martedì,Marzo 19 2024

Cosenza, il professore Arnaldo Caruso: «Isolato Covid meno aggressivo»

Il professore Arnaldo Caruso, originario di Cosenza, illustra la nuova scoperta fatta dal laboratorio di Microbiologia di Brescia.

Cosenza, il professore Arnaldo Caruso: «Isolato Covid meno aggressivo»

Il professore Arnaldo Caruso, presidente della Società italiana di virologia, spiega che il laboratorio di Microbiologia dell’Asst Spedali Civili, è riuscito ad isolare una variante di Covid19 meno aggressivo. Caruso, lo ricordiamo, è originario di Cosenza. Il virologo calabrese è stato tra i più duri all’inizio dell’epidemia, parlando del coronavirus come una forma del tutto sconosciuta, che non poteva essere paragonato a uno stato influenzale. (LEGGI QUI).

«Mentre i ceppi virali che siamo stati abituati a vedere in questi mesi, che abbiamo isolato e sequenziato, sono “bombe biologiche” capaci di sterminare le cellule bersaglio in 2-3 giorni – spiega Arnaldo Caruso all’Adnkronos Salute – questo per iniziare ad attaccarle ha bisogno minimo di 6 giorni”: il doppio del tempo. Da virologo – prevede – queste varianti virali più attenuate dovrebbero diventare il futuro della probabile evoluzione di Covid-19». La notizia, quindi, sarò oggetto di una pubblicazione scientifica.

«Il virus perde forza»

Arnaldo Caruso, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’università degli Studi di Brescia, aggiunge che «ogni giorno vediamo tamponi naso-faringei positivi non più in modo forte, bensì debole. Oggi ci sono infezioni molto leggere, quasi inapparenti. Si vede il virus in dosi molto, molto ridotte».

La svolta, secondo Caruso, arriva quando «mentre ultimamente arrivano tamponi con bassa carica virale, ce n’è capitato uno con carica molto alta e la cosa ci ha stupito. Questo soggetto era completamente asintomatico. Siamo dunque andati a isolarne il virus, scoprendo che in coltura era estremamente più debole dei precedenti». Caruso, dunque, illustra che il laboratorio ha messo in contatto in vitro cellule buone da aggredire, ma il virus «non riusciva nemmeno a ucciderle tutte. Anzi, anche solo per cominciare ad attaccarle necessitava di almeno 6 giorni contro le 48-72 ore sufficienti ai classici ceppi per finire tutte le cellule a disposizione. Attenzione – avverte Arnaldo Caruso – non sappiamo ancora se e quanto circoli questa variante, né se sia geneticamente diversa dalle altre. Possiamo però dire che qualcosa sta succedendo».

Situazione da monitorare

Infine, il virologo di Cosenza, sempre all’Adnkronos, chiarisce che «la pubblicazione rappresenta un indispensabile raffronto con la comunità scientifica internazionale. Dobbiamo anche rivolgere parole di serenità, di cauto ottimismo per il futuro. Non possiamo dire con certezza ciò che accadrà perché le nuove varianti indebolite poi magari ricombinano con qualche “brutta bestia” e ci ritroviamo un ulteriore danno nella prossima ondata». Il presidente dei virologi italiani spera che «come in passato è successo più volte, il virus tenda ad attenuarsi nella sua patogenicità. Il virus vincente è quello che si adatta e si replica risparmiando la cellula che lo ospita».

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