Addio a Jole Santelli | L’ultimo saluto al presidente della Regione Calabria
In tanti hanno voluto rendere l’ultimo saluto a Jole Santelli, presidente della Regione Calabria. Alle 16:15 anche il premier Giuseppe Conte ha sfilato velocemente davanti ai cronisti, senza rilasciare dichiarazioni, per assistere alla messa funebre all’interno della chiesa di San Nicola a Cosenza. (LEGGI QUI: IL FERETRO IN CHIESA ALLE ORE 10.30) «Una donna senza
In tanti hanno voluto rendere l’ultimo saluto a Jole Santelli, presidente della Regione Calabria. Alle 16:15 anche il premier Giuseppe Conte ha sfilato velocemente davanti ai cronisti, senza rilasciare dichiarazioni, per assistere alla messa funebre all’interno della chiesa di San Nicola a Cosenza. (LEGGI QUI: IL FERETRO IN CHIESA ALLE ORE 10.30)
«Una donna senza paura, una grandissima perdita» ha commentato il presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati. «Una donna che non ha mai smesso di combattere» ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, anche lei presente a Cosenza. «Una donna forte e di fede che ha saputo dare una speranza alla Calabria», sono le parole dell’arcivescovo Francescantonio Nolè che ha officiato la messa.
All’interno della chiesa il sottosegretario ai Beni Culturali, Anna Laura Orrico, esponente del Movimento Cinque Stelle, il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, il deputato Roberto Occhiuto, il senatore Maurizio Gasparri, la deputata Enza Bruno Bossio (PD), la Giunta regionale al completo, Nino Spirlì, attuale vicepresidente facente funzioni della Regione Calabria, gli amici e le amiche storiche.
Addio alla Governatrice che ballava con i piedi scalzi
Sotto il cielo di un anno distopico, in Calabria la vita viaggia sempre su altri binari, per altre stazioni, più lontane, fuori mano, difficili da raggiungere. In ottobre, col mondo piegato in due da una pandemia soffocante, a queste latitudini ci si risveglia bagnati di incredulità. Alle nove del mattino di giovedì scorso un sistema in precario equilibrio si è spezzato a metà nel modo più doloroso.
Jole Santelli, presidente della Regione Calabria, prima donna a guadagnarsi il titolo di governatore, se n’è andata. Un ciclo breve il suo, segnato dall’emergenza planetaria più che dalla politica, virus anch’esso ma di altro ceppo.
È scomparsa all’improvviso, nella notte di un autunno umido e pieno di incognite, lasciando alle cronache il compito di raccontare la sua storia, bilanciando il sentimento in giuste dosi, senza cedere alla retorica che a lei proprio non piaceva. La sua morte ha lasciato di stucco, perché nonostante del suo male non avesse fatto mistero, ha difeso strenuamente un’immagine vitale e piena di energia, dimostrando di saper combattere anche senza guantoni.
Il fil rouge dei messaggi di cordoglio, ha legato a lacci stretti ammiratori e detrattori, anche quelli più spietati, universalmente percorsi da un sincero dispiacere perché Santelli, verace e carismatica self-made-woman, in fondo è sempre stata a piano strada, vivace negli scambi anche social, mai reticente, appassionata, piena.
La sua memoria si è incisa sul web, sommerso da ieri dalle sue foto: quelle più datate, con la sfumatura del bianco e nero, in gessato e aria svagata, e quelle più recenti, a capo reclinato, addolcite come da un velo di cotone sul vetro, a favore di obiettivo ma con la tinta della stanchezza. La più ricorrente: il suo primo piano alla Camera con le labbra strette, il sorriso strizzato. Prima dell’inizio di una salita personale verso una montagna senza cima. Santelli aveva scelto una squadra che aveva un angolo preciso di ring in cui combattere. E da lì non si è più spostata. Onore al merito per questo. Una rarità.
Chi era Jole Santelli
Avvocato, parlamentare, Sottosegretario, presidente. Sempre dalla stessa parte, sempre grata a chi le aveva dato una possibilità. Non una girandola di carta, più una canna nella tempesta, radicata nel lago azzurro berlusconiano che l’ha battezzata governatore della Calabria. Un imperio brevissimo il suo, con poco glamour, qualche polemica, anche feroce, moltissima sofferenza personale seppellita da una grande ambizione e da un obiettivo importante come la vita, forse perché della sua vita era il progetto più caro.
Dalla maglietta nera rock’n’roll, alla tarantella, alle dirette televisive e radiofoniche pianificate per trasformare un collegamento da casa in un palco da cui declamare che il brand Calabria era cambiato. La sua grinta conquistava anche chi la osservava dall’altra parte della staccionata. Nella sua storia, la compassione non era neppure un’appendice, la malattia una motivazione in più per accelerare. Ha guardato avanti giusto un passo alla volta, con una voce sempre più scheggiata ma senza incespicare o cedere di un centimetro al male di ogni male, aspettando che la tempesta passasse. E invece non c’era tempo.