Immuni, da oggi l’app sarà in azione in 4 regioni pilota contro il Coronavirus
«Non dobbiamo credere che questa emergenza sia finita. L‘emergenza finirà solo quando verrà scoperto il vaccino e quando sarà prodotto in maniera sufficiente per rendere immuni tutti i cittadini che devono esserlo». Così il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha risposto a “1/2 ora in più” su Rai3 a chi gli chiedeva se fossimo fuori
«Non dobbiamo credere che questa emergenza sia finita. L‘emergenza finirà solo quando verrà scoperto il vaccino e quando sarà prodotto in maniera sufficiente per rendere immuni tutti i cittadini che devono esserlo». Così il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha risposto a “1/2 ora in più” su Rai3 a chi gli chiedeva se fossimo fuori dall’emergenza. In questi mesi, ha aggiunto, «gli italiani sono stati straordinari e con i loro comportamenti hanno permesso di uscire dal lockdown e di iniziare una nuova fase. Ora dobbiamo continuare ad essere responsabili capendo che ci è richiesta la stessa responsabilità che avevamo nel passato». Ma ci sarà un ritorno del virus? «Ci sarà una recrudescenza – ha risposto Arcuri – se non ci comportiamo responsabilmente. Se invece lo saremo potrà esserci una qualche ulteriore recrudescenza, ma sarà contenuta». Nel frattempo la app Immuni da oggi sarà attiva in 4 regioni prova come contact tracing al Coronavirus.
Coronavirus, app Immuni scaricata da 2 milioni italiani
La app Immuni per il contact tracing dal Coronavirus oggi inizierà a funzionare in via sperimentale in 4 regioni. «E’ stata scaricata da 2 milioni di italiani – ha detto Arcuri -. E’ una app molto utile e il tracciamento è una componente essenziale per questa fase». Il commissario non è preoccupato del fatto che ogni regione stia realizzando una propria App. «Quando studiavo mi dicevano che la moneta buona scaccia quella cattiva – ha detto – e sono sicuro che Immuni sarà la più utile per le esigenze».
Le regioni sperimentali
E così Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia saranno le prime regioni a testare il funzionamento del contact tracing Immuni. Hanno avuto anche il via libera, nei giorni scorsi, da parte del Garante per la Privacy. La app Immuni arriva alla linea di partenza non senza una scia di polemiche e inciampi tecnici riguardanti l’argomento Coronavirus. Ha dovuto superare le critiche alle icone sessiste che ritraevano una mamma con il bambino e l’uomo davanti al pc. In seguito sono arrivati i problemi legati alla tipologia di smartphone, in alcuni casi incompatibili per scaricare la app e su cui si è concentrato il lavoro di questi giorni per cercare di arrivare pronti al D-day.
Come si usa l’app Immuni
L’app Immuni usa la tecnologia per le notifiche di esposizione messa a disposizione da Apple e Google come forma di prevenzione dal Coronavirus. Questa tecnologia determina i requisiti di sistema per scaricarla e usarla. Per quanto riguarda i problemi sugli smartphone Huawei, “non dovuti all’app”, si spiega nelle Faq di Immuni, si è lavorato sulla risoluzione e la app è stata resa disponibile sui primi modelli ed entro oggi, secondo le informazioni rese la scorsa settimana, sugli altri. «Bisognerebbe cominciare a dare la caccia agli asintomatici con una strategia nazionale. In una fase come questa sono più importanti di chi il virus ce l’ha». Lo ha detto Arcuri ribadendo che ad oggi l’Italia è in grado di effettuare 92mila tamponi al giorno a fronte di una capacità, nell’ultimo mese, di 62mila al giorno. «I test molecolari sono l’unica vera componente per dire se c’è contagio o pure no e su questo bisognerebbe fare la caccia agli asintomatici – ha ribadito -. Oggi su questo siamo meno impreparati di come eravamo a marzo, dunque dobbiamo preparaci e in questa fase accelerare». Arcuri ha poi sottolineato che è necessario «far pagare i test sierologici un prezzo accettabile».
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