venerdì,Marzo 21 2025

Non sono gli avvocati il problema della Giustizia italiana

Uscita infelice di Nicola Morra sul mondo dell'avvocatura italiana. Inaccettabile che queste accuse vengano da un Senatore della Repubblica.

Non sono gli avvocati il problema della Giustizia italiana

“Riuscite ad immaginare un mondo senza avvocati?”. Fino a ieri questa espressione mi rimandava ad una puntata dei Simpson in cui Lionel Hutz, l’avvocato imbonitore e inaffidabile, caricatura del difensore showman delle aule di giustizia americane, inorridiva di fronte alla prospettiva di un mondo pacifico e simile ad una comunità Hippie, in cui non esistono legali che seminano zizzania tra i cittadini.

Da oggi, purtroppo, questa immagine divertente, sarà invece correlata di rimando al post del Senatore Nicola Morra che, forse mutuando in maniera semplicistica l’idea evidentemente dissacrante, che solo le menti geniali che hanno ideato l’avvocato Hutz potevano partorire, ritiene seriamente che il problema della giustizia italiana sarebbe la crescita esponenziale del numero di avvocati rispetto a quello della popolazione.

Non so se essere più stupita dal fatto che per l’ennesima volta i Simpson abbiano anticipato la realtà di circa venti anni, disturbata dalla circostanza che il mio ricordo d’infanzia sia ormai rovinato, oppure essere sconcertata dall’ennesimo attacco che l’avvocatura subisce a causa delle logiche populiste e giustizialiste che stanno distruggendo la cultura del mio Paese.

Un pensiero di questo tipo, infatti, non solo evidenzia una scarsa conoscenza del sistema giustizia, della cui amministrazione noi Avvocati non facciamo parte e per il cui malfunzionamento chiediamo riforme e proponiamo soluzioni da anni, ma mina i fondamenti costituzionali del giusto processo, della presunzione di innocenza e del ruolo dell’avvocato nel procedimento stesso, diventando altresì inaccettabile se esternato su Facebook da un Senatore della Repubblica che presiede la Commissione Antimafia.

Il concetto di fondo è, d’altra parte, sottile quanto allarmante, perché sottende l’idea secondo la quale la giustizia italiana andrebbe a rilento per colpa degli avvocati che intentano cause civili oppure “ostacolano” la definizione dei processi penali, proponendo appelli e ricorsi in Cassazione, quando invece ogni ipotesi accusatoria nei confronti di un cittadino libero, potrebbe definirsi evidentemente senza processo, alla chiusura delle indagini preliminari. Accuse già formulate del resto anche dal Consigliere Davigo – e non solo – il quale non perde occasione per divulgare l’idea che gli avvocati siano dei perditempo a pagamento, unici responsabili della lentezza della giustizia.

Peraltro la sensazione che noi Avvocati fossimo ormai visti come degli orpelli, un fastidio, degli insetti che ronzano nei corridoi dei tribunali disturbando, insinuando dubbi, ponendo quesiti e questioni che minano le ricostruzioni dei fatti che funzionano già benissimo così, senza contraddittorio, è un qualcosa che si percepisce ogni mattina che mettiamo piede in Tribunale.

Non da parte di tutti, ovvio, ma la tendenza ad una denigrazione costante, non solo del ruolo dell’avvocato ma anche del diritto di ogni cittadino ad essere difeso in un giusto processo è innegabile. Soprattutto nei confronti dei più giovani.

Così come è inevitabile che davanti alla deriva giustizialista in corso – la stessa che pare muovere, in una logica alquanto schizofrenica, ogni proposta di riforma che interviene soprattutto nel sistema penale, con l’effetto di una autocastrazione dei nostri diritti – si pensi che probabilmente adesso è arrivato il momento di attaccare ufficialmente gli Avvocati: coloro i quali, secondo diritto, come procuratori nelle cause civili e difensori di fiducia nei processi penali, esercitano i diritti di tutti e difendono i cittadini dal potere punitivo dello stato.

A questo punto, dunque, visto che nel post che ha suscitato questa mia riflessione si invitavano i lettori a porsi qualche domanda in merito, la mia è questa: dopo aver fornito questi discutibili dati, quale soluzione vorrebbe prendere il Senatore Morra per salvare la giustizia dal Virus della civiltà giuridica?

Non vorrei mai, infatti, che per arginare il contagio fra gli aspiranti alle professioni legali ed il proliferare di idee garantiste tra i giovani avvocati, prendesse spunto dal vaccino già in fase di avanzata sperimentazione in questo momento in Turchia.

Nell’attesa di risposte che non arriveranno mai, continuerò ad esercitare la mia Professione con probità, dignità e decoro, che troppo spesso mancano nella società attuale, rispettando il ruolo delle altre parti processuali e criticando ed impugnando tutte le decisioni degli organi giudicanti, secondo quello che mi consentono la Costituzione ed il Codice di Rito. Almeno finché non verranno stravolti anche questi principi per rendere tutto più celere.

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