giovedì,Marzo 28 2024

Rissa all’Oasi Francescana, processo terminato con tre assoluzioni

Si conclude con tre assoluzioni il processo a carico di tre uomini, accusati di aver partecipato a una rissa nei pressi dell'Oasi Francescana di Cosenza.

Rissa all’Oasi Francescana, processo terminato con tre assoluzioni

A distanza di sette anni dal giorno del presunto reato, si conclude il processo di primo grado a carico di tre persone, accusate di aver partecipato a una rissa all’Oasi Francescana di Cosenza. Siamo nel 2013, quando la procura di Cosenza coinvolge nell’accaduto anche i tre uomini finiti sotto il giudizio di un giudice monocratico.

Rissa all’Oasi Francescana, la ricostruzione dei fatti

Alla sbarra c’erano Tulion Marian Giurca, Giuseppe Crimini ed Emilio Bassi. Il tutto aveva origine da una discussione, avvenuta presso il mercato ortofrutticolo, per questioni legate al prezzo di vendita di alcuni prodotti, che vedeva come protagonisti due gruppi di venditori, tra i quali quello di cui faceva parte Giurca, che all’epoca lavorava alle dipendenze della famiglia di Emilio Bassi. In seguito a tale primo diverbio, il gruppo di venditori contrapposto ai Bassi, avrebbe avvicinato quest’ultimi presso il loro punto vendita, accompagnati dal possesso di oggetti contundenti, con l’intento di proseguire nella lite poco prima verificatasi, e proprio in tale occasione, vedendo tale scena, Bassi e Giurca, si sarebbero minuti di oggetti da lavoro reperiti presso il loro bancone di vendita al fine di difendersi nell’eventualità di una aggressione nei loro confronti.

Anche una sparatoria

Tale tentata aggressione non ebbe, però, alcuna conclusione, in quanto i protagonisti di tale avvicinamento, alla vista dei loro oppositori, si diedero alla fuga. Ma v’è di più. Difatti, nel corso delle ore successive a tale episodio, la vicenda si arricchiva di nuovi fatti. Quello stesso giorno, in orario di chiusura dell’attività, la famiglia Bassi e Giurca erano stati avvicinati, in prossimità del loro camion, da una autovettura, dalla quale partirono tre colpi di arma da fuoco, uno dei quali colpì alla schiena Giurca, mentre un secondo colpo danneggiava il vetro anteriore del furgone contenente la merce.

Altri colpi di arma da fuoco

Nel corso della stessa serata, in zona totalmente opposta, quale quella di San Vito, avviene un’altra sparatoria, questa volta in danno di Crimini, il quale, a causa delle ferita riportata in seguito al colpo ricevuto, si reca presso l’ospedale civile Annunziata di Cosenza. A seguito dell’intervento dei carabinieri, contattati dall’azienda ospedaliera, quest’ultimi si sono portati presso l’abitazione di Crimini per cercare di ricostruire l’accaduto, venendo a conoscenza del rapporto di amicizia che legava il ferito e i Bassi, e per tale motivo, i Bassi sono stati chiamati a rendere informazioni in merito a quanto accaduto, occasione che portò alla luce gli episodi che si erano verificati quello stesso giorno presso il mercato ortofrutticolo di Cosenza, portando così all’inizio delle indagini.

Da vittima a indagato

Nei giorni successivi, vi è il verificarsi di altri due episodi diretti a colpire Giurca, il quale, in ordine agli stessi, non esita a sporgere immediatamente denuncia. Nel primo caso, vengono sparati alcuni colpi di arma da fuoco nei suoi confronti, i quali fortunatamente non lo colpiscono. Nel secondo caso viene indirizzata nei suoi confronti una telefonata attraverso la quale, lo stesso, è minacciato. Nonostante tali avvenimenti, le attività di indagine delegate dalla Procura presso il Tribunale di Cosenza, sono state indirizzate esclusivamente in ordine alla presunta rissa avvenuta presso il mercato ortofrutticolo, portando così all’inizio di un procedimento penale nei confronti di Giurca, Crimini, Bassi e altri imputati, i quali hanno proceduto a definire la propria posizione, anticipatamente, con riti alternativi.

Come si è svolto il processo sulla rissa all’Oasi Francescana

Nel corso dell’istruttoria dibattimentale, gli elementi di prova presentati dal P.M. non hanno mai trovato effettivo riscontro. Difatti, a smentire l’effettivo verificarsi della presunta rissa, sono state, in primo luogo, le telecamere situate nella zona dove sono avvenuti i fatti, dalle quali è emersa la sola presenza di quelle determinate persone nella zona in questione, senza che vi sia stata alcuna colluttazione fisica tra i due gruppi, presupposto necessario per la configurazione del reato di rissa.

In secondo luogo, sono stati gli stessi appartenenti alle Forze dell’Ordine, chiamati a testimoniare in ordine agli accertamenti compiuti, ad escludere qualsiasi contatto fisico, e di conseguenza il verificarsi della contestata rissa. Orbene, tali elementi sono stati evidenziati in fase di discussione dall’avvocato Vincenzo Belvedere, difensore di Giurca e Bassi, e dall’avvocato Michele Franzese, difensore di Crimini, i quali hanno fatto notare all’autorità giudiziaria come l’attività di indagine sia risultata alquanto lacunosa e priva di qualsiasi riscontro nella realtà dei fatti, in ragione soprattutto della contestazione del reato di rissa, nei confronti dei loro assistiti , i quali più che autori del reato, ricostruendo l’intera vicenda, risultano le vere persone offese in ragione di quanto accaduto. Al termine del processo dunque, è arrivata una sentenza di assoluzione per i tre imputati e la fine di un incubo giudiziario iniziato, come detto, nel 2013.

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