giovedì,Marzo 28 2024

Dilettanti, che futuro? Rinaldi (Belvedere): «Tagliare quote d’iscrizione»

La crisi economica derivante dalla pandemia da Covid-19 si sta facendo sentire ad ogni livello. Nessun settore è esente dai danni causati dal blocco delle attività lavorative e il calcio, irrimediabilmente, ne risente. La Juventus, con un atto storico ha trovato un accordo con i propri calciatori generando un risparmio di circa 90 milioni di

Dilettanti, che futuro? Rinaldi (Belvedere): «Tagliare quote d’iscrizione»

La crisi economica derivante dalla pandemia da Covid-19 si sta facendo sentire ad ogni livello. Nessun settore è esente dai danni causati dal blocco delle attività lavorative e il calcio, irrimediabilmente, ne risente. La Juventus, con un atto storico ha trovato un accordo con i propri calciatori generando un risparmio di circa 90 milioni di euro. Nei Dilettanti, però, il pallone si sta sgonfiando. Il vaso di Pandora è stato scoperchiato e, senza aiuti da Federazioni e/o enti locali, si rischia il collasso. Sono a rischio 3mila sodalizi e il codice rosso è già stato attivato. Cosenza Channel ne ha discusso con i presidenti e dirigenti dei club dilettantistici dei maggiori centri della provincia. Il quadro emerso è allarmante. E il turno di Thomas Rinaldi, direttore sportivo del Belvedere capolista del torneo di Promozione girone A.

Quali sono le esigenze di una squadra dilettantistica oggi?
«Esigenza è forse un termine inadatto, perché innanzitutto c’è bisogno di serenità. Se non riusciremo a tirarci fuori dall’emergenza Coronavirus, risulterà impossibile programmare qualsiasi cosa».

Quali sono le cose di cui un club avrebbe bisogno?
«Partendo dal basso, ritengo che bloccare i campionati sia stata una mossa saggia. Immagino che i tempi tecnici per ripartire non ci siano più e parlo da un punto di vista prettamente sportivo. Alla ripresa, invece, terrà banco la questione economica. I dilettanti vivono delle sponsorizzazioni di piccole aziende che, date le circostanze, non potranno più elargire alcunché. Un’idea potrebbe essere il taglio delle quote di iscrizione, il supporto dovrebbe essere comune a tutti i sodalizi».

Come vi comporterete con i rimborsi spesa dei calciatori nel periodo in cui il campionato è fermo?
«Ci sederemo a tavolino e affronteremo la questione in modo diretto. Il Belvedere, a differenza di quasi tutti tra i Dilettanti, ragiona su un rimborso mensile e non dividendo il totale per i mesi lavorativi. Non essendoci state le prestazioni sportive richieste dagli accordi, il resto vien da sé».

Avete già parlato con calciatori e staff tecnico? Vi aspettate che capiscano il momento delicato?
«Non abbiamo ancora discusso ufficialmente della cosa. Io tuttavia mi considero uno di loro, uno del gruppo, e informalmente ho preso l’argomento. C’è la consapevolezza di dover accettare un taglio perché lo impone il particolare momento storico. Inoltre, non essendoci più il fine lavorativo, dovrebbe venire meno tutto il resto».

Direttore Rinaldi, è favorevole o contrario a riprendere i campionati? E perché?
«Tutto ruota in funzione ai dati dell’Istituto Sanitario di Sanità. Parlare di ripresa è ancora utopia. Prima di un altro mese non cambierà molto e ciò dilaterebbe ulteriormente i tempi con la preparazione. Sarei stato favorevole a riprendere immediatamente se ci fossero state le possibilità. Ma non ci sono. Uno come me che vive il campo, avverte la mancanza di allenamenti e partite».

Potrebbe essere il momento giusto per effettuare delle riforme, per Lei la più impellente qual è?
«Le riforme per me vanno fatte a prescindere da tutto. Dal punto di vista organizzativo andranno ridimensionati e riorganizzati i campionati alla luce delle imminenti defezioni. Un altro problema che affrontiamo qui a Belvedere è il numero di under da schierare obbligatoriamente. Non avendo la scuola calcio a disposizione, reperirli sul territorio non è più semplice come un tempo».