venerdì,Marzo 29 2024

Decreto Bonafede, Raffaele Cutolo rimane in carcere: ecco perché

Raffaele Cutolo, storico boss della Camorra, rimane in carcere. Il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto il ricorso della difesa.

Decreto Bonafede, Raffaele Cutolo rimane in carcere: ecco perché

Raffaele Cutolo, storico boss della Nuova Camorra Organizzata, rimane in carcere al 41bis. Il tribunale di Sorveglianza di Bologna, infatti, ha deciso di respingere il ricorso presentato dalla difesa di Cutolo, che aveva chiesto di uscire dalla Casa Circondariale di Parma per motivi di salute. Di parare contrario, dunque, il giudice di Bologna rispetto al tribunale di Sorveglianza di Sassari che pochi giorni fa aveva sospeso la decisione su Pasquale Zagaria, boss dei Casalesi, ritenendo illegittimo il “Decreto Bonafede”.

Il provvedimento voluto dal ministro della Giustizia, dopo il caos provocato dalle dimissioni del capo del Dap, Massimo Basentini (sostituito poi da Dino Petralia, ex procuratore generale di Reggio Calabria), doveva servire a riportare in carcere tutti quei mafiosi che erano usciti dagli istituti penitenziari a causa dell’emergenza coronavirus. Per il tribunale di Sorveglianza di Sassari, il “Decreto Bonafede” violerebbe i diritti di salute di ogni cittadino italiano. A sciogliere i nodi sarà la Corte Costituzionale.

Perché Raffaele Cutolo rimane in carcere

Secondo il tribunale di Sorveglianza di Bologna, «Raffaele Cutolo potrebbe rafforzare i gruppi criminali della Nuova Camorra Organizzata», in quanto lo storico boss avrebbe mantenuto pienamente il suo carisma. Inoltre, «le patologie di cui è portatore Raffaele Cutolo appaiono allo stato trattabili adeguatamente anche in ambiente carcerario. Infine, Cutolo non correrebbe il rischio di contagio da Covid-19, anche per via della curva discendente dell’epidemia.

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