Comune di Cosenza, l’opposizione chiede le dimissioni di Caruso
In un'infuocata diretta Skype il gruppo di opposizione mette sul piatto l'affaire bilancio e la metroleggera e chiede le dimissioni di Caruso
Una richiesta di dimissioni in streaming, quella che è arrivata via conference call con i giornalisti, dai consiglieri della minoranza del Comune di Cosenza. Online Carlo Guccione, Bianca Rende, Damiano Covelli e Francesca Cassano, compatti a chiedere la testa di Francesco Caruso già assessore ai Lavori pubblici all’epoca del famoso collaudo-non-collaudo di Piazza Bilotti ora sotto sequestro. «In quel momento, nonostante le nostre sollecitazioni, Caruso insisteva che il collaudo c’era e noi passavamo per quelli che gettavano fango sull’amministrazione Occhiuto – ha detto Carlo Guccione, capo de La Grande Cosenza, via Skype – e invece sono state messe in pericolo le persone che erano presenti all’inaugurazione e poi al concertone di Capodanno».
Il piatto dell’opposizione non piange e sul tavolo arriva l’affaire bilancio e la spina della depurazione. Il gruppo parla di “finanza creativa” che avrebbe portato al dissesto del Comune di Cosenza. In un documento di accesso agli atti, saltano fuori le cifre dell’ultimo triennio relative proprio alla depurazioni e che, secondo l’opposizione, presentano evidenti incongruenze: per il 2018, 802mila euro invece di due milioni e mezzo; per il 2019, due milioni di euro e nessun pagamento alla Geko, la società appaltatrice del servizio.
Per Guccione il bilancio di Cosenza non è attendibile
«La cosa più grave – spiega Guccione – è la risultanza di fatture liquidate e non pagate, certificate dal Comune e cedute dall’impresa all’istituto bancario per poco più di 3 milioni di euro». E definisce il bilancio del triennio «inattendibile». Nel cahiers de doleance finisce anche la questione espropri, da cui il Comune avrebbe incassato bruscolini, appena 160mila euro, e l’infinita diatriba della metroleggera che ora rischia di sprofondare per i costi eccessivi di un progetto che è a un passo dall’essere bocciato.
«Per non rischiare di disperdere le risorse l’opera dovrebbe essere completata entro il 2023 altrimenti sarà la Regione a dover pagare il conto, dobbiamo pensare a come riconvertire quei 160 milioni». E Covelli mette il dito nella piaga: «Imbarazzante il silenzio della Santelli» mentre la Cassano rimarca come i costi del Parco Benessere siano lievitati per le batterie elettriche sottotracciato e per gli espropri di alcuni terreni privati.
Sulla graticola anche i consiglieri che fino a questo momento, hanno, anche con la semplice presenza, permesso che le manovre proseguissero senza intoppi. «Avevamo lanciato l’allarme per tempo, ma nessuno ha voluto darci ascolto e adesso ci troviamo a questo punto».