Film Commission, in arrivo un altro direttore (il terzo) scelto da Spirlì. Staff spesato dalla legge cinema
Mentre Minoli è ancora dimissionario continuano le nomine all'interno di una Fondazione. I consulenti lavorano senza un capo
Calabria Film Commission, dove eravamo rimasti? Breve recap: Gianni Minoli si è dimesso, Spirlì ha respinto le dimissioni, il giornalista le ha ribadite chiedendo però un incontro per capire se ci sono le basi per continuare quello che non ha avuto il tempo di cominciare. Minoli cautamente sta alla finestra e parla di «necessità di definire bene tutto quello che è rimasto sospeso». Spirlì al momento non si esprime.
Intanto che la faccenda si aggrovigli un altro po’ nel breve giro di lettere tra i due, la macchina delle nomine va avanti come un treno. Ed ecco, fresco fresco, come da copione, un nuovo bando pubblicato sul sito della Regione Calabria per occupare una casella piuttosto importante della Fondazione. (https://www.regione.calabria.it/website/portalmedia/bandi/2020-11/Decreto%2011326%20del%2005.11.2020.pdf).
A.A.A. cercasi Direttore
Stavolta si cerca un Direttore generale per la Calabria Film Commission (previsto nel nuovo testo dello Statuto) che va ad aggiungersi ai due direttori artistici appena nominati (figure non previste dallo Statuto), Gianvito Casadonte e Franco Schipani (incarichi da 75mila euro l’anno ciascuno netti), ai consulenti come la social media manager Rachele Caracciolo (30mila euro annui netti), la project manager Giovanna Corsetti (40mila annui netti), il consulente legale amministrativo Daniele Romeo (90mila euro l’anno netti). Il 30 ottobre alla squadra si sono aggiunti Luca Ardenti e Giovanni Gagliardi (ciascuno 3mila euro al mese lordi).
Si pesca nella legge cinema
Stipendi pagati attingendo dal fondo per la realizzazione delle attività e degli interventi previsti dall’articolo 7 della legge 20/’19, la famosa legge cinema (http://www.consiglioregionale.calabria.it/upload/testicoordinati/2019-21-2019-06-21.pdf ) partorita per promuovere e sostenere la nascita e lo sviluppo di un distretto dell’industria cinematografica e audiovisiva locale, incentivare lo sviluppo e la produzione di opere cinematografiche e audiovisive realizzate nel territorio regionale e agevolare lo sviluppo di professionalità nel settore e di sinergie con altri settori produttivi e professionali.
Il direttore renderà conto al Presidente della Fondazione (che non c’è)
Il nuovo direttore generale sarà nominato direttamente dal presidente ff. Spirlì che prenderà visione delle domande e poi deciderà a chi assegnare il posto (parliamo di un incarico fiduciario) che avrà durata di cinque anni. «L’individuazione del direttore della Fondazione ai sensi dell’articolo 12 dello Statuto avverrà con decisione discrezionale motivata da parte del presidente della Giunta regionale» si legge nel bando.
Il compenso annuo è equiparato a quello dei dirigenti apicali della Regione Calabria, decurtato del 20%. Questi i fatti. ma le domande sono tante. Minoli ufficialmente è dimissionario, da commissario straordinario ha effettuato delle nomine (quelle di cui sopra).
Metti il direttore, togli il direttore
Mentre la figura del direttore generale è prevista dallo Statuto, sempre per Statuto non è più prevista la figura del direttore artistico. C’era fino a luglio scorso (ed era nominato dal Presidente della CFC), poi è sparita dopo la modifica voluta da Jole Santelli, per poi riapparire nei fatti con un tandem (direttore artistico in campo cinematografico e uno in campo teatrale) e una dicitura passepartout: “consulente” (che nello Statuto è permesso al Presidente nominare). Da qui l’interrogativo: perché modificare lo Statuto per poi riproporre non una ma due figure di direttore artistico?
Tra color che son sospesi
Minoli ha lasciato l’incarico, al momento non sappiamo se per sondare il terreno per il suo CalabriaLab (che comprende la produzione di una soap opera made in Calabria e di documentari), o se invece ha deciso di gettare la spugna in un momento così incerto. Però le nomine restano e ne sta per arrivare un’altra. Insomma gambe, braccia, tronco ci sono ma manca la testa. E qui ecco l’altra anomalia.
La Calabria Film Commission non ha un presidente. Non ce l’ha più da agosto, quando l’ex Giuseppe Citrigno, ha finito il suo mandato. Invece di nominare Minoli Presidente, si è scelta la dicitura di “commissario straordinario” (il commissariamento resta una grande passione calabrese), ma nel bando il neo direttore generale della CFC dovrà «dare esecuzione delle delibere e degli indirizzi del Presidente» (che non c’è); predisporre «programmi delle relazioni, dei progetti e dei regolamenti da sottoporre all’attenzione del Presidente» (che non c’è). Quindi intanto si nomina un Direttore, si contrattualizza e poi si vede, più in là, a chi deve dar conto se a un uomo invisibile o a un uomo vero o a nessuno.
La tela di Penelope
Tutto questo giro potrebbe interrompersi con l’avvento della nuova giunta che, nei fatti, potrebbe azzerare tutta la giostra nel giro di pochi mesi in cui, intanto, i compensi saranno comunque erogati (fatti due conti parliamo di una spesa mensile di circa 30mila euro netti), nonostante si prospettino mesi di fermo per molti set a causa dell’emergenza Coronavirus e nonostante da qui a sei mesi si torni alle urne. Ed ecco la vecchia storia della tela di Penelope: intessuta per essere di nuovo scucita.