giovedì,Dicembre 12 2024

“Overture”, indagati davanti al tribunale del Riesame di Catanzaro

Al via le udienze davanti al tribunale del Riesame di Catanzaro per gli indagati finiti in carcere nell'ambito dell'indagine "Overture".

“Overture”, indagati davanti al  tribunale del Riesame di Catanzaro

Sono iniziate questa mattina le udienze davanti al Riesame di Catanzaro per quanto riguarda l’inchiesta della Dda di Catanzaro, denominata “Overture“. Si tratta dell’indagine del Nucleo Investigativo di Cosenza su due gruppi criminali distinti e separati. Quello del narcotraffico, riconducibile ad Alfonsino Falbo, e quello mafioso, diretto da Gianfranco Sganga. (LEGGI QUI L’APPROFONDIMENTO)

Il nutrito collegio difensivo, dinanzi al tribunale della Libertà di Catanzaro, ha chiesto la revoca della custodia in carcere per tutti gli indagati finiti nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip distrettuale di Catanzaro, Paola Ciriaco. Nel blitz, infatti, sono finiti in cella Alfonsino Falbo, Massimo Imbrogno, Vincenzo Laurato, Gianfranco Fusaro, Sergio Raimondo, Riccardo Gaglianese, Gaetano Bartone, Gianfranco Sganga, Emanuele Apuzzo, Pietro Mazzei, Ottavio Mignolo, Francesco Grupillo e Carmine Lio. 

Il gruppo dedito al presunto narcotraffico

Sulla presunta associazione dedita al narcotraffico, gli avvocati hanno evidenziato la mancanza dei requisiti previsti dalla legge, in quanto i soggetti coinvolti non erano organizzati come una vera associazione, ma ognuno era libero di agire come meglio credeva. Non ci sono neanche, riferiscono i legali, riferimenti diretti allo spaccio della droga, visto che in diverse intercettazioni si parla di altre cose. Così come non sono sufficienti, né tanto meno credibili, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che non parlano di fatti relativi agli anni in cui la Dda di Catanzaro ha contestato l’ipotesi di reato al gruppo dei presunti narcotrafficanti. Infine, dalle indagini non emerge la cosiddetta “bacinella”, dove far confluire i proventi illeciti del narcotraffico. 

L’insussistenza dell’associazione mafiosa

Insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza anche per l’associazione mafiosa che, secondo i carabinieri, sarebbe guidata da Sganga. Gli interessi del presunto clan per gli appalti pubblici è la chiave investigativa per far comprendere come agivano gli indagati. Minacce, atti intimidatori e non solo, per convincere le aziende a pagare il “pizzo”. Ma le accuse, tuttavia, riguardano solo tre tentate estorsioni. Anche in questo caso, i difensori degli indagati hanno ribaltato il castello accusatorio, negando la partecipazione di ogni singolo soggetto all’interno dell’associazione mafiosa. Il tribunale del Riesame si è riservato di decidere nelle prossime ore. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio Ingrosso, Giovanni Cadavero, Giampiero Calabrese, Angelo Pugliese, Filippo Cinnante, Antonio Quintieri, Francesco Chiaia, Pino Perri, Giuseppe Malvasi, Ernesto Gallo, Andrea Sarro e Paolo Pisani. (LEGGI QUI LA NOTIZIA)

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