giovedì,Marzo 28 2024

«Tamponi, siamo all’anarchia. Il Governo intervenga»

La questione dei tamponi congelati? Per Carlo Guccione non è che «un’ulteriore prova del fatto che la Regione continua a gestire la situazione nella più completa anarchia, con poca chiarezza e trasparenza».Il consigliere regionale non risparmia bordate ai protagonisti del caso di questi ultimi due giorni. «La vicenda e lo scaricabarile tra Asp di Cosenza

«Tamponi, siamo all’anarchia. Il Governo intervenga»

La questione dei tamponi congelati? Per Carlo Guccione non è che «un’ulteriore prova del fatto che la Regione continua a gestire la situazione nella più completa anarchia, con poca chiarezza e trasparenza».
Il consigliere regionale non risparmia bordate ai protagonisti del caso di questi ultimi due giorni. «La vicenda e lo scaricabarile tra Asp di Cosenza e Dipartimento Tutela della salute della Regione – commenta – getta confusione nell’opinione pubblica sulla capacità della sanità calabrese di gestire questa fase molto delicata dell’emergenza Covid-19».
Poi ribadisce le sue perplessità, già espresse nelle scorse settimane. «È ovvio – scrive – che c’è qualcosa che non va nella catena di comando: Regione, Ufficio del commissario, Asp e Aziende ospedaliere». Ad aggravare un quadro già a tinte fosche c’è pure l’ultima nota di Antonio Belcastro. Quella, cioè, con cui il dg «dispone la sospensione delle attività di screening, fermo restando l’effettuazione dei test in urgenza».

Anche dei semplici tamponi in Calabria diventano un problema

Cosa fare allora? Per Guccione è tempo che intervenga il governo nazionale. Conte e i suoi, sostiene il democrat, devono «prendere atto che in Calabria anche le cose più semplici, come l’esecuzione dei tamponi rino-faringeo, diventano un enorme problema per la salute dei cittadini». E, visto che la sconfitta del virus appare ancora lontana, tocca «dare una svolta all’Ufficio del commissario nominando personalità competenti e di alto profilo». Anche perché i commissari che si sono alternati in Calabria da oltre dieci anni «non hanno risolto né il problema del disavanzo economico né l’aumento dei Livelli essenziali di assistenza».

Articoli correlati