Zuccatelli sì o Zuccatelli no? Il Governo dica se la Calabria è una priorità
Il Governo non prende una posizione definitiva su Zuccatelli. La Calabria naviga in cattive acque: c'è in gioco la salute dei cittadini.
Ieri sera a “Titolo V” è andata in onda una nuova puntata sul caso “Calabria”. Il giornalista Walter Molino era riuscito ad intervistare il commissario ad acta (in pectore) della sanità calabrese, Giuseppe Zuccatelli, prima che scoppiasse la bufera sull’utilità o meno delle mascherine in epoca Covid-19. Ha fatto clamore il messaggio dello stesso Zuccatelli inviato al cronista di Rai3 sui possibili danni delle mascherine negli asintomatici.
Poca roba, dal nostro punto di vista, rispetto ai veri temi (e problemi) che la sanità calabrese si porta dietro da tanti anni. Se Zuccatelli (giustamente) viene bersagliato da destra e da sinistra, allora il professore Zangrillo per le frasi dette nel periodo pre-estivo sarebbe dovuto essere radiato dall’Ordine dei Medici? E si potrebbero fare tanti altri esempi.
Giuseppe Zuccatelli, nel periodo in cui ha gestito l’Asp di Cosenza, ha assunto decisioni molto discutibili, forse anche peggiori della frase sulle mascherine. Ma fa più effetto quel video che le delibere in netto contrasto con le proposte della compianta presidente della Regione Calabria, Jole Santelli. Il “caso Rossano”, citato nel servizio, è in realtà una questione ormai datata. Il 10 aprile scorso, infatti, la nostra testata aveva già pubblicato la delibera riportata nel servizio di “Titolo V” (LEGGI QUI IL NOSTRO SERVIZIO SULL’OSPEDALE DI ROSSANO).
Quando Zuccatelli mandò i pazienti Covid a Cetraro
L’ex commissario straordinario di Cosenza, durante il periodo di permanenza in riva al Crati, ha ordinato che i pazienti Covid, anche quelli gravi, venissero trasferiti negli ospedali Spoke. Il presidio ospedaliero di Castrovillari fu il primo a rientrare nelle “grazie” di Zuccatelli, il quale si accorse qualche giorno dopo che non era possibile mandare al “Ferrari” pazienti affetti da coronavirus per la mancanza dei requisiti minimi in termini di sicurezza e capacità di realizzare reparti dedicati al Covid-19. La “tarantella”, infatti, durò qualche giorno. Ma Zuccatelli non si fermò qui. Qualche settimana più tardi, sollecitato anche dal direttore sanitario dell’ospedale di Cetraro, Vincenzo Cesareo, ordinò che i pazienti Covid fossero portati sul Tirreno.
Ancor prima del servizio sull’ospedale di Rossano, il 1 aprile scorso avevamo pubblicato un documento riservato, nel quale il personale sanitario del reparto di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Cetraro metteva a nudo le criticità del presidio Covid-19, indicato proprio da Zuccatelli con apposita delibera (LEGGI QUI). In quella nota interna si parlava di ventilatori obsoleti e di apparecchiature non idonee a supportare un’attività medica tale da poter curare pazienti Covid-19. Tuttavia, la cosa è andata avanti per settimane con persone ricoverate nel reparto di Pneumologia Covid.
La circolare disattesa di Jole Santelli
Qualche giorno prima del servizio sull’ospedale di Cetraro, Jole Santelli – dopo un intervento in Consiglio Regionale – metteva nero su bianco che i pazienti Covid dovevano essere ricoverati negli ospedali Hub. Parliamo della missiva che l’allora presidente della Regione Calabria aveva inviato a tutti i commissari straordinari delle Asp e Ao calabresi. Proposta che, tuttavia, venne disattesa.
In quella missiva, la Santelli scriveva che «è fatto divieto alle Aziende Sanitarie Provinciali e alle Aziende ospedaliere regionali di adottare qualsiasi autonomo provvedimento o determinazione correlati all’emergenza coronavirus, non derivane da puntuali disposizioni regionali o nazionali, se non preliminarmente concordato con il soggetto attuatore (la Regione Calabria, ndr) che si avvarrà dei soggetti delegati di cui all’Ordinanza n. 2/20».
Nella nota, la Santelli e l’ex dg del Dipartimento “Tutela della Salute”, Antonio Belcastro (oggi delegato all’emergenza coronavirus in Calabria) scrivevano anche che «si consiglia di concentrare tutte le attività Covid negli ospedali Hub che garantiscono continuità assistenziale per tutti i livelli di complessità (dalla degenza ordinaria alla terapia sub-intensiva fino alla terapia intensiva) ed a quelle che saranno indicate nel piano operativo in quanto indifferibili (chirurgia oncologia, cardiochirurgia, neurochirurgia, terapia intensiva cardiologica, etc), in aree distinte ed isolate da quelle utilizzate per le attività Covid-19». Nella circolare, dunque, la Santelli già anticipava lo scenario attuale, ovvero che qualora l’epidemia fosse peggiorata «anche questi presidi ospedalieri saranno utilizzati per attività Covid».
Il Governo dica se vuole Zuccatelli
Oggi, come sappiamo, la situazione è drammatica e le colpe sono ovviamente della politica nazionale. Il Governo Conte deve assumersi la responsabilità delle scelte fatte, ovvero deve dire in maniera definitiva se Giuseppe Zuccatelli è l’uomo giusto oppure no. La Calabria naviga in cattive acque: in gioco c’è la salute dei cittadini. Non si tratta di gestire solo il presente, ma di ricostruire il futuro. Con o senza Zuccatelli.