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COSA CI SALVERÀ DALL’EPIDEMIA/1 – I VACCINI

Quella degli scienziati è una corsa contro il tempo. Più ne passa più il contagio si cronicizza. Così anche dopo che sarà passata quella che hanno chiamato “fase 1”, la popolazione resterà comunque esposta al virus. Riprendere le attività normali, sarà impossibile. Per evitare di ammalarsi, a causa della circolazione della malattia di cui molti

COSA CI SALVERÀ DALL’EPIDEMIA/1 – I VACCINI

Quella degli scienziati è una corsa contro il tempo. Più ne passa più il contagio si cronicizza. Così anche dopo che sarà passata quella che hanno chiamato “fase 1”, la popolazione resterà comunque esposta al virus. Riprendere le attività normali, sarà impossibile. Per evitare di ammalarsi, a causa della circolazione della malattia di cui molti sono portatori asintomatici, l’unico rimedio è elaborare un vaccino efficace e poi distribuirlo a tutti. Non è un’impresa da poco, ma sono molte le eccellenze della medicina da mesi al lavoro per cercare una combinazione efficace, capace di immunizzare contro il Covid-19. Allo stato, secondo un report dell’Oms, sono circa 70 gli studi in corso in tutto il mondo (https://www.who.int/blueprint/priority-diseases/key-action/Novel_Coronavirus_Landscape_nCoV_11April2020.PDF?ua=1). 

Vediamo a che punto è la ricerca e quali sono i principali studi in fase avanzata.

LA RICERCA ITALO-BRITANNICA

Due giorni fa, sul sito del Ministero della Salute, si è data ufficialità a una notizia che già circolava da qualche giorno. L’azienda italiana Advent Irbm di Pomezia insieme allo Jenner Institute della Oxford University è al lavoro su un vaccino che sarà testato su 550 volontari sani. Il farmaco pare che non abbia registrato effetti tossici e i risultati di laboratorio sono stati definiti «particolarmente buoni». C’è una data: settembre. Dopo l’estate verrà dato il via libera all’uso compassionevole per agenti delle forze dell’ordine e personale sanitario. Tutti gli altri dovranno ancora aspettare. L’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) è in attesa di ricevere le relazioni dettagliate per potersi pronunciare. 

Primi dati anche per la sperimentazione di cinque vaccini, condotti dall’azienda biotech romana Takis, tra dieci giorni cominceranno i test allo Spallanzani e poi si tireranno le somme. 

GLI STUDI ISRAELIANI

Dalla metà febbraio, l’istituto di ricerca israeliano Migal, è in fermento. Quattro anni prima, il team aveva sviluppato un vaccino per debellare una tipologia di coronavirus che colpisce i polli. Adesso, partendo da quel risultato, gli scienziati stanno cercando di adattare quel vaccino al Covid-19 e secondo Uri Ben-Herzl, vicepresidente di Migal, che ha rilasciato un’intervista a La Stampa, ci stanno riuscendo. Il preparato non sarà iniettato e sarà composto da una finta proteina col compito di simulare le attività del virus, così da preparare il sstema immunitario a rispondere ai suoi attacchi. 

IL CEROTTO

Ci spostiamo all’Università di Pittsburgh, il gruppo di lavoro è quello che ha ideato il vaccino contro la Sars, e tra gli scienziati che stanno mettendo a punto il progetto anti-Covid c’è anche l’italiano Andrea Gambotto. Il vaccino che si sta elaborando negli States ha la forma di un cerotto da applicare su braccio o spalla, composto da 400 micropunture che rilasciano entro 4 settimane una quantità di anticorpi sufficiente a impedire al virus di agganciarsi alle nostre cellule. Gli spunzoni (formati da proteine “spike”), che si vedono negli ingrandimenti del virus, si uncinano alle cellule umane legandosi ai recettori umani. Mettendo in circolo col vaccino questa proteina “spike”, il nostro sistema immunitario reagisce immediatamente, producendo anticorpi specifici per combattere l’intrusione e se la persona verrà a contatto col virus l’organismo sarà già preparato a combatterlo e ad espellerlo. Applicandolo sulla pelle, l’uso sarà più rapido, comodo ed efficace (la quantità sarà ben concentrata in un punto).

LA CORSA DEGLI USA

Tra i primi istituti di ricerca che, attingendo dalla sequenza gentica del virus scoperta dagli scienziati cinesi, ha cominciato a lavorare a un vaccino, c’è il centro di ricerca Moderna a Cambridge, Massachusetts. Dal laboratorio statunitense, i primi di febbraio sono state prodotte 500 fiale di un vaccino che entro al fine di aprile sarà iniettato su un campione di 25 volontari sani, ma ci vorrà la fine dell’estate per analizzare i test e poi procedere in caso di riscontri positivi. In prima linea anche la “Bill e Melinda Gates Foundation”, che ha dato il via alla sperimentazione su 40 volontari che saranno scelti tra Philadelphia e la Pennsylvania.

LA RICERCA CINESE È GIÀ IN FASE 2

Ci sarebbe una sorta di riequilibratura del karma se proprio dal Paese dove tutto è partito arrivasse la soluzione. Gli scienziati cinesi sono i primi ad aver codificato e messo a disposizione le sequenze genetiche del virus. Ora il CanSino Biologics Inc. (che è quotato in borsa ad Hong Kong) con il Beijing Institute of Biotechnologyè passato alla cosiddetta fase 2, quella clinica, quindi della sperimentazione sull’uomo. Ed è l’unico in questo momento. 

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