sabato,Settembre 7 2024

Comune e terzo settore, primi dati sugli aiuti alla popolazione

Dal Comune di Cosenza arrivano i numeri sulle prime tre settimane di lavoro di “Insieme #andràtuttobene”. Si tatta del protocollo d’intesa finalizzato all’assistenza delle fasce deboli della popolazione cosentina durante l’emergenza coronavirus. A promuoverlo, Palazzo dei Bruzi, il CSV, la Caritas diocesana, il Banco Alimentare, la Croce Rossa Italiana e la Fondazione Casa San Francesco

Comune e terzo settore, primi dati sugli aiuti alla popolazione

Dal Comune di Cosenza arrivano i numeri sulle prime tre settimane di lavoro di “Insieme #andràtuttobene”. Si tatta del protocollo d’intesa finalizzato all’assistenza delle fasce deboli della popolazione cosentina durante l’emergenza coronavirus. A promuoverlo, Palazzo dei Bruzi, il CSV, la Caritas diocesana, il Banco Alimentare, la Croce Rossa Italiana e la Fondazione Casa San Francesco d’Assisi. Sono 528 i pacchi di alimenti consegnati alle famiglie, 80 i volontari impegnati nel confezionamento e nella distribuzione, quasi 300 ore di volontariato rese alla comunità.

L’emergenza coronavirus, oltre ad essere sanitaria, è, infatti, un’emergenza sociale. Le persone in difficoltà si sono rivolte alla Porta sociale del Comune, che ha provveduto a raccoglierne i bisogni. Il Banco Alimentare ha messo a disposizione il cibo. Il CSV ha coordinato e gestito associazioni e nuovi volontari nel confezionamento dei pacchi e nella consegna a domicilio. Casa San Francesco si è occupata del trasporto insieme alla Croce Rossa. La Caritas ha attivato la sua rete di parrocchie.

Lavorare per il bene comune in vista della fase 2

Soddisfatta l’assessore al Welfare, Alessandra De Rosa. “Ero certa – sottolinea – che facendo leva sul terzo settore i risultati non avrebbero tardato ad arrivare. L’obiettivo è rendere il progetto il più inclusivo possibile, aprendo a tutte le realtà che già stanno meritoriamente lavorando per dare risposte concrete ai bisogni. Ora è importante – ha concluso De Rosa – dar luogo ad una Banca Dati Unica per mettere in rete gli interventi, evitare dispersione di forze e risorse e ottimizzare il lavoro di ciascuno. Bisogna pensare ad una fase 2, con una progettualità condivisa che possa rispondere alle reali esigenze delle persone in difficoltà.

Il bisogno di cibo, infatti, è immediato nelle prime fasi dell’emergenza. Poi vengono fuori altre necessità scaturite dalla impossibilità di lavorare regolarmente o frequentare la scuola. “Serve un coordinamento strutturato – afferma il presidente del CSV, Gianni Romeo – a cui partecipino istituzioni locali, enti di istruzione e ricerca, terzo settore. Da questo grande lavoro è emersa anche qualche criticità, che ci ha aiutato a capire che da soli non si va da nessuna parte. Bisogna superare la logica del proprio orticello e lavorare in una prospettiva più ampia tenendo presente il bene comune”. La fase di ripartenza necessiterà di una gestione lunga e impegnativa. Comune, CSV e terzo settore cittadino sono già al lavoro per capire quali strumenti mettere in campo. E affrontarla, così, nel modo giusto senza lasciare indietro nessuno grazie a interventi mirati ed efficaci.

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