giovedì,Marzo 28 2024

Rende, i Carabinieri salvano un giovane che cercava di suicidarsi

Salvato in extremis dai Carabinieri che l’hanno letteralmente liberato dal cappio che si era stretto attorno al collo. Protagonista del tentato gesto estremo è uno studente universitario lametino di 21anni, domiciliato all’interno di una palazzina di via Giulio Cesare a Rende (CS), dove è stato trovato agonizzante. I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri

Rende, i Carabinieri salvano un giovane che cercava di suicidarsi

Salvato in extremis dai Carabinieri che l’hanno letteralmente liberato dal cappio che si era stretto attorno al collo.

Protagonista del tentato gesto estremo è uno studente universitario lametino di 21anni, domiciliato all’interno di una palazzina di via Giulio Cesare a Rende (CS), dove è stato trovato agonizzante.

I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Rende, prontamente allertati dagli operatori della Centrale Operativa di Cosenza, intervenivano tempestivamente presso l’abitazione del giovane
il quale, a seguito di una delusione amorosa, inviava un messaggio di addio ad un’amica, e tentava il suicidio procurandosi ferite da taglio ai polsi e soffocandosi con un cavo al collo ancorato ad un’anta di un armadio della propria abitazione.

I Carabinieri, allertati telefonicamente dai genitori del ragazzo che convulsamente davano sommarie indicazioni su dove lo stesso vivesse, senza specificare bene l’ubicazione dell’appartamento, raggiungevano la palazzina segnalata e dopo aver scavalcato la recinsione esterna venivano attirati dalla musica ad altissimo volume proveniente dal retro del fabbricato.

Gli operanti, avendo intuito che il giovane si trovasse proprio all’interno di quell’abitazione, sfondavano la porta di ingresso ed accedevano all’interno dell’appartamento ove trovavano l’aspirante suicida esanime pertanto lo soccorrevano tagliando il cavo che aveva legato al collo, tamponando le ferite ai polsi e praticandogli un massaggio cardiaco.

Il provvidenziale soccorso consentiva di scongiurare il decesso del malcapitato e agevolare le cure dei sanitari del 118 che lo trasportavano presso l’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza, ed evitavano il tragico epilogo.

Uno dei militari operanti, nel tagliare il cavo legato al collo della vittima, si procurava accidentalmente delle ferite da taglio alla mano destra a seguito delle quali si rendevano necessarie le cure dei sanitari del 118 di Cosenza. 

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