domenica,Ottobre 13 2024

Cosenza città aperta… con e senza il distanziamento sociale

Non sono tanti gli esercizi commerciali di Cosenza che hanno aderito all'ordinanza della Santelli. Ma sul distanziamento sociale non ci siamo.

Cosenza città aperta… con e senza il distanziamento sociale

E il Primo Maggio diventa Festa della Liberazione. Il clima per le strade di Cosenza, la città simbolo dell’ordinanza della governatrice della Calabria Jole Santelli e di cui tutti i programmi d’informazioni e tg nazionali parlano, assomiglia a quello dell’immediato Dopoguerra: ognuno prova a fare qualcosina ma nessuno sa realmente cosa. Nella città dei bruzi il sindaco Occhiuto prova a mettere il freno all’ordinanza della sua ex vicesindaco chiedendo un coordinamento dei sindaci con la Regione che però non arriva. Via libera all’ordinanza Santelli, quindi.

Seppur in orari diversi, dalla mattina al pomeriggio inoltrato, su corso Mazzini, dalle transenne dei lavori in zona fontana di giugno fino a quelle del sequestro di piazza Bilotti, transitano un centinaio di persone. I tavolini dei bar aperti sono “affollati” per come lo possono essere al tempo del Coronavirus ma tanti altri esercizi commerciali che avrebbero potuto aprire non lo hanno fatto. Alcuni perché vogliono rispettare i tempi dettati dal governo centrale, altri perché non sono ancora pronti per adeguarsi all’ordinanza emanata dalla Santelli nella notte fra mercoledì e giovedì. 

La passeggiata “legalizzata”

Se i tavoli sono effettivamente distanziati fra loro di un metro, non si può dire lo stesso per le persone che chiacchierano con chi è seduto. Si fermano un attimo approfittando della camminatina per scambiare due parole. Il nodo dell’ordinanza regionale sui bar e ristoranti sta tutto qui: è consentito consumare ai tavoli all’aperto ma per arrivarci, il decreto Conte, prevede un distanziamento sociale che, nei fatti, non avviene. Famiglie, gruppi di amici giovani e meno giovani camminano di fianco senza rispettare la distanza sociale di un metro. E, soprattutto, l’ordinanza regionale “legalizza” la passeggiata anche se non vi è esplicito consenso nei documenti della Cittadella regionale così come in quelli emanati da Palazzo Chigi. 

Le forze dell’ordine sul corso osservano e cercano di limitare i danni. «È stato creato un clima in cui le persone non hanno una regola certa – racconta un agente in servizio nel salotto buono della città – noi cerchiamo di far evitare gli assembramenti ma appena volti le spalle la situazione si ripete qualche metro dopo e non puoi certo militarizzare la città. Cerchiamo di usare comprensione e buon senso piuttosto che sanzioni pecuniarie in attese che le istituzioni si mettano d’accordo». 

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