edificio, la seconda puntava verso una uscita secondaria, la terza era posizionata in direzione della macchinetta dell’orologio segnatempo, in maniera tale da poter riprendere nitidamente l’operazione di tracciamento degli orari di ingresso e di uscita dei dipendenti, regolata attraverso la strisciata dei badge.

In appena un mese di monitoraggio sono affiorate numerose violazioni. 

I comportamenti fraudolenti erano costanti e diretti a fare risultare l’ingannevole presenza in ufficio, mentre invece i dipendenti indagati si allontanavano regolarmente per sbrigare altre faccende personali oppure, più semplicemente, per trascorrere la mattinata al bar. Due dipendenti hanno patteggiato la pena in sede penale, per gli altri il processo è in corso di svolgimento.

Tuttavia, parallelamente al giudizio penale, la Procura della Corte dei Conti Regionale ha avviato un giudizio contabile nei confronti dei “furbetti del cartellino”, per ottenere la restituzione delle somme corrisposte e non dovute a titolo di retribuzione, perché relative a periodi in cui i dipendenti regionali non erano effettivamente in servizio, contrariamente a quanto risultava dal badge.

La richiesta della Procura della Corte dei Conti: danno d’immagine alla Regione Calabria

Inoltre la Procura contabile Regionale aveva chiesto che i 7 dipendenti venissero condannati al pagamento del danno d’immagine cagionato alla Regione Calabria in virtù delle loro illegittime condotte: tale voce di danno era stata quantificata in sede di invito a dedurre in circa 10mila euro per ciascun dipendente.

Tuttavia, sul punto, la Corte dei Conti ha accolto le deduzioni difensive formulate dai difensori dei 7 dipendenti regionali, avvocato Oreste Morcavallo, avvocato Giuseppe Carratelli e avvocato Rosaria Mercurio, riducendo a circa 2mila il danno di immagine sofferto dalla Regione Calabria in virtù della condotta dei 7 “furbetti del cartellino”, che sono stati quindi condannati a pagare cifre oscillanti tra i 1.200 e 4.000 euro, a seconda della funzione svolta, dello stipendio percepito e delle ore di assenza ingiustificate.

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