venerdì,Febbraio 7 2025

Oncologia, il reparto Covid-free dell’Annunziata

Immunodepressi, la categoria più a rischio. E cresce l’ansia per i tanti pazienti di oncologia, resi ancora più fragili dall’emergenza Covid-19, chiamati comunque a curarsi sia con ricoveri day hospital sia, quando è necessario, con ricoveri a media-lunga degenza. «Le notti prima di andare a fare la chemio – racconta Luisa, 51 anni e un tumore al seno – le trascorro in bianco,

Oncologia, il reparto Covid-free dell’Annunziata

Immunodepressi, la categoria più a rischio. E cresce l’ansia per i tanti pazienti di oncologia, resi ancora più fragili dall’emergenza Covid-19, chiamati comunque a curarsi sia con ricoveri day hospital sia, quando è necessario, con ricoveri a media-lunga degenza. «Le notti prima di andare a fare la chemio – racconta Luisa, 51 anni e un tumore al seno – le trascorro in bianco, sono costretta a trascinarmi fino in ospedale, spesso ci riesco solo prendendo dei tranquillanti». «Ho rimandato l’immunoterapia di una settimana nel mese di marzo, perché avevo paura, poi mi sono fatto forza», così Giuseppe che da due anni convive con un cancro ai polmoni e con la speranza, ora intimidita, che tutto vada bene. C’è un’epidemia in atto, ma le malattie non aspettano e le terapie non possono essere sospese. 

Quarantena e tamponi per i pazienti provenienti dal Nord

«Non potevamo permetterci di rimandare e di non assistere i nostri pazienti; perciò abbiamo cercato di organizzarci al meglio per lavorare in totale sicurezza»  dichiara Serafino Conforti, dirigente medico dell’Unità Operativa Complessa di Oncologia dell’Annunziata di Cosenza. «Siamo riusciti, dopo che in un primo tempo c’era stata negata, ad avere l’autorizzazione dei ricoveri elettivi – dice -. Al momento, nel reparto di Oncologia ci sono sette posti letto, con camere adibite per un solo paziente, salvo una camera disposta per due pazienti che gode però di uno spazio più che sufficiente a garantire la totale sicurezza. I pazienti, anche con situazioni cliniche compromesse, hanno la possibilità così di essere curati, ricorrendo a tutte le terapie del caso». Il numero dei pazienti che si rivolgono all’Annunziata è cresciuto dopo il rientro dalle città del Nord. «Anche se abbiamo ben accolto le loro richieste, ci siamo premuniti, dopo il periodo di quarantena obbligatoria, nel rispetto della salute e della totale sicurezza, di effettuare loro il test apposito e, solo con l’esito del tampone negativo, permettere l’accesso all’ospedale». 

Covid-19, percorso esterno e triage prima di entrare nel reparto di Oncologia

Il reparto di Oncologia a seguito dell’emergenza Covid-19 ha ora un ingresso apposito. Una freccia con sopra scritto Unità operativa complessa di Oncologia indica il nuovo percorso che evita i corridoi interni dell’Annunziata e che, costeggiando a sinistra l’ingresso principale dell’Annunziata, conduce al triage dove infermieri e medici provvedono a far misurare la febbre e annotare eventuali sintomi. «Sono state sospese le attività non urgenti, così da permettere ai pazienti – sottoposti alle terapie che non possono essere dilazionate – di essere assistiti in assoluta sicurezza. Anche per la richiesta di farmaci stiamo notando una grande collaborazione da parte di tutti gli operatori del Mariano Santo, tanto da non evidenziare neppure grossi ritardi nelle consegne». Già fuori dalla porta di ingresso è possibile vedere quanti sono in attesa di entrare, tutti rigorosamente distanti gli uni dagli altri e con le dovute protezioni. 

La sala del day hospital dell’U.O.C di Oncologia

«Una volta dentro – dice Luisa – tutti gli operatori ci accolgono sempre con un buongiorno sorridente, lo leggo con una punta di tenerezza dall’espressione dei loro occhi, resi più piccoli da occhiali e visiere. Due, massimo tre, i pazienti nella sala del day hospital, stanno seduti su poltrone i cui grandi braccioli sembrano quasi fare da scudo, mentre intorno e a debita distanza si possono individuare solo i contorni di volti estranei, camuffati dalle mascherine, eppure noti, perché accomunati dalla stessa speranza». «In testa abbiamo le cuffie che ci vengono date per evitare la caduta dei capelli, ma non vedo l’ora che riapra l’ambulatorio di estetica oncologica, vorrei riprendere a farmi le unghie e a truccarmi un po’». 

«Il giorno prima della terapia – spiega poi Conforti – si fanno i prelievi del sangue in via Zara dove al triage due medici e due infermieri attendono i pazienti; per colmare il problema di spazi limitati, siamo riusciti ad avere due delle cinque sale utilizzate di meno per via dell’epidemia, cosicché tutti i pazienti oncologici possano accedere in sicurezza, anche con una seconda mascherina che provvediamo noi stessi a somministrare. Per fortuna nel reparto non mancano né mascherine, né guanti, né il necessario per poter lavorare al meglio; per questo siamo grati anche alle tante associazioni che ce ne hanno fatto dono. Ma ci sarebbe da dire grazie anche ai dipendenti che in questo periodo più che mai stanno stanno dimostrando grande professionalità grande sensibilità, non assentandosi mai e cercando di dare conforto ai pazienti impossibilitati al momento a ricevere le visite dei propri cari». 

Helpline, supporto psicologico via telefono anche per i familiari

Proprio per questo motivo, a fine turno, Angela Piattelli, dirigente psicologo e psico-oncologo presso l’U.O.C. di Oncologia, tiene dei Focus group con i dipendenti, dei mini incontri individuali e di gruppo di qualche minuto, con le dovute misure di anticontagio dal Covid-19, per aiutare a scaricare lo stress accumulato durante i turni di lavoro, in un reparto già difficile di suo e ancora di più con la pandemia. «Oltre alle attività cliniche istituzionali – spiega Angela Piattelli – abbiamo sempre assicurato l’assistenza psicologica: vengono tenuti infatti quotidianamente colloqui psicologici clinici durante il trattamento chemioterapico, tranne per i pazienti di follow-up le cui sedute sono state differite. La richiesta di sostegno in questo periodo è aumentata; per questo motivo si è pensato di attivare una linea telefonica, Helplineper dare sostegno psicologico da remoto a pazienti e familiari. La paura del contagio poi ha acuito vari sintomi, soprattutto l’ansia e i disturbi del sonno. Stentano ad addormentarsi o addirittura trascorrono notti senza chiudere occhio. A queste sintomatologie si aggiunge quella da depressione, causata dalla condizione di isolamento che gli ammalati sono costretti a vivere in questo periodo di pandemia». Per quanto, infatti, riescano in video chiamata a raggiungere i propri familiari, non possono di certo riceverne il calore fisico. «Soffro tanto, perché la cosa che più mi manca sono gli abbracci dei miei figli». Così una mamma, paziente oncologica, nel suo letto d’ospedale.

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