Da Perina a Bruccini, passando per Corsi e Baclet. Quelli che dovevano partire e poi…
L’avevamo detto: l’Avellino avrebbe provato fino all’ultimo a prendere Mirko Bruccini offrendogli un triennale, permettendogli di proseguire la sua carriera fino a 37 anni. Anche la Lucchese c’ha provato giocando sul fatto della vicinanza con casa. Il Cosenza, però, ha fatto muro: o si paga il cartellino o niente. E così il numero 21, ormai
L’avevamo detto: l’Avellino avrebbe provato fino all’ultimo a prendere Mirko Bruccini offrendogli un triennale, permettendogli di proseguire la sua carriera fino a 37 anni. Anche la Lucchese c’ha provato giocando sul fatto della vicinanza con casa. Il Cosenza, però, ha fatto muro: o si paga il cartellino o niente. E così il numero 21, ormai pronto a partire, sarà ancora un calciatore dei Lupi. Attenzione, però: la recente storia rossoblù è costellata di sliding doors che hanno permesso a sicuri partenti di ritrovarsi protagonisti inaspettati. Con tre esempi su tutti.
Angelo Corsi prima di Bruccini
In ordine cronologico, il primo fu l’attuale capitano. Nel gennaio 2015, infatti, il laziale non trovava più una collocazione nel centrocampo di Giorgio Roselli, dominato dal duo Caccetta-Arrigoni. Le sirene più forti erano quelle del Lecce, col direttore dell’area tecnica Antonio Tesoro pronto ad approfittarne. Ma Corsi, al quale restava soltanto un anno di contratto, decise di restare a Cosenza. Il risultato: una Coppa Italia vinta da protagonista, una promozione e due stagioni di Serie B, con la terza già iniziata. Tutto grazie a un rifiuto.
Allan Baclet, l’idolo della folla
Per il francese ben due sliding doors, ma la più importante fu la prima. Nel gennaio 2018 l’arrivo di Leonardo Perez costringe a una cessione nel reparto offensivo: uno fra Baclet e Mendicino deve andar via. Il numero 16, al di là della tripletta contro la Virtus Francavilla, ha deluso le aspettative, mentre l’ex Siena, pur segnando anche lui solo tre reti, ha portato in cascina più punti del suo collega, mettendo a referto anche lo storico gol del “Granillo” (fu 0-1 dopo quasi sessant’anni). Invece Trinchera e Braglia decisero: via Supermendo, resta Baclet. L’annata si rivelò deludente, ma ai playoff l’uomo del Mojito stese Sicula, Sambenendettese, Südtirol e Siena, rivelandosi l’eroe che la città meritava. Anche l’anno dopo iniziò fuori rosa, salvo poi mettere a segno due reti (Palermo e Padova) e incentivare il gol di Idda a Crotone.
Pietro Perina, da esubero a titolare
E a proposito di Crotone. Nel mercato estivo 2018 Pietro Perina sembra sempre più vicino all’addio: il Potenza lo cerca insistentemente, lui ha bisogno di rilanciarsi dopo l’annata così così con la Sambenedettese. Trinchera ha già preso Cerofolini, il titolare è Saracco. Così, nell’ultimo giorno di mercato, la Basilicata è pronta ad accoglierlo. Guarascio, però, vuole che la società lucana paghi per intero il suo stipendio, considerato troppo alto. La proposta è rifiutata e Perina resta, come terzo e fuori rosa, con un inedito numero 33 sulle spalle. Alla seconda sosta Nazionali, però, né il primo né il secondo danno le giuste garanzie. Pietro, che già era andato in panchina col Lecce per la prima convocazione stagionale, riveste i panni del supereroe e congela la vittoria dello “Scida”. Per lui sarà la consacrazione in Serie B, in un’annata che non avrebbe dovuto neanche vederlo a Cosenza.